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sabato 21 gennaio 2012

Tinker, Tailor, Soldier, Spy



"We are not so very different, you and I. We've both spent our lives looking for the weaknesses in one another." (George Smiley to Karla)

Lo stereotipo dell'agente segreto ideale è scolpito con tale forza nel nostro immaginario che chiunque, anche il più profano degli spettatori, sarebbe in grado di descriverlo: di bell'aspetto e desiderate dalle donne come James Bond, in grado di scalare vette impossibili o di sfuggire a pericolosi inseguimenti come i più recenti Ethan Hunt e Jason Bourne, le spie cinematografiche hanno finito per preferire il glamour all'intrigo, parti di un gioco che ha fatto della spettacolarità e del disimpegno quasi un marchio di fabbrica.

Lo sa bene il re della Spy Story John Le Carrè, all'anagrafe David John Moore Cornwell, che ispirato dalla sua vera esperienza nell'MI6(il Secret Intelligent Service) ha scritto storie meno alla moda di quelle del collega Ian Fleming, ma senza dubbio dotate di un fascino e di una classe non comuni.

Forti di uno stile inconfondibile, intrecci ambiziosi e assoluto equilibrio, a dispetto di una minore appetibilità di massa i romanzi dello scrittore inglese sono comunque riusciti a conquistare il  grande schermo: dopo "la spia che venne dal freddo", "la Casa Russia", "il Sarto di Panama" e "il Giardiniere Tenace", adesso è la volta di "Tinker, Tailor, Soldier, Spy", una delle sue opere più famose e attese, che era già stata trasposta nel 1979 in una serie televisiva di successo con Alex Guinness.
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