venerdì 28 marzo 2014

Words as weapons sharper than knives



Here comes the woman
With the look in her eye
Raised on leather
With flesh on her mind
Words as weapons sharper than knives
Makes you wonder how the other half die
The other half die

The devil inside
The devil inside
Every single one of us the devil inside

Here come the man
With the look in his eye
Fed on nothing
But full of pride
Look at them go
Look at them kick
Makes you wonder how the other half live
The other half live

The devil inside
The devil inside
Every single one of us the devil inside

The devil inside
The devil inside
Every single one of us the devil inside

The devil inside
The devil inside
Every single one of us the devil inside
The devil inside

"Devil Inside"
 INXS (London Grammar cover)



IT'S COMING...

martedì 25 marzo 2014

Vikings 2x04: Eye for An Eye


“I don’t care about treasure. I’m a very curious man. I want to see your lands and I want to see how you farm them. I am really a farmer”

Un uomo diverso da ogni altro, ansioso di gettarsi a capofitto nell'ignoto e incuriosito dalle opportunità che possono nascondersi dietro differenti usanze e culture: pur immersa in un'atmosfera dal forte misticismo che accoglie ben volentieri elementi sovrannaturali e grandi profezie, la leggenda di Ragnar Lothbrok rimane ad oggi un'arteria fondamentale dell'arco narrativo che Vikings ha intrapreso, forte della caratterizzazione di un eroe che non desidera compiere imprese eccezionali quanto realizzare la sua visione, incredibilmente moderna rispetto a quella dei suoi contemporanei: non ci stupisce quindi che nel quarto episodio Eye for An Eye Ragnar spieghi chiaramente a Re Ecbert, forse il primo avversario davvero all'altezza delle sue ambizioni, di voler restare nel Wessex non tanto per depredare ricchezze quanto per conoscere il territorio fino a "colonizzarlo", in modo da garantire alla sua gente inverni meno rigidi e terre più fertili.

sabato 22 marzo 2014

Poet's Corner No.18



"In Belmont is a lady richly left;
And she is fair, and, fairer than that word,
Of wondrous virtues: sometimes from her eyes
I did receive fair speechless messages:
Her name is Portia, nothing undervalued
To Cato's daughter, Brutus' Portia:
Nor is the wide world ignorant of her worth,
For the four winds blow in from every coast
Renowned suitors, and her sunny locks
Hang on her temples like a golden fleece;
Which makes her seat of Belmont Colchos' strand,
And many Jasons come in quest of her.
O my Antonio, had I but the means
To hold a rival place with one of them,
I have a mind presages me such thrift,
That I should questionless be fortunate!"

William Shakespeare
The Merchant of Venice, Act 1, Scene 1 

venerdì 21 marzo 2014

Vikings 2x03: Treachery




Ogni azione ha una conseguenza, ogni scelta è una strada piena di incognite che potrebbe presto rivelarsi senza uscita: al terzo episodio, la seconda stagione di Vikings spinge i protagonisti a fare i conti con i cambiamenti affrontati nel corso nel gap temporale di 4 anni voluto dalla serie, mostrandoci allo stesso tempo quanto sia difficile per loro voltare le spalle al passato.

mercoledì 19 marzo 2014

Romeo and Juliet


"For never was a story of more woe. Than this of Juliet and her Romeo"

Dire che a un'opera come Romeo e Giulietta dovrebbe essere negata una nuova trasposizione cinematografica è un'affermazione dolorosa: è vero, stiamo parlando della tragedia shakespeariana più conosciuta e rappresentata al mondo, ma per quanto familiare possa sembrarci la voce che da secoli incanta generazioni di lettori e spettatori ogni nuovo ascolto è un'altra opportunità per ritrovare la magia sempiterna di una storia che in qualche modo ci ha sempre accompagnato.

Dopo l'indimenticabile affresco di Franco Zeffirelli, la psichedelica versione postmoderna di Baz Luhrmann e il fantabackstage dello Shakespeare in Love di John Madden, proporre la sfortunata vicenda dei due giovani amanti di Verona in una confezione degna di nota è comunque una sfida impegnativa, complicata dall'avanzare di presuntuosi concorrenti che vorrebbero indegnamente prendere il posto dei nostri beniamini nel cuore delle nuove generazioni.

