venerdì 20 gennaio 2017

Vikings 4x18: Revenge


Vendetta, vendetta, vendetta: in nome di Ragnar Lothbrok, in nome di un popolo umiliato e deciso a dimostrare la propria superiorità in tutta la sua furia, in nome di un riscatto personale che potrebbe decidere definitivamente l'affermarsi di un nuovo Leader, Vikings scatena il suo esercito più grande contro i Sassoni in un episodio che rinuncia del tutto all'opportunità di bissare la spettacolarità degli eventi di Parigi, ma che lavora con cura sulla tensione preparatoria di entrambi i fronti e sulla grande incertezza per le conseguenze che ne deriveranno. 

Consapevole del fatto che mandare la più grande armata che si sia mai vista richiederà il massimo favore da parte degli Dei, Lagertha sceglie di sacrificare un importante jarl per la causa: compiuto col favore dell'interessato, il rituale è un'altra di quelle preziose occasioni che Vikings ci concede di ammirare da vicino splendide e inquietanti istantanee nella vita del popolo norreno, civiltà di uomini intraprendenti e donne guerriere emancipate ma anche profondamente legata al sangue e all'importanza della ferocia della morte. 

Nel mezzo della preparazione per la battaglia, la rivalità fra i figli di Ragnar si appiana temporaneamente, ma nonostante la scelta condivisa di affidare a un guerriero più esperto come Bjorn il comando della missione Ivar sembra determinato a rivendicare la propria preminenza nel gruppo quanto prima: nulla sembra poter invece dividere Ubbe e Hvitserk, pronti a condividere senza difficoltà persino la disponibilità della bella Margrethe.

In Britannia, re Ecbert si ritrova a dover affrontare una vecchiaia piena di dubbi, rimpianti e tormenti, mentre sicuro della propria forza e della propria fede Re Aelle arriva come prevedibile del tutto impreparato al momento della fine: per ragioni forse di budget ma anche di storytelling (concentrarsi sull'esposizione dello scontro avrebbe depotenziato la violenza  dell'atto finale) nulla ci viene mostrato, ma quanto segue ripaga ampiamente tutta l'attesa e la frustrazione dei personaggi e degli spettatori stessi: un popolo di navigatori e conquistatori suggestivo e affascinante, ma capace di azioni efferate e rabbiose che non fanno diminuire in noi interesse e curiosità, ma che nel troppo amore non dobbiamo mai dimenticare. 

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