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mercoledì 2 luglio 2014

Maleficent me


Buongiorno miei prodi! Perdonate le lunghe assenze che questo spazio sta soffrendo ultimamente, il mio caro blogghino è vivo e in salute ma la sessione estiva is coming( preferiremmo l'inverno di Martin, ma per quello non ci sono molte speranze) e il tempo lentamente si consuma come nella canzone di Venditti; non preoccupatevi, le trasmissioni riprenderanno il prima possibile e con grandi novità fra film, telefilm, libri e approfondimenti.
Meanwhile, let's celebrate! Come ben sapete Maleficent non mi aveva fatta impazzire, ma questo non ha impedito che un estratto della mia recensione venisse pubblicato su Ciak di luglio. W Angelina Jolie! W Ciak! Rejoice!




domenica 8 giugno 2014

Maleficent




"Oh dear. What an awkward situation."

Fortemente voluto da Walt Disney in persona a ragione di un ingente investimento di tempo e denaro e di un primato nell'animazione all'epoca ineguagliabile, alla sua uscita in sala nel 1959 La Bella Addormentata nel Bosco si rivelò un tale disastro da far cancellare la parole Fiaba dagli annali degli Studios fino ai primi anni 90', quando una Sirenetta adolescente di nome Ariel riavviò una tradizione che fra alti e bassi ha proseguito la sua corsa fino ad oggi; all'epoca nessuno poteva saperlo, ma i ricordi dell'immane perdita economica, dei licenziamenti e dei severi giudizi della critica sarebbero presto svaniti, consentendo al film di essere riconosciuto come un capolavoro del cinema d'animazione e di entrare a far parte, a dispetto dei suoi trascorsi burrascosi, dell'immaginario che ha colorato la nostra infanzia.

Cresciuti nella nuova era del digitale e abituati a un modo diverso di concepire fabula e intreccio nei lungometraggi d'animazione, i bambini di oggi avranno probabilmente accolto Maleficent con grande entusiasmo e senza colpo ferire, ma per chi ama il cartone originale è davvero difficile guardare al concept del film di Robert Stromberg e non sentirsi in qualche modo amareggiati, o peggio ancora, traditi; tutti ci siamo lasciati conquistare da Frozen e non c'è da stupirsi che nel suo piano per il restyling dei topoi fiabeschi la Disney abbia deciso d scommettere sul "girl power" e su un bisogno di indipendenza che non ha più bisogno di principi di passaggio e rapidi sposalizi per poter essere appagato, ma dal momento che ad essere destrutturata è stata non la fiaba originale di Perrault ma lo stesso film del '59, la sensazione che si avverte è che l'ansia di cavalcare l'onda progressista dei tempi (benvenuta e benedetta, sia chiaro) sia stata tale da spingere la Casa di Topolino persino a rinnegare sé stessa, attirando i nostalgici della prima Sleeping Beauty solo per metterli di fronte alla totale demolizione di uno dei suoi villain più riusciti e carismatici.
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