Visualizzazione post con etichetta Fiennes. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Fiennes. Mostra tutti i post

giovedì 24 luglio 2014

The Invisible Woman


"This is a tale of woe, this is a tale of sorrow, a love denied, a love restored to live beyond tomorrow. Lest we think silence is the place to hide a heavy heart, remember to love and be loved is life itself, without which we are naught."

Cammina a passo svelto e nervoso, senza mai voltarsi indietro, sulla spiaggia deserta dove le onde spezzano il silenzio, instancabili; Ellen Robinson fa quel percorso ogni mattina, non curante degli impegni lasciati in sospeso o del fatto che il marito possa preoccuparsi per la sua assenza, inseguita dall'ombra che non può smettere di perseguitarla e di darle conforto per tutto ciò che ha ormai perduto: una volta si chiamava Nelly Ternan, aveva solo 18 anni e una carriera d'attrice da condividere con la madre e le due sorelle, tutte educate alla libertà e all'indipendenza di una vita da palcoscenico. Il destino aveva però in serbo per Nelly un futuro ben diverso: incrociata per caso la strada di Charles Dickens, all'epoca all'apice della sua fama letteraria e ricercato dagli ammiratori come una vera e propria celebrità, la ragazza accettò di rinunciare a tutto, sparendo letteralmente dall'occhio indiscreto della società e consacrando la sua esistenza ad essere l'anima affine di cui lo scrittore aveva sempre sentito la mancanza.

Al mistero di Nelly, debitamente nascosta dell'amante al punto di divenire malapena un riflesso della donna che avrebbe potuto essere è dedicato The Invisible Woman, seconda regia di un Ralph Fiennes che sceglie di ritagliare per sé stesso anche l'imponente ruolo di Charles Dickens.

martedì 27 agosto 2013

Great Expectations


"You are part of my existence, part of myself. You have been in every line I have ever read, since I first came here, the rough common boy whose poor heart you wounded even then. You have been in every prospect I have ever seen since – on the river, on the sails of the ships, on the marshes, in the clouds, in the light, in the darkness, in the wind, in the woods, in the sea, in the streets. You have been the embodiment of every graceful fancy that my mind has ever become acquainted with. The stones of which the strongest London buildings are made, are not more real, or more impossible to displace with your hands, than your presence and influence have been to me, there and everywhere, and will be. Estella, to the last hour of my life, you cannot choose but remain part of my character, part of the little good in me, part of the evil. "
(Charles Dickens, Great Expectations)

Imbattibile osservatore e pittore di un'umanità tragica e indomabile, Charles Dickens ha plasmato il romanzo a sua immagine e somiglianza raccogliendo le voci di un mondo tanto doloroso e spietato quando generoso e compassionevole, ricreato sulla pagina con tale ricchezza di dettagli da assumere le vesti di un vero e proprio racconto cinematografico ante litteram: tuttavia, il desiderio di preservare la completezza delle sue opere e soddisfarne le ambizioni ha però spesso spinto anche troppo spesso la vastissima produzione dickensiana fra le braccia del piccolo schermo, mezzo senza dubbio più favorevole a dare respiro alla storia senza stringerla fra le inevitabili barriere spaziali e temporali che scandiscono la vita di un lungometraggio.

Ennesima dimostrazione di quanto sia difficile toccare le corde giuste per portare Dickens al cinema è la versione di Grandi Speranze(Great Expectations) firmata da Mike Newell, arrivata con tempismo perfetto in occasione delle celebrazioni per il bicentenario dello scrittore inglese e costretta suo malgrado a uno scontro quasi obbligato con l'omonima miniserie BBC  uscita appena un anno prima e illuminata da una grandissima Gillian Anderson, un ottimo Douglas Booth e  una magnetica Vanessa Kirby.

mercoledì 1 agosto 2012

Me, myself e le Giornate Professionali di Cinema



Gli straordinari eventi raccontati in questo post risalgono a più di un mese fa: un po' in ritardo sulla tabella di marcia, ma fra lo studio, Shakespeare(si, Shakespeare), inondazioni e cavallette il tempo m'è volato dalle mani e mi sono ritrovata con una bozza piena di ragnatele.

Buttare giù qualche riga è però cosa buona e giusta, perchè quando ti capita qualcosa d' importante e non gli dai la giusta importanza rischi di dimenticare troppo in fretta, cominciando a chiederti se sia successo davvero o se sia stata solo un'allucinazione da studio eccessivo.

In effetti, quando ho vinto il Concorso di Best Movie per partecipare alle Giornate Professionali di Cinema di Riccione non ci credevo nemmeno io: al Contest, che chiedeva di spiegare il proprio amore per il cinema in 150 caratteri avevano partecipato in tantissimi, ma quando sei alla scrivania a scioglierti fra un paragrafo e l'altro e apri distrattamente la pagina web per scoprire di avere tipo vinto un soggiorno a Riccione per 3 giorni, le possibilità che ti venga un colpo mentre salti dalla sedia aumentano pericolosamente. Ecco il link incriminato:

Vinci il cinema in anteprima: ecco il prescelto del contest

La famosa frase sul cinema comunque la riportiamo anche qui, per dovere di cronaca:“Vivere senza limiti né confini, morire e rinascere, per il tempo di una visione: se possiamo avere il cinema non abbiamo bisogno dell’immortalità.”


