“I’m his carer.”
“Yeah, my carer. She cares so I don’t have to.”
“Sono un uomo buono Clara?” chiede il Dodicesimo Dottore alla sua Companion, rendendo difficile per la ragazza e per gli stessi spettatori trovare una risposta: il Dottore è sempre stato foriero di contraddizioni e non ha mai mancato di sfumare con luci e ombre la sua camaleontica personalità, ma il personaggio a cui presta il volto Peter Capaldi sembra aver perso lungo la strada gran parte della sensibilità, della simpatia e della gentilezza che avevano sempre contraddistinto le più recenti incarnazioni del Signore del Tempo in Doctor Who, restituendoci in cambio una buona dose di indifferenza, disinteresse per i rapporti umani e disponibilità a tradire senza troppi scrupoli la fiducia in lui riposta.
I tratti spiacevoli e allo stesso tempo accattivanti nel carattere del Dottore che stiamo ancora imparando a conoscere vengono ulteriormente marcati nel secondo episodio dell’ottava stagione della serie, che schiera in campo un nemico antico e rinomato per essere essere totalmente votato alla distruzione: Into The Dalek vede il Dottore imbattersi apparentemente per caso in una vera e propria astronave ospedale, dove spinto più dal sapore dell’opportunità che dal senso del dovere accetta di occuparsi dello strano caso di un Dalek affetto da un’insolita e improvvisa bontà d’animo; per curarlo e scoprire la causa della malattia, in perfetto stile “viaggio allucinante” e in omaggio a dell’ottima fantascienza d’annata il Dottore accetta allora di essere miniaturizzato insieme a Clara e a un team di forze speciali per entrare letteralmente all’interno dell’organismo del Dalek.
In una corsa contro il tempo e gli anticorpi, il Dottore dimostra nuovamente di non avere molti rimorsi quando si tratta di sacrificare una vita e di essere piuttosto disilluso sulla possibilità che il bene possa davvero trionfare: come già accaduto in passato (difficile non pensare a Rose Tyler e Donna Noble), è la sua compagna di viaggio a scuoterlo e a ricordargli ciò che è giusto, perchè la cosa più importante non è dimostrare di essere un brav'uomo quanto fare tutto il possibile per diventarlo davvero.
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