Ogni azione ha una conseguenza, ogni scelta è una strada piena di incognite che potrebbe presto rivelarsi senza uscita: al terzo episodio, la seconda stagione di Vikings spinge i protagonisti a fare i conti con i cambiamenti affrontati nel corso nel gap temporale di 4 anni voluto dalla serie, mostrandoci allo stesso tempo quanto sia difficile per loro voltare le spalle al passato.
"Treachery" segue così Ragnar, Rollo e Lagertha, al momento divisi ma senza dubbio destinati a riunirsi quanto prima, in 3 differenti scenari: scopriamo che Lagertha ha cercato rifugio in un nuovo matrimonio, legandosi a un altro " Earl" che non esita a trattarla con durezza e a tenere sotto controllo Bjorn, ormai adolescente e ansioso di prendere la sua strada per scoprire ciò che è davvero importante nella vita proprio come Ragnar gli aveva insegnato.
Nel Wessex, Ragnar e i suoi uomini attaccano su suggerimento su Athelstan(!) l'Abbazia di Winchester, saccheggiando oggetti sacri e uccidendo preti e soldati; per quanto si tenda ad simpatizzare coi vichinghi e ritenerli per affetto i buoni della storia, è importante non dimenticare che i nostri sono capaci di spietatezza tanto quanto i loro nemici più prossimi ed in tal senso è davvero straordinario il lavoro operato dallo sceneggiatore Michael Hirst sui due personaggi che più rappresentano tale conflitto: se nonostante i tanti anni trascorsi al potere Ragnar dimostra ancora una genuina curiosità verso le eccezionali credenze religiose dei cristiani, il suo cuore di contadino si risveglia improvvisamente una volta compreso che un clima meno ostile e un territorio facile da coltivare come quello Britannico potrebbero garantire la salvezza e la prosperità del suo popolo.
A catalizzare la nostra attenzione è però Athelstan, passato dalla condizione di prigioniero a quella di apostata nell'arco di appena una stagione: la commozione nell'accarezzare nuovamente le pagine presenti nello scriptorium non è sufficiente a fargli mettere da parte quell'ascia appena affilata e insanguinata che ha segnato la sua rinascita come uomo in un'identità che sembra avergli restituito serenità e realizzazione, ma non ci sono dubbi che il personaggio abbia davanti a sé una lunga lotta tutta interiore e che George Blagden abbia i mezzi per gestirla magnificamente.
A Kattegat, la sicurezza dimostrata da Ragnar nel salpare con gli uomini migliori paga caro il suo prezzo: desideroso di vendetta Jal Borg attacca le sue terre e riesce a prendere il potere nonostante la resistenza e il coraggio delle poche forze guidate da Rollo, costretto a prendere sulle sue spalle anche il fardello di dover lasciare campo libero al nemico per proteggere i figli del fratello.
Non sappiamo ancora con certezza quale sarà modus operandi di Hirst per i nuovi episodi e siamo consapevoli che l'aver già scavato a fondo sul fascino dell'ignoto esercitato dalla cultura vichinga richieda adesso un lavoro di maggiore approfondimento sulle sfide e i conflitti personali dei personaggi, ma Treachery è un episodio memorabile, ricco e stratificato quanto basta per dimostrare che la serie è destinata a navigare verso lidi sempre più promettenti.
Leggi su cinefilos/serietv: Vikings 2×03 recensione dell’episodio con Travis Fimmel
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