Per sfuggire l'ombra molesta di Edward e Bella e dei loro numerosi parenti l'unica opzione era tornare alle origini e puntare su una trasposizione filologicamente fedele, in grado di fondere la passione e il romanticismo del testo con sontuose ambientazioni e scenari da favola: ci prova Carlo Carlei, accompagnando la cornice raffinatissima del suo Romeo e Giulietta ad una manovra di svecchiamento che scommette su un cast giovanissimo e su una sceneggiatura, scritta dal Julian Fellowes di Downton Abbey, decisa a contestualizzare gli eventi e a garantire maggiore fluidità alla narrazione; offrire a un presente piuttosto cinico e disilluso una versione ben ancorata ai fasti della tradizione è azzardoso ma il film di Carlei riesce a trovare la sua dimensione e a garantire un risultato pregevole, per quanto sporcato da una serie di debolezze difficilmente occultabili.

STEVEN SEAGAL ACTION in edicola con la Gazzetta dello Sport



Pronti per passare all'azione? La Gazzetta dello Sport propone una nuova collezione dedicata ad uno dei miti dell'action movie, Steven Seagal: si tratta di STEVEN SEAGAL ACTION, collana in DVD disponibile in edicola a partire dal 13 marzo 2014 che raccoglierà alcuni dei più grandi classici dell'attore.

In ogni DVD troverete un ricco booklet di 32 pagine con tutte le curiosità e i retroscena sul film in uscita e una biografia dettagliata e a puntate di Seagal.

Completano il booklet anche approfondimenti socio-culturali sugli anni 80 e biografie dei protagonisti principali: la collezione vanta ben 33 uscite e i primi 3 titoli( "NICO", “Trappola in alto mare” e “Trappola sulle Montagne Rocciose”) saranno eccezionalmente disponibili anche in versione Bluray.

Per ogni ulteriore informazione e per acquistare la collana a costi ridotti direttamente online, potete consultare il sito ufficiale dell'iniziativa qui: http://goo.gl/GkDIZt


domenica 16 marzo 2014

Poet's corner No.17



"There is a lady sweet and kind,
Was never face so pleas’d my mind;
I did but see her passing by,
And yet I love her till I die.

Her gesture, motion, and her smiles,
Her wit, her voice, my heart beguiles,
Beguiles my heart, I know not why,
And yet I love her till I die.

Her free behaviour, winning looks,
Will make a lawyer burn his books;
I touch’d her not, alas! not I,
And yet I love her till I die.

Had I her fast betwixt mine arms,
Judge you that think such sports were harms,
Were’t any harm? no, no, fie, fie,
For I will love her till I die.

Should I remain confined there
So long as Ph{oe}bus in his sphere,
I to request, she to deny,
Yet would I love her till I die.

Cupid is winged and doth range,
Her country so my love doth change:
But change she earth, or change she sky,
Yet will I love her till I die."

There is a Lady sweet and kind
Thomas Ford's Music of Sundry Kinds

giovedì 13 marzo 2014

Vikings 2x02: Invasion




Quello del salto temporale è un espediente ideale per fare in modo che una serie non ristagni troppo su sé stessa: saranno stati sufficienti i 4 anni trascorsi fra il primo e il secondo episodio della nuova stagione di Vikings per far dimenticare a Ragnar Lothbrook la vita condivisa con la moglie Lagertha e il primogenito Björn? Nonostante la presenza di Aslaug al suo fianco, un nuovo erede maschio e un altro in arrivo l'uomo è come previsto tutt'altro che soddisfatto, schiacciato dal pensiero di non rivedere mai più quel figlio che aveva scelto saggiamente di ribellarsi al suo incomprensibile capriccio e all'umiliazione riservata alla madre, un giovane che a detta dell'indovino è destinato a sposare la figlia di un re e a compiere grandi imprese.

domenica 9 marzo 2014

Twelve Years A Slave



"There's nothing to forgive."