Così, dopo aver organizzato il viaggio tipo in 48 ore con difficoltà sovrumane( Vi ho mai raccontato del mio profondo odio per lo stretto e per il fatto di vivere su un'Isola? Non apriamo la parentesi collegamenti e trasporti please) mi sono ritrovata sulla Riviera col mio fantastico pass a respirare per 3 giorni ossigeno cinematografico.



Essere lì, al mio primo evento "ufficiale" nel settore insieme a tanti professionisti, è stato molto emozionante: non ero io, o meglio ero io ma in una dimensione alternativa dove mi sarei rimasta volentieri tipo per sempre.

giovedì 21 luglio 2011

Harry Potter and the Deathly Hallows: part 2


"Do not pity the dead, Harry. Pity the living and above all, those who live without love."

10 anni possono sembrare un'eternità, finché non ti accorgi che sono volati via in soffio portandosi via gioie,  dolori e memorie di un periodo che sembrava infinito e invece come tutte le cose era destinato a finire. Per me, nel puzzle di ricordi che rimane è impossibile non riservare un piccolo ma importante posto anche alla saga di Harry Potter: perché avevo solo 14 anni quando sono rimasta incantata dal film al punto tale da voler leggere subito il primo libro, perché era assolutamente normale che le gelatine fossero tutti i gusti più uno e le scale amassero cambiare, perché una volta ho pensato di citare una frase di Silente in un tema lasciando il prof d'italiano molto colpito, perché era bello analizzare ogni dettaglio dei romanzi con un'amica che oggi non c'è più, perché ogni volta che qualcuno mi diceva che dovevo mettere i piedi per terra potevo scegliere di ignorarlo e di rifugiarmi in una nuova storia sempre più ricca e straordinaria, mi è impossibile guardare indietro e non trovare Harry sulla mia strada. Adesso, dopo 7 libri e 8 film la storia è davvero finita e la sensazione è quella di aver dovuto dire addio a un caro amico e insieme a lui, a una parte della mia infanzia.

sabato 18 giugno 2011

THE monologue

"I am a Jew. Hath not a Jew eyes? hath not a Jew hands,
organs, dimensions, senses, affections, passions? fed with the same
food, hurt with the same weapons, subject to the same diseases,
healed by the same means, warmed and cooled by the same winter and
summer, as a Christian is? If you prick us, do we not bleed? if you
tickle us, do we not laugh? if you poison us, do we not die? and if
you wrong us, shall we not revenge? If we are like you in the rest,
we will resemble you in that. If a Jew wrong a Christian, what is
his humility? Revenge. If a Christian wrong a Jew, what should his
sufferance be by Christian example? Why, revenge. The villany you
teach me, I will execute, and it shall go hard but I will better
the instruction."

(Shylock Monologue)


domenica 23 agosto 2009

the reader

per un film come "the reader" trovare le parole giuste è cosa alquanto ardua se non impossibile:impossibile è infatti riuscire a trovare una scappatoia fra le innumerevoli chiavi di lettura e i prurigginosi interrogativi che la pellicola mette in luce,domande che richiedono risposte che nessun essere umano può essere in grado di dare.al di là di tutti gli scandali che il film ci presenta e al di là soprattutto della relazione fra michael e hanna ,che a mio parere se pur messa in bella vista è la cosa alla quale meno dovremmo attaccare il nostro sconvolgimento,ciò che davvero ci attanaglia è il peso della verità.una verità che ci costringe ad esaminare i singoli casi,una verità che ci costringe a vedere che il nazismo non è stato solo il prodotto di menti malate ma anche e soprattutto di ignoranza.un'ignoranza celata ,nascosta per vergogna come quella di hanna.ma la linea di demarcazione fra ciò che lecito ignorare e ciò che è disumano non comprendere è sottile al di là di ogni limite,come la linea fra ciò che sembra legalmente giusto e ciò che moralmente non lo è.fino a che punto una legge può essere applicata?fino a che punto un'ordine può essere eseguito senza discutere?se un giudice applica la legge agisce correttamente dal punto di vista legale le sue responsabilità morali sono intoccabili?tanti interrogativi,tante domande senza risposta.il vero problema è che cercare di rispondere vuol dire cercare di capire e non si può rischiare di trovare una giustificazione a una delle pagine più nere della storia.al di là di tutti i quesiti etici che scatena dentro di noi "the reader" è fondamentalmente un film sui sentimenti.quelli di michael ,giovane ragazzo appassionato che con tutta l'incoscienza della giovinezza si lancia nella relazione con hanna,sconvolgendo il suo stesso equilibrio di adolescente,e quelli di hanna,incapace di leggere e di provare calore finchè la consapevolezza delle sue azioni successivamente raggiunta non le fa comprendere che le sue colpe sono imperdonabili per arrivare poi all'estremo gesto senza redenzione.un film doloroso ,inquietante.bellissimo.





Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...

condividi