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mercoledì 17 dicembre 2014

I bid you all a very fond farewell


I saw the light fade from the sky 
On the wind I heard a sigh 
As the snowflakes cover my fallen brothers 
I will say this last goodbye 

Night is now falling 
So ends this day 
The road is now calling 
And I must away 
Over hill and under tree 
Through lands where never light has shone 
By silver streams that run down to the sea 

Under cloud, beneath the stars 
Over snow one winter’s morn 
I turn at last to paths that lead home 
And though where the road then takes me 
I cannot tell 
We came all this way 
But now comes the day 
To bid you farewell 
Many places I have been 
Many sorrows I have seen 
But I don’t regret 
Nor will I forget 
All who took the road with me 

Night is now falling 
So ends this day 
The road is now calling 
And I must away 
Over hill and under tree 
Through lands where never light has shone 
By silver streams that run down to the sea 

To these memories I will hold 
With your blessing I will go 
To turn at last to paths that lead home 
And though where the road then takes me 
I cannot tell 
We came all this way 
But now comes the day 
To bid you farewell 

I bid you all a very fond farewell.

The Last Goodbye
Billy Boyd



This is not a farewell. Not for me.

domenica 23 dicembre 2012

The Hobbit: An Unexpected Journey



















"In a hole in the ground there lived a hobbit. Not a nasty, dirty, wet hole, filled with the ends of worms and an oozy smell, nor yet a dry, bare, sandy hole with nothing in it to sit down on or to eat: it was a hobbit-hole, and that means comfort."

In un lontano inverno di circa 10 anni fa i Tolkeniani di tutto il mondo affilavano asce e spade per accogliere la trasposizione del Signore degli Anelli filmata da Peter Jackson, ansiosi di sapere se la sacra opera del Professore fosse stata tradita o rispettata dal regista neozelandese: i puristi non saranno forse rimasti del tutto soddisfatti, ma nessuno oserebbe contestare il posto d'onore che la grandiosa trilogia cinematografica ha conquistato nella storia del Cinema, oltre che nel cuore dei tanti fan che si sono innamorati della complessa mitologia della Terra di Mezzo.

Eccoci allora di nuovo qui, carichi di speranza e aspettative, pronti a metterci nelle mani di Peter Jackson e a partire verso un'altra avventura insieme a Bilbo Baggins, zio di Frodo che fra mille misteri si era congedato poco dopo l'inizio della Compagnia dell'Anello, per ripercorrere all'indietro le tappe di un viaggio del tutto inedito per il giovane hobbit ma che per noi ha il benvenuto e piacevole sapore della rinascita.

Scritto prima che il mondo fantastico creato da Tolkien acquistasse la sua forma definitiva e concepito come un libro per ragazzi, "The Hobbit, or there and back again" non sembrava possedere la stessa forza narrativa del suo successore "The Lord of The Rings", né giustificare l'azzardosa scelta della produzione di ricavare una vera e propria trilogia dalle sue umili 340 pagine: l'opportunità di cavalcare il più possibile l'onda lunga del successo era troppo ghiotta per non essere sfruttata, ma la sceneggiatura firmata dal regista insieme a Fran Walsh e Philippa Boyens riesce per fortuna a mettere a segno un primo capitolo emozionante senza farci mai avvertire il vuoto dell'incompiuto, determinato a vestire gli abiti di un prequel fresco e leggero ma non per questo meno spettacolare ed ambizioso.

Adattando abbastanza fedelmente le prime 130 pagine del libro attingendo anche al resto della produzione dell'autore e alla pura e semplice fantasia, con "The Hobbit: An Unexpected Journey" Jackson porta sullo schermo una storia che chiede di vivere di vita propria ma che non dimentica lo strettissimo legame con la grande Epopea che la Trilogia dell'Anello ha regalato agli anni '00.
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