venerdì 19 settembre 2014

Doctor Who 8x04: Listen


It doesn’t matter if there’s nothing under the bed or in the dark, so long as you know it’s okay to be afraid of it. So, listen. If you listen to nothing else, listen to this. You’re always going to be afraid, even if you learn to hide it. Fear is like a companion. A constant companion, always there. But that’s okay, because fear can bring us together. Fear can bring you home. I’m going to leave you something just so you’ll always remember… fear makes companions of us all.

Gelida e paralizzante, la paura è una compagna fedele che non ci abbandona mai e che approfitta di ogni nostro prezioso momento di fragilità per riuscire a trionfare: questo il leitmotiv del quarto episodio dell’ottava stagione di Doctor Who, Listen, che abbandonate le atmosfere leggere del Robot of Sherwood di Mark Gatiss entra a buon diritto, grazie allo splendido script di Steven Moffat, nella lista degli episodi più terrificanti ed emozionanti di questa Nuova Era.


Più metodico e introverso, il Dodicesimo Dottore affronta i misteri che lo circondano senza la curiosità e l’entusiasmo dei suoi predecessori, preferendo un approccio razionale e quasi investigativo: certo dell’esistenza di strane creature pronte a tormentarci non viste nell’oscurità, il Dottore chiede subito l’aiuto di Clara per cercare di tornare a quel momento specifico della sua infanzia in cui queste avevano tormentato i suoi sogni di bambina. Distratta da un appuntamento finito malamente col Collega Danny Pink Clara ha però ben altro per la testa, finendo per condizionare il viaggio e  trascinare lei e il Dottore nel solitario orfanotrofio dove il piccolo Danny aveva trascorso l’infanzia.

Dopo una settima stagione che ci aveva costretto a dare spesso per scontata la grande intesa col Dottore e a fidarci dei suoi soufflè, Clara ha finalmente ottenuto lo spazio necessario per essere un personaggio a tutto tondo e imparare a farsi amare dagli spettatori: indipendente e felice di un’esistenza alla quale non sembra intenzionata a rinunciare, La Ragazza Impossibile si rivela più che mai materna e protettiva non solo nei confronti del piccolo Danny ma anche e soprattutto dello stesso Dottore, involontariamente condizionato da lei nell’infanzia a causa di una nuova distorsione temporale indesiderata.

Molti Whovian si sono detti scandalizzati dalla scelta di Moffat di rendere Clara così rilevante nella formazione personale del Dottore, ma Doctor Who non ha mai mancato di aggiungere e arricchire il substrato del personaggio trovando opportune soluzioni alla violazione delle sue stesse regole: la capacità della serie di riuscire a commuovere e a far riflettere esorcizzando ( senza mai rinunciare a una buone dose di genuino terrore) le paure che tormentano bambini e adulti è un dono prezioso che vale la pena incoraggiare e onorare, anche se questo significa mettere da parte logiche ferree e sacre tradizioni.

Ottimo anche il lavoro svolto su Danny Pink: il suo passato militare era già stato fonte di speculazione, ma adesso abbiamo scoperto che era in missione di pace e che la sua malinconia è stata forse dettata da un’infanzia infelice e dalla lotta costante, condivisa col Dottore, per superare le proprie paure in solitudine: l’esistenza del suo discendente Orson Pink, viaggiatore nel tempo spinto da una tradizione di famiglia ( dobbiamo pensare che possa essere nipote della stessa Clara?) continua però a infittire il mistero intorno alla sua storyline.

Complesso e stratificato, Listen porta con sè il meglio della firma di Steven Moffat, trascinandoci in un vortice temporale di lacrime ed emozioni che difficilmente riusciremo a dimenticare.

Leggi su cinefilos/serietv: Doctor Who 8×04 recensione dell’episodio con Peter Capaldi

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