"We can't rightly talk about the future if you think about it. We can only talk about what we imagine or wish for. It's not the same thing."
L'unica condizione è accostarsi alla visione consapevoli che questo è tutto ciò che otterremo: tratto dal bestseller di M.L. Stedman, The Light Between Oceans è un bel melodrammone della nonna con prove attoriali sopra le righe e profondità scarna laddove si sarebbe potuto calcare un po' di più la mano e concedere meno spazio al silenzio laddove questo non è abbastanza, per capire lo strazio di Tom e di una generazione distrutta dalla Guerra ma soprattutto quello di Isabel, decisa ad essere madre e disposta a tutto pur di raggiungere lo scopo: la tragedia di una maternità voluta e negata, un istinto naturale che la natura a volte si ostina a non concedere a chi sembrerebbe meritarselo non è sempre facile da comprendere quando corre pericolosamente sul filo dell'egoismo e dell'ossessione, ma forse a ragione di un canovaccio che non ha nessun interesse a scartare la confezione, l'interpretazione di Alicia Vikander non riesce ad andare oltre il nervosismo e l'antipatia ed a esserci di particolare d'aiuto.
Apprezzabile ma non incisivo il lavoro sul percorso parallelo del personaggio di Rachel Weitz, privata del diritto di avere la figlia e l'amore per cui aveva tanto lottato non dalla crudeltà del destino ma dal disperato egoismo di un'altra madre, in un gioco di simmetrie retto a prova dell'universalità dell'amore e delle piccole quotidianità che lo contengono e che ci riempiono la vita sottovoce ogni giorno: tutto sul pelo dell'acqua e a misura di Kleenex, ma con le giuste aspettative comunque dignitoso.
film molto bello, presto ne parlerò anche io da me ^^
RispondiEliminaPerdona lo spam... Dalle mie parti c'è un premio per te.
RispondiEliminahttps://delicatamenteperfido.it/liebster-award-2017/