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martedì 10 settembre 2013

Arthur Newman




Oppresso da un lavoro insopportabile, da una ex moglie che lo considera un completo fallito e da un figlio indifferente, un uomo decide di fingere la propria morte lasciando abiti e documenti della persona che era su una spiaggia deserta per avviarsi verso l'ignoto: no, non si tratta del Mattia Pascal di pirandelliana memoria né del giovane ribelle Christopher McCandless ma semplicemente di Wallace Avery, triste e spento impiegato della FedEx che prova a reinventarsi abbracciando il nome semplice e immediato di Arthur Newman; incrociata sulla sua strada Mike, esuberante ragazza dalla personalità borderline e dal passato misterioso, quello che doveva essere un viaggio in solitaria diventerà una fuga per 2 senza meta, finché i rimpianti per la responsabilità e i legami che si erano lasciati alle spalle non busseranno con violenza alla porta dell'ennesimo motel.

venerdì 22 luglio 2011

the adjustment bureau


"Most people live life on the path we set for them. Too afraid to explore any other. But once in a while people like you come along and knock down all the obstacles we put in your way. People who realize free will is a gift, you'll never know how to use until you fight for it. I think that's The Chairman's real plan. And maybe, one day, we won't write the plan. You will."


Siamo davvero padroni del nostro destino?è possibile che le scelte che crediamo di aver tracciato con indipendenza in realtà stiano solo seguendo la mappatura di un piano già scritto e immodificabile? Domande senza risposta che non suonano affatto nuove e che abbiamo già sentito tante volte, ma che in quel grande mistero che è l'esistenza, fatta di strane coincidenze e meccanismi indecifrabili, difficilmente passeranno mai di moda. 


Ispirato dal sempreverde Philip Dick, uno degli scrittori di fantascienza più saccheggiato della storia del cinema(Blade Runner, Minority Report per citarne alcuni),con "i guardiani del destino"(the adjustement bureau) l'esordiente George Nolfi omaggia e rievoca una delle più affascinanti e inquietanti soluzioni proposta dalla Sci-fi: un'umanità incapace di gestirsi e camminare con le proprie gambe, che ha approfittato dell'unico momento di libertà concessole dal fato ( straordinario il monologo di Terence Stamp nel ruolo di Thompson) poco prima del conflitto mondiale per devastare sé stessa; inevitabile quindi il ritorno al passato, di nuovo costantemente guidata da quel "Presidente" che attraverso schiere di eminenze grigie armate di agenda e cappello dirige ogni singola nostra azione, dal momento giusto per prendere un autobus a quello per versare un caffè, perché anche il più piccolo dettaglio se diverso da ciò che è stato scritto può cambiare la storia in modo irreparabile.
Scoperta la verità per una semplice disattenzione (voluta?) da parte del team, in realtà poco interessa delle dinamiche e delle ragioni del processo in sé stesso ai protagonisti David ed Elise: l'unica cosa veramente importante è stare insieme, vivere un amore capace di sfidare ogni variabile  che si rivela così forte da non accettare mai la resa nemmeno davanti al tempo, a Dio e ai progetti del cosmo.

è in questo struggente e romantico sentimento, culminante in una fuga mozzafiato per le strade di una New York sospesa e surreale attraverso passaggi dimensionali celati dietro porte inosservate, che la pellicola trova tutta la sua freschezza: in stato di grazia, Matt Damon tiene forte la mano di Emily Blunt correndo verso la libertà, finchè finalmente non verrà concesso il sopravvento al libero arbitrio e il piano finirà per cambiare: forse esiste davvero un disegno incomprensibile e non ci rendiamo conto di essere troppo deboli per avere la forza di modificarlo, ma una semplice scelta d'amore può essere  un'arma vincente. E non solo al cinema.

