"This is a tale of woe, this is a tale of sorrow, a love denied, a love restored to live beyond tomorrow. Lest we think silence is the place to hide a heavy heart, remember to love and be loved is life itself, without which we are naught."

Cammina a passo svelto e nervoso, senza mai voltarsi indietro, sulla spiaggia deserta dove le onde spezzano il silenzio, instancabili; Ellen Robinson fa quel percorso ogni mattina, non curante degli impegni lasciati in sospeso o del fatto che il marito possa preoccuparsi per la sua assenza, inseguita dall'ombra che non può smettere di perseguitarla e di darle conforto per tutto ciò che ha ormai perduto: una volta si chiamava Nelly Ternan, aveva solo 18 anni e una carriera d'attrice da condividere con la madre e le due sorelle, tutte educate alla libertà e all'indipendenza di una vita da palcoscenico. Il destino aveva però in serbo per Nelly un futuro ben diverso: incrociata per caso la strada di Charles Dickens, all'epoca all'apice della sua fama letteraria e ricercato dagli ammiratori come una vera e propria celebrità, la ragazza accettò di rinunciare a tutto, sparendo letteralmente dall'occhio indiscreto della società e consacrando la sua esistenza ad essere l'anima affine di cui lo scrittore aveva sempre sentito la mancanza.
Al mistero di Nelly, debitamente nascosta dell'amante al punto di divenire malapena un riflesso della donna che avrebbe potuto essere è dedicato The Invisible Woman, seconda regia di un Ralph Fiennes che sceglie di ritagliare per sé stesso anche l'imponente ruolo di Charles Dickens.