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venerdì 3 marzo 2017

La La Land



"...And here’s to the fools
who dream
Crazy, as they may seem
Here’s to the hearts that break
Here’s to the mess we make."

La cosa più grande che tu possa imparare è amare e lasciarti amare, ma non al prezzo di un sogno troppo grande per rischiare di rimanere chiuso nel cassetto: i versi di Nature Boy che erano divenuti il motto del Moulin Rouge di Baz Lurhmann avrebbero potuto trovare terreno fertile anche in La La Land di Damien Chazelle, seconda prova di pregio del trentaduenne regista dopo Whiplash e film musicale nel genere quanto nell'ambientazione, se solo non fosse stato lontano anni luce dalla riproduzione di un archetipo che ponesse le basi per una romantica e appassionata fantasia d'amore come era invece accaduto nel film di Lurhmann; torna prepotente piuttosto il tema della prioritaria realizzazione delle proprie ambizioni, parecchio caro a Chazelle per ragioni che non escludiamo essere prettamente autobiografiche, rivestito di un approccio di cuore più soft che lascia indietro gli schizzi di sudore e sangue rimasti sulla batteria di Miles Teller ma non per questo rinuncia a spezzarci il cuore e a farci soffrire.

giovedì 16 febbraio 2012

The Help



"God says we need to love our enemies. It hard to do. But it can start by telling the truth. No one had ever asked me what it feel like to be me. Once I told the truth about that, I felt free. And I got to thinking about all the people I know. And the things I seen and done. My boy Treelore always said we gonna have a writer in the family one day. I guess it's gonna be me. "(Aibileen Clark)

Quando tenta di affrontare la delicata e spinosa questione della segregazione razziale, il cinema segue inevitabilmente due strade: la via del Colossal, dove un ricco affresco storico si accompagna a personaggi il cui eroismo finisce per essere spesso amplificato, e quella assai meno meno battuta delle piccole grandi storie, frammenti di vite normali che pur lontane dal clamore delle grandi marce vivevano nella quotidianità le tante e troppe sfumature della cattiveria umana.

è il caso di the help, tratto dal bestseller dell'esordiente Kathryn Stockett, che coi suoi 200 milioni d'incasso la scorsa estate è diventato un vero e proprio caso al botteghino americano: un successo notevole per Tate Taylor, regista praticamente esordiente voluto espressamente dalla scrittrice(entrambi sono figli del Sud nonché amici d'infanzia), le cui ragioni non sono da cercare in una sontuosa messa in scena né tanto meno in spettacolari effetti speciali.
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