"Non è uno dei vostri casi idioti!" urla Mycroft Holmes ai protagonisti e così al pubblico, tirato ancora una volta all'interno della narrazione e ammonito ripetutamente per le sue critiche alla scelta dello show di non preservare una struttura più canonica e lanciarsi in continue sperimentazioni: Steven Moffat e Mark Gatiss non si sono però mai lasciati intimorire e hanno continuato per la loro strada, spingendo al massimo il pedale sullo sviluppo dei personaggi e rendendo questa quarta stagione di Sherlock uno studio profondo non solo sulla nuova umanità del Detective, già raggiunta nella terza serie e qui esplorata al massimo delle sue possibilità, ma anche degli altri protagonisti. Trovare spunti esplosivi per innescare gli step psicologici necessari rinunciando con coscienza allo scheletro di supporto di una trama equilibrata comporta però dei rischi e mai come in The Final Problem: la scatenata corsa al colpo di scena si avvita su sé stessa e procede spedita abbandonando lo spettatore a metà strada, rinuncia a prenderlo per mano e a renderlo partecipe degli eventi seminando tracce e indizi che possano permettergli di guardare attraverso il prestigio e di comprendere i propri errori, fornisce informazioni che arrivano da molto, troppo lontano e ci chiede di assimilarle per apprezzarne l'intelligenza e l'arguzia negandoci le chiavi per aprire la fortezza.
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mercoledì 18 gennaio 2017
domenica 23 settembre 2012
Sherlock 2x03: The Reichenbach Fall
"is the Napoleon of crime, Watson. He is the organizer of half that is evil and of nearly all that is undetected in this great city. He is a genius, a philosopher, an abstract thinker. He has a brain of the first order. He sits motionless, like a spider in the center of its web, but that web has a thousand radiations, and he knows well every quiver of each of them.” ( Sherlock Holmes, The Final Problem, Arthur Conan Doyle)

Col terrorizzante nome di
Moriarty pronto a far capolino sin dal primo episodio, sapevamo che anche per
lo Sherlock della BBC il momento
della resa dei conti sarebbe presto arrivato: ciò che ignoravamo era che Steven
Thompson, terzo sceneggiatore della serie spesso considerato la penna più
debole del team(per alcune ingenuità in The
Blind Banker, suo precedente episodio), sarebbe stato in grado di costruire
la complessa architettura di un finale tanto splendido ed efficace, pronto a
sorprendere e commuovere come mai prima.
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