sabato 23 luglio 2011

On Holiday

Buonasera Ladies and Gentlemen! dopo tanto impegno fisico e mentale finalmente è giunto il tempo delle partenze con destinazione Berlino e Praga, pertanto anche questo blog andrà in vacanza per un po'. Happy holidays ragazzi ci vediamo ad agosto!

venerdì 22 luglio 2011

the adjustment bureau


"Most people live life on the path we set for them. Too afraid to explore any other. But once in a while people like you come along and knock down all the obstacles we put in your way. People who realize free will is a gift, you'll never know how to use until you fight for it. I think that's The Chairman's real plan. And maybe, one day, we won't write the plan. You will."


Siamo davvero padroni del nostro destino?è possibile che le scelte che crediamo di aver tracciato con indipendenza in realtà stiano solo seguendo la mappatura di un piano già scritto e immodificabile? Domande senza risposta che non suonano affatto nuove e che abbiamo già sentito tante volte, ma che in quel grande mistero che è l'esistenza, fatta di strane coincidenze e meccanismi indecifrabili, difficilmente passeranno mai di moda. 


Ispirato dal sempreverde Philip Dick, uno degli scrittori di fantascienza più saccheggiato della storia del cinema(Blade Runner, Minority Report per citarne alcuni),con "i guardiani del destino"(the adjustement bureau) l'esordiente George Nolfi omaggia e rievoca una delle più affascinanti e inquietanti soluzioni proposta dalla Sci-fi: un'umanità incapace di gestirsi e camminare con le proprie gambe, che ha approfittato dell'unico momento di libertà concessole dal fato ( straordinario il monologo di Terence Stamp nel ruolo di Thompson) poco prima del conflitto mondiale per devastare sé stessa; inevitabile quindi il ritorno al passato, di nuovo costantemente guidata da quel "Presidente" che attraverso schiere di eminenze grigie armate di agenda e cappello dirige ogni singola nostra azione, dal momento giusto per prendere un autobus a quello per versare un caffè, perché anche il più piccolo dettaglio se diverso da ciò che è stato scritto può cambiare la storia in modo irreparabile.
Scoperta la verità per una semplice disattenzione (voluta?) da parte del team, in realtà poco interessa delle dinamiche e delle ragioni del processo in sé stesso ai protagonisti David ed Elise: l'unica cosa veramente importante è stare insieme, vivere un amore capace di sfidare ogni variabile  che si rivela così forte da non accettare mai la resa nemmeno davanti al tempo, a Dio e ai progetti del cosmo.

è in questo struggente e romantico sentimento, culminante in una fuga mozzafiato per le strade di una New York sospesa e surreale attraverso passaggi dimensionali celati dietro porte inosservate, che la pellicola trova tutta la sua freschezza: in stato di grazia, Matt Damon tiene forte la mano di Emily Blunt correndo verso la libertà, finchè finalmente non verrà concesso il sopravvento al libero arbitrio e il piano finirà per cambiare: forse esiste davvero un disegno incomprensibile e non ci rendiamo conto di essere troppo deboli per avere la forza di modificarlo, ma una semplice scelta d'amore può essere  un'arma vincente. E non solo al cinema.

Free will

"David Norris: Whatever happened to free will?
Thompson: We actually tried free will before. After taking you from hunting and gathering to the height of the Roman empire, we stepped back to see how you'd do on your own. You gave us the dark ages for five centuries until finally we decided we should come back in. The Chairman thought that maybe we just needed to do a better job with teaching you how to ride a bike before taking the training wheels off again. So we gave you raised hopes, enlightment, scientific revolution. For six hundred years we taught you to control your impulses with reason. Then in nineteen ten, we stepped back. Within fifty years you'd brought us world war one, the depression, fascism, the holocaust and capped it off by bringing the entire planet to the brink of destruction in the Cuba missile crisis. At that point the decision was taken to step back in again before you did something that even we couldn't fix."



giovedì 21 luglio 2011

Harry Potter and the Deathly Hallows: part 2


"Do not pity the dead, Harry. Pity the living and above all, those who live without love."

