Essere o non essere Amleto? La rosa degli attori pronti a
mettersi alla prova nel ruolo del Principe di Danimarca continua ad allargarsi
regalando al suo pubblico, ormai familiare col capolavoro Shakespeariano e per
questo ancora più esigente, interpretazioni diversissime l'una dall'altra.
Hamlet ha sempre
assorbito senza difficoltà i dubbi dell'uomo contemporaneo, spinto sull'orlo
del baratro dalle sue scelte e dalle ambizioni di un mondo lentamente destinato
a sgretolarsi: l'allestimento che Nicholas
Hytner ha diretto per il National Theatre nel 2010
e che abbiamo avuto l'opportunità di vedere in sala lo scorso 28 gennaio è
comunque riuscito a restituire nuova freschezza all'Opera come al suo
protagonista, un Rory Kinnear(TheHollow Crown, Skyfall) ancora
troppo poco conosciuto fuori dal Regno Unito rivelatosi un interprete fine e
versatile senza nulla da invidiare ai suoi predecessori.
La Danimarca è una prigione più tetra del solito nella
visione di Hytner, parecchio insistente nella costruzione di una nervatura
politica che guarda ad Elsinore come al simbolo di una Dittatura
Novecentesca, spalleggiata da una polizia compiacente; le finestre che separano
i singoli ambienti della scena, scarna e cupa quanto il lutto che domina ancora
la mente e il cuore di Amleto, lasciano intravedere l'occhio vigile di uno
Stato che fra telecamere nascoste e bisbigli sommessi lascia scoperti tutti i
personaggi al punto da rendere giustificabili, se pur discutibili in ordine
alle intenzioni del Bardo, inediti sviluppi nella storia ( la morte di Ofelia
trasformata in un delitto opportunamente insabbiato).
Già ampiamente sperimentata con esiti più o meno felici
nelle versioni con Ethan Hawke e David
Tennant, l'attualità serve il dramma al meglio delle sue possibilità( lo
svelamento della rappresentazione
dell'assassinio di Gonzalo, accompagnato dall'elegante coreografia dei
mimi protagonisti, è un gioiello), ma il suo più grande merito va ben al di là del
mero abbellimento scenico: smessi gli abiti della regalità e abbandonati
polverosi schemi, il palcoscenico riscopre l'atemporalità del verso in accordo
a un'umanità che non ha mai cessato di essere autentica, fragile e del tutto
priva di certezze.
Perfetto dunque è Rory Kinnear, nei panni di un
Amleto trentenne e infelice che mantiene intatte l'intemperanza, l'ardore e la
malinconia di una giovinezza resa ancor più acerba da un destino troppo grande
e ineludibile; sempre pronta ad annegare i suoi fallimenti in un bicchiere di
Whisky, Claire Higgins è una splendida Gertrude, mentre Patrick Malahide (Game of Thrones) interpreta Claudio con la compostezza e la spavalderia di un
moderno Capo di Stato.
La ricerca dell'Amleto definitivo è una chimera affascinante
che non possiamo fare a meno di inseguire, ma forse non è ciò di cui abbiamo
davvero bisogno: se il nostro principe non è un Eroe multiforme ma soltanto un
uomo, mai timoroso di mostrarsi debole o esitante di fronte al suo pubblico, in
un mondo che forse comincia a stancarsi degli eroi e di inseguire un'innaturale
perfezione l'Amleto di Rory Kinnear non può che ritrovare sé stesso.
Leggi su cinefilos.it: Hamlet recensione dello spettacolo del National Theatre
Subisco sempre un certo fascino, di fronte alla figura dell'Amleto. E immaginarmi queste numerose rivisitazioni un po' spaventa, un po' incuriosisce. Per me Kenneth detiene il primato assoluto, ma riconosco di averne visti ancora troppo pochi per una valutazione definitiva (che poi definitiva non sarà mai). ;-)
RispondiEliminaAmleto è l'opera Shakesperiana che amo di più in assoluto, l'ho incontrata per la prima volta quando avevo 11 anni e da allora non mi ha più lasciata :) scegliere un Amleto definitivo è impossibile, è un personaggio troppo complesso e immortale perchè qualcuno riesca a coglierne tutte le sfumature, anche se ad oggi " il mio Amleto" rimane comunque Kenneth Branagh ( mentre per esempio non mi è mai piaciuto molto quello di Mel Gibson o di Ethan Hawke): Rory Kinnear è stato a suo modo impeccabile, anche perchè la gestione di un simile ruolo nella cornice teatrale ( che di diritto gli appartiene) dà senza dubbio sensazioni molto diverse da quelle che, pur con una devozione totale, possono venire da un lungometraggio :)
EliminaL'Amleto di Branagh è un capolavoro e mi sarebbe piaciuto vedere questo ma, siccome nella mia città le iniziative teatrali della Nexo non arrivano, ho dovuto fare una scelta migratoria: io aspetto aprile per poter andare a Genova e gustarmi il Coriolanus con Tom Hiddleston! :)
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