"I am Heathcliff."
Cime Tempestose Di Emily Brontë è una creatura letteraria inquieta e sfuggente, mostro vibrante di violenza e vendetta che forse sarebbe meglio non disturbare tanto spesso: nonostante le numerose trasposizioni cinematografiche e televisive i fantasmi di Catherine e Heathcliff non riescono a trovare riposo, rievocati al momento opportuno perché la loro storia di dolore sembra sempre un dono troppo prezioso per essere lasciato alla sola pagina scritta.
Sfidare questo capolavoro richiede dunque un impegno non indifferente e non c'è da stupirsi che la regista britannica Andrea Arnold( Red Road, Fish Tank) si sia lanciata nell'impresa sconfessando del tutto la struttura complessa, stratificata e vertiginosa dell'opera originale: presentato in anteprima alla 68ma Mostra del Cinema di Venezia il suo Wuthering Heights scarnifica il racconto fino al midollo, cancellando ogni traccia delle velleità romantiche e sentimentali tanto favorite dai precedenti adattamenti, per cedere il passo a una parabola negativa dal sapore sanguigno che non si risparmia nel dipingere l'essenza, quasi animalesca, dell'attrazione fatale fra i due protagonisti.