Una sola parola, affidata con gli occhi rossi di pianto ad una moglie ormai sfiorita e a due figli lasciati bambini e cresciuti senza padre: "perdonatemi" dice Solomon Northup, nero nato libero nello stato di New York, una volta tornato da quella famiglia a cui era stato portato via con l'inganno per essere ridotto in schiavitù dall'economia di un Sud che insisteva nel fare della compravendita dell'essere umano la sua arteria di sostentamento; una richiesta di quelle che non ti aspetti, il bisogno di fare ammenda per un'assenza durata 12 interminabili anni e per aver rotto la promessa fatta a sè stesso di non accontentarsi di sopravvivere in cattività anno dopo anno, ma anche un monito per una Nazione intera che non ha ancora smesso di espiare le sue colpe e prova a usare il cinema, strumento divulgativo per eccellenza, per educare ed educarsi.

Che nell'era di Barack Obama stiano fioccando i film dedicati al tema della schiavitù e del razzismo negli States non è certo un caso, ma laddove il momento è propizio per aprire un vaso di Pandora tenuto nascosto troppo a lungo è difficile affrontare simili memorie senza patinature retoriche: con Twelve Years A Slave( in Italia, 12 anni schiavo), tratto dalla autobiografia che lo stesso Solomon Northup scrisse poco tempo dopo la sua liberazione, Steve McQueen opta invece per un'estetica durissima che non lascia spazio all'immaginazione, illustrando con dovizia un diario del dolore pronto a rimandare indietro tutte le lacrime a colpi di frustate e a spargere sale su una ferita già bruciante.

giovedì 6 marzo 2014

Vikings 2x01: Brothers' War



Un ritorno in grande stile, epico quanto basta ma come sempre attento ai personaggi e al macrocosmo che li circonda: la seconda stagione di Vikings è finalmente approdata su History Channel aprendo i battenti con uno scontro, visivamente epocale per la storia della serie, che ha visto per la prima volta i due fratelli Ragnar e Rollo affrontarsi sul campo per la supremazia: una battaglia girata e coreografata con grande cura che vede due eserciti impegnati a decimarsi l'un altro finché ad avere la meglio non è l'amore fraterno, in nome di un vincolo di sangue incapace di soccombere all'ambizione per il potere.

domenica 2 marzo 2014

Philomena



"Do You think I should do a human interest story?"

è il 1954 quando Anthony Lee atterra per la prima volta negli States insieme ai genitori adottivi: i suoi 3 anni, protetti solo da uno stretto cappottino e da un aereo giocattolo abbracciato gelosamente, dovrebbero essere troppo pochi per salvare intatta la memoria di quel giorno e per comprenderne a pieno il significato, ma lo sguardo del bambino sembra suggerire diversamente; serio, contrariato, quasi consapevole di aver dovuto rinunciare alla sua Irlanda e a una madre che gli sarebbe mancata per il resto della vita il piccolo Anthony è rimasto lì, prigioniero per quasi cinquant'anni di quella fotografia in bianco e nero scattatagli all'arrivo in aeroporto, nell'attesa che il libro scritto dall'ex giornalista della BBC Martin Sixsmith (The Lost Child of Philomena Lee, pubblicato nel 2009) raccontasse finalmente la sua storia.

Il racconto di come Anthony Lee sia diventato Michael Hess e di come Philomena, la mamma diciannovenne che l'aveva perso per colpa di un collaudato sistema di adozioni gestito da una chiesa cattolica bigotta e intollerante, sia riuscita a mettersi sulle sue tracce aveva un potenziale drammatico tanto elevato da rendere auspicabile una trasposizione cinematografica, ma senza una regia dalla mano ferma e una sceneggiatura ben calibrata forse avremmo avuto soltanto un'altra storia strappalacrime perfetta per un passaggio televisivo pomeridiano: diretto da Stephen Frears e scritto da Steve Coogan e Jeff Pope Philomena prende le distanze dalla categoria giocandosi la carta dell'emotività con aplomb tipicamente british, grazie a uno script capace di toccare le corde giuste dosando con cura il tasso zuccherino.
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