Free will

"David Norris: Whatever happened to free will?
Thompson: We actually tried free will before. After taking you from hunting and gathering to the height of the Roman empire, we stepped back to see how you'd do on your own. You gave us the dark ages for five centuries until finally we decided we should come back in. The Chairman thought that maybe we just needed to do a better job with teaching you how to ride a bike before taking the training wheels off again. So we gave you raised hopes, enlightment, scientific revolution. For six hundred years we taught you to control your impulses with reason. Then in nineteen ten, we stepped back. Within fifty years you'd brought us world war one, the depression, fascism, the holocaust and capped it off by bringing the entire planet to the brink of destruction in the Cuba missile crisis. At that point the decision was taken to step back in again before you did something that even we couldn't fix."



sabato 19 dicembre 2009

The young Victoria



you are the only wife I’ve got or ever will have…You are my whole existence. And I will love you until my last breath.(prince Albert to Victoria)

All you need is love…dicevamo i Beatles. L’amore non ci stanca e non ci sazia mai, soprattutto al cinema. C’è sempre bisogno di una struggente storia romantica che ci lasci un sorriso felice e compiaciuto e ci faccia volteggiare tutto il giorno sognando a occhi aperti; per di più, visto che le storie più belle finiscono quasi sempre male, ancor di più ci deliziamo quando ne incontriamo una storicamente e non solo fittizialmente a lieto fine.“ The young Victoria“aveva a mio parere tutte le qualità di cui sopra e anche di più, tali da suscitare anche in Italia un grande apprezzamento, magari non con incassi da record visto come funziona il nostro cinema, di certo però avrebbe rapito con la sua freshezza e la sua dolcezza molti animi romantici e non. Gli americani l’hanno capito e il film è arrivato in sala proprio in pieno periodo di feste, mentre i nostri distributori non hanno potuto fare altro che farlo uscire in dvd, silenziosamente e senza scalpore, con grande amarezza per chi fino alla fine aveva sperato diversamente.

Attenzione ai soliti puristi della storia che vanno alla ricerca di documentari perché non siamo ovviamente di fronte a una testimonianza inattaccabile, piuttosto alla romanza dell’amore sincero e non puramente convenzionale della giovane regina Victoria e del suo principe Albert,  avvicinati unicamente dagli schemi politici dei rispettivi parenti(il tutore di Victoria Sir John Conroy e il re del belgio zio di Albert)per poi essere uniti solamente e completamente dall’amore. In un’Inghilterra fiabesca volteggiamo nei corridoi dei grandi palazzi e nei giardini di Buckingham Palace, danziamo il valzer con i ricchi e sfarzosi costumi di Sandy Powell (vincitrice di un Oscar assolutamente meritato)e accompagnati dalla delicata musica di Ilan Eshkeri ci affezioniamo sempre di più alla coppia reale: una regina Victoria giovane e per questo inesperta, a volte infantile e capricciosa, incarnata dalla bravissima Emily Blunt(troppo bella rispetto all’immagine che conosciamo sui libri di scuola) e il principe Albert di Rupert Friend, marito dolce comprensivo e devoto, l’uomo che avrebbe sacrificato la vita per la donna amata. A tutti quelli che vogliano strizzare l’occhio sul fatto che il realtà il principe non rimase ferito nell’attentato alla regina ma semplicemente la protesse col suo corpo senza ricevere il proiettile, direi che in fondo non è tanto importante ; se il colpo fosse stato davvero sul punto di ferire la moglie,l’avrebbe di certo preso senza esitazione. 

Grande apprezzamento anche per il resto del cast, il primo ministro lord Melbourne, accattivante furbo e persuasivo solo come Paul Bettany può essere, Miranda Richardson nei panni della madre di Victoria e l’inquietamente Mark Strong nei panni di sir John Conroy(già visto ancor più cattivo in"Sherlock Holmes").Prodotta da Martin Scorsese e dalla duchessa Sarah Ferguson in persona,“the young Victoria” è una pellicola canonica e onesta, che privilegia la verità del cuore a quella della politica e che rende giustizia all' amore romantico puro e semplice, più forte di tutto e tutti.

venerdì 24 luglio 2009

only you

My love
Your love
Has opened up a world I’ve never known
All hope
Was found
A place I never dreamed I would go
Feels like only yesterday
I had locked my heart away
Safe behind a castle of stone
Sure I’d always be alone

Only you know how

To hear me through the silence

You reach a part of me that no one else can see
Forever true there’s only me and only you
Only me and you


In your face I trust
With you beside me I am standing strong
One truth
Two hearts
You took my life and made it beautiful


So you dared to let me shine
Even walk a step behind
Willingly you give yourself to me
Knowing who I was born to be
Only you know how
To hear me through the silence
You reach a part of me that no one else can see
Forever true there’s only me and only you
Only me and you

Only you know how
To hear me through the silence
You reach a part of me that no one else can see
Forever true there’s only me and only you
Only me and you ....

(sinead o' connor)











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