"Columbus was looking for India"

Il respiro caldo dell'aria satura e profumata di spezie, i colori capricciosi del Sari che volteggiano al ritmo di danze instancabili, il caos di una delle nazioni più popolate del pianeta e la povertà estrema delle bidonville, la ricerca dell'armonia attraverso culti dalle forze misteriose e imperscrutabili: l'india è uno scrigno pieno di segreti che il cinema tenta di aprire spesso e volentieri, panorama multiforme che ben si presta ad apparire sul grande schermo grazie al magnetico misticismo di cui è impregnata e alle storie di piccoli grandi uomini, pronti a inseguire il riscatto sociale e a lanciarsi contro il dolore e la miseria a testa alta.
Dopo essere aver vinto la Palma d'Oro a Cannes col torbido Lust, Caution nel 2007 e aver seguito con risultati altalenanti la via della commedia in Motel Woodstock nel 2009, Ang Lee ha scelto proprio l'India e le sue fascinazioni per tornare alla regia con Vita di Pi ( Life of Pi), luminosa avventura per ragazzi tratta dal romanzo di Yann Martel che cerca nell'audacia visiva una confidente fidata, perfetta nel dare forza a riflessioni celate che come un onda attendono di travolgerci.