venerdì 15 gennaio 2010

Amelia

Everyone has ocean’s to fly, if they have the heart to do it. Is it reckless? Maybe. But what do dreams know of boundaries?” (Amelia Earhart)

La storia dell ‘ aviatrice Amelia Earhart non sarà molto conosciuta in Italia , ma in America il mito è sempre stato vivo e era effettivamente strano che nessuno ancora avesse deciso di trasportarla sul grande schermo ; la regista indiana Mira Nair , ormai da tempo ” adottata dal mito americano ” (già con ” il destino del nome “) tenta l’impresa realizzando una pellicola piena di promesse che putroppo non sono state mantenute . Se il trailer americano era costruito ad arte rivelando un film dal forte respiro epico – avventuroso , nel trailer italiano sono stati molto meno furbi mettendo subito in pochi secondi in risalto il suo più grande difetto : la convenzionalità . Quando Richard Gere si rivolge ad Amelia sulla spiaggia e le dice con passione ” io e te possiamo DECOLLARE verso una vita felice ” abbiamo già la sensazione che il materiale sia canonico fino al midollo , ma dato che non si giudica un libro dalla copertina guardiamo il film in quanto tale . Quello che poteva essere un connubio di avventura e sentimento è invece una bellissima cartolina , con splendidi scenari e meravigliosi landscapes destinati però a essere semplice cornice di un triangolo amoroso non ben definito , in cui la convincente e sempre sorridente Hilary Swank (aiutata da una perfetta somiglianza con la vera aviatrice) si destreggia per tutti i 100 minuti di durata fra l’affettuoso marito George Putnam/Gere e l’amante don Giovanni Gene Vidal /Ewan McGregor che sembra davvero sprecato in un ruolo marginale e completamente trascurato , ritenuto un terzo incomodo già nella locandina dove troneggia unicamente il faccione di Richard Gere (mentre al contrario la figura di Vidal fu molto presente nella vita della Earhart) . Le sensazioni e i sentimenti della donna , le prove di una vita d’avventura e il grande desiderio di libertà , il cuore della vicenda non vengono colti e restano sulla superficie , lasciando che l’unico vero momento di emozione sia quello in cui vediamo Amelia e il suo compagno di viaggio Fred Noonan ( il mio caro e come sempre impeccabile Christopher Eccleston ) allonanarsi alla deriva dopo aver perso il contatto radio . La ricostruzione d’epoca è impeccabile , ma non basta a far “decollare” una pellicola che avrebbe potuto osare molto di più ma che alla fine rimane solo una bella prova di calligrafia ,putroppo monocorde e senza sfumature .

http://www.recencinema.com/amelia.html

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