"Vuoi morire assiderato qui con me?"

Può un amore palesemente scritto nel destino dover attendere dieci anni prima di sbocciare pienamente? Dopo "Harry ti presento Sally" e in attesa dell'imminente "un giorno" di Lone Scherfig con Anne Hathaway e Jim Sturgess, nuove passioni lente ad esprimersi attraversano i "dieci inverni" di Valerio Mieli: ben lontano dal rischio di cadere nelle trappole delle più tremende commedie sentimentali, il luminoso esordio del regista romano è un racconto pulito e spontaneo, abile nel descrivere i quadri invernali del decennio che porta ai trent'anni senza la retorica e le convenzioni giovanili esasperate dai romanzi di Moccia, regalandoci un'esperienza intimamente coinvolgente e felicemente isolata dai più recenti trend di un cinema italiano quasi poco interessato a lavorare su un terreno più squisitamente emotivo, senza prendersi in giro e cercare la risata.