"There can be no break from it"
Tutti eravamo ansiosi di sapere come Downton Abbey avrebbe affrontato le conseguenze degli sconvolgenti e tanto contestati eventi accaduti nello scorso episodio, ma nonostante le notevoli polemiche e le critiche più aspre dei detrattori possiamo adesso dire con tranquillità che Julian Fellowes è in effetti riuscito a gestire la situazione con cautela e moderazione, confezionando un quarto episodio particolarmente azzeccato anche con riguardo alle storyline degli altri personaggi.
Invece di far trascorrere un lasso di tempo sufficiente per dare modo ad Anna di elaborare anche solo in parte il terribile trauma subito, la casa si risveglia a poche ore di distanza dall’incantevole esibizione di Nelly Melba preparandosi a salutare tutti gli ospiti presenti e soprattutto l’affascinante Lord Anthony “Tony”Gillingham, il cui interesse nei confronti di Lady Mary è ormai diventato anche troppo evidente: nonostante i dissapori legati al finale della terza serie, Fellowes sa bene che il ricordo di Matthew è ancora vivo e vigile nel cuore della moglie e ovviamente degli stessi spettatori, scegliendo saggiamente di non pressare in modo inopportuno la sensibilità di un personaggio non ancora pronto a riaprirsi al sentimento per amare di nuovo; un nuovo incontro fra Tony e Mary, giunta a Londra insieme a Branson e a Rose per risolvere una questione legata alla tenuta, sarà comunque l’occasione per assaporare un po’ delle luci dei ruggenti anni 20′ e conoscere in un Jazz Club l’attesissimo Jack Ross, primo personaggio di colore della serie che senza dubbio porterà fra le mura di Downton anche il delicatissimo tema del razzismo.
A dominare lungo l’intero arco della puntata è però Mrs Hughes, decisa a vegliare sugli abitanti della casa come una madre amorevole e protettiva: che la dolce signora Elsie sia insieme a Carson una delle colonne portanti di Downton non è una novità, ma vederla scendere in campo in prima persona per raccogliere le confidenze dello stesso maggiordomo e difendere i più giovani dai loro tormenti e debolezze è davvero una gioia. Purtroppo, l’affetto e la solidarietà di Mrs Hughes non sono sufficienti a salvare l’ex chauffeur dal disagio per un mondo che gli è ancora estraneo né a guarire Anna dalle ferite che la tormentano, ma la presenza della governante offre egualmente all’episodio innegabile delicatezza ed equilibrio.
Anche Lady Edith avrebbe avuto bisogno di qualche prezioso consiglio: sembra effettivamente un peccato che per concentrarsi tanto sulla relazione con Michael Gregson la sceneggiatura abbia momentaneamente messo da parte la sua tanto agognata carriera di giornalista, ma speriamo che nonostante la spiacevole sensazione che qualcosa finirà inevitabilmente per incrinarsi tutto possa alla fine volgere al meglio per la secondogenita dei Crawley.
Pronto ad andare dritto per la sua strada dribblando ogni polemica, il quarto episodio della quarta serie di Downton Abbey ci regala uno spettacolo piacevole, dolce e affettuoso ma non per questo meno commovente, vigile e attento.
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