Dopo The Social Network di David Fincher, il meraviglioso e inquietante mondo della rete cattura di nuovo l’attenzione del grande schermo con Wikileaks - il Quinto Potere ( The Fifth Estate), pellicola diretta da Bill Condon in arrivo nelle sale italiane il 28 ottobre 2013: il film, dedicato alla genesi del famigerato sito divenuto nel giro di pochi anni un vero e proprio portale per la divulgazione di scottante materiale classificato e un inno alla libertà di informazione, racconterà gli eventi che più hanno contraddistinto l’attività del sito( le violazioni dei diritti umani perpetrate dal governo Kenyota, il crack della banca islandese Kaupthing e soprattutto l'incontenibile fuga di documenti classificati dell'esercito americano grazie alla talpa Bradley Manning) attraverso gli occhi del suo carismatico fondatore Julian Assange e di Daniel Domsheit-Berg, suo braccio destro e amico dal 2007 al 2010.
Basata sui libri “Inside WikiLeaks. La mia esperienza al fianco
di Julian Assange nel sito più pericoloso al mondo” di Berg e "Wikileaks. La battaglia di Julian
Assange contro il segreto di stato" dei giornalisti del Guardian Luke
Harding e David Leigh, la pellicola è stata subito osteggiata come strumento di
discredito e veicolo di falsità dal fondatore di WIkileaks, ad oggi ancora
barricato nell’ambasciata ecuadoregna a Londra in veste di rifugiato politico:
di contro, il regista e gli attori hanno sempre difeso il valore del film come
opera di finzione e l’intenzione di proporre un affresco equilibrato e non
fazioso, fornendo al pubblico gli strumenti necessari per stimolare un dibattito.
Tutti i problemi nell’interpretare
un personaggio vivente senza il consenso dello stesso non sono ricaduti tanto
su Daniel Bruhl( Rush), chiamato a vestire i panni di
Daniel Domsheit-Berg in un clima di assoluta collaborazione quanto su Benedict Cumberbatch, fortemente voluto
dalla Dreamworks come protagonista del film, che oltre ad essersi visto
rifiutare categoricamente l'opportunità di un incontro ha anche dovuto fare i
conti la precisa richiesta rivoltagli dall’attivista australiano di rinunciare
al ruolo e tirarsi subito fuori dal progetto: Cumberbatch, la cui stella sembra
nell’ultimo anno benedetta da un'ascesa inarrestabile, non si è fatto
intimidire e ha respinto le polemiche sostenendo di aver tentanto di donare al
personaggio la maggiore tridimensionalità possibile, lavorando sull’infanzia dell’uomo
e sul suo complicato sodalizio con Berg per ricostruire i lati del suo carattere
nascosti alle apparizioni pubbliche.
Titolo di apertura al TIFF, The
Fifth Estate ha subito generato pareri contrastanti, ma nessuno ha comunque
mancato di esaltare l’eccellente lavoro svolto dai due protagonisti Cumberbatch
e Bruhl: per esprimere il nostro giudizio sull’operazione e conoscere finalmente
la verità, non dovremo fare altro che andare in sala a cercarla noi stessi.
Al di là delle polemiche e di quello che sarà l'effettivo valore della pellicola, questo è uno di quei film che si vedono per il cast! Attori tanto bravi tutti in una volta sono da non perdere!
RispondiElimina;-)
concordo Silvia, certi film sono soprattutto film di attori. Saprò dirvi presto se mi è piaciuto o meno ma credo che sulle interpretazioni non ci sarà assolutamente nulla da ridire ;)
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