10 anni possono sembrare un'eternità, finché non ti accorgi che sono volati via in soffio portandosi via gioie,  dolori e memorie di un periodo che sembrava infinito e invece come tutte le cose era destinato a finire. Per me, nel puzzle di ricordi che rimane è impossibile non riservare un piccolo ma importante posto anche alla saga di Harry Potter: perché avevo solo 14 anni quando sono rimasta incantata dal film al punto tale da voler leggere subito il primo libro, perché era assolutamente normale che le gelatine fossero tutti i gusti più uno e le scale amassero cambiare, perché una volta ho pensato di citare una frase di Silente in un tema lasciando il prof d'italiano molto colpito, perché era bello analizzare ogni dettaglio dei romanzi con un'amica che oggi non c'è più, perché ogni volta che qualcuno mi diceva che dovevo mettere i piedi per terra potevo scegliere di ignorarlo e di rifugiarmi in una nuova storia sempre più ricca e straordinaria, mi è impossibile guardare indietro e non trovare Harry sulla mia strada. Adesso, dopo 7 libri e 8 film la storia è davvero finita e la sensazione è quella di aver dovuto dire addio a un caro amico e insieme a lui, a una parte della mia infanzia.

martedì 19 luglio 2011

13 assassini


Massacro totale: un grido di dolore che non ha voce, un messaggio disperato lasciato da una donna senza braccia, né gambe, né lingua, una promessa suggellata con un inchiostro pronto a trasformarsi nel sangue della vendetta; "13 assassini" presentato alla 67ma Mostra del Cinema di Venezia e miracolosamente arrivato nelle nostre sale grazie alla Bim Distribuzione, inizia la sua corsa in modo brutale e devastante con le atroci imprese di Naritsugu, fratellastro dello shogun e per questo apparentemente intoccabile, insoddisfatto dalla quiete della sua prigione dorata e dunque impegnato a infliggere perenne dolore ai suoi sottoposti solo per sport e divertimento.

Una crudeltà eccessiva anche per un figlio dello Shogun, tale da costringere i consiglieri di quest'ultimo alla più estrema delle soluzioni: l'unica via per evitare la scalata al potere del tiranno è la morte, una fine senza pietà che possa pagare la vendetta per mano del grande maestro Samurai Shinzaemon Shimada e di una squadra di intrepidi guerrieri pronti a sacrificare tutto a un dovere antico.
Impossibile per il gran maestro rifiutarsi, anche se l'ardua scelta mette inevitabilmente a dura prova la stessa l'etica dei Samurai il cui primo dovere rimane proteggere il proprio signore a qualunque costo finché il prezzo da pagare non si rivela troppo alto, chiedendo di scambiare una vita di coraggio e rispetto per la fedeltà a un uomo indegno a dispetto della sua nobile nascita.

Takashi Mike, uno dei più prolifici registi nipponici in circolazione(oltre 50 film in soli vent'anni), ci regala dunque un'opera appassionante e di grande impatto visivo che fa onore alla grande tradizione del Jidai Geki: dopo un lento primo tempo destinato a introdurci ai feroci e gratuiti attacchi di Naritsugu senza risparmiarsi in sadismo e violenza e all'estenuante addestramento dei 13 assassini, un secondo tempo ben più epico ed travolgente è teatro della battaglia di Oinai, un piccolo villaggio trasformato in una trappola mortale per centinaia di uomini in uno scontro che, nel bene e nel male, scrive il suo nome nella fine di un'epoca d'onore.

Fra spettacolari combattimenti e gesta di uomini talmente coraggiosi da sembrare irreali nel loro estremo e suicida sacrificio, "13 assassini" e un'opera che affascinerà profani e amanti del genere, forte della nostalgia per un'etica lontana smarrita nel tempo e uccisa dalla modernità.

Leggi su Cinefilos : 13 assassini

venerdì 8 luglio 2011

mercoledì 6 luglio 2011

Peace

"What kind of peace do we seek? am talking about genuine peace, the kind of peace that makes life on earth worth living. not merely peace in our time but peace for all time. Our problems are manmade - therefore, they can be solved by man. For, in the final analysis, our most basic common link is that we all inhabit this small planet. We all breathe the same air. We all cherish our children's future. And we are all mortal." (JFK)


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