"We are not so very different, you and I. We've both spent our lives looking for the weaknesses in one another." (George Smiley to Karla)
Lo stereotipo dell'agente segreto ideale è scolpito con tale forza nel nostro immaginario che chiunque, anche il più profano degli spettatori, sarebbe in grado di descriverlo: di bell'aspetto e desiderate dalle donne come James Bond, in grado di scalare vette impossibili o di sfuggire a pericolosi inseguimenti come i più recenti Ethan Hunt e Jason Bourne, le spie cinematografiche hanno finito per preferire il glamour all'intrigo, parti di un gioco che ha fatto della spettacolarità e del disimpegno quasi un marchio di fabbrica.

Forti di uno stile inconfondibile, intrecci ambiziosi e assoluto equilibrio, a dispetto di una minore appetibilità di massa i romanzi dello scrittore inglese sono comunque riusciti a conquistare il grande schermo: dopo "la spia che venne dal freddo", "la Casa Russia", "il Sarto di Panama" e "il Giardiniere Tenace", adesso è la volta di "Tinker, Tailor, Soldier, Spy", una delle sue opere più famose e attese, che era già stata trasposta nel 1979 in una serie televisiva di successo con Alex Guinness.