“Only God Forgives.”
Sapevamo e attendevamo, le uniche incertezze erano solo il come e il quando: il tragico destino di Juan Borgia è stata una costante inevitabile che ha attraversato tutta la seconda stagione di the Borgias e dalla quale dipendeva il fato di molti personaggi, nel bene e nel male stretti a lui da una catena troppo pesante per non essere recisa col prezzo del sangue.

Nel frattempo, un'altra faccenda assai meno interessante viene definitivamente archiviata: a dispetto del tempo loro dedicato, i fratelli Pallavicini abbandonano definitivamente la serie dopo neanche 5 minuti dall'inizio dell'episodio a causa dell'impossibile richiesta di Raffaello di sposare Lucrezia(Holliday Grainger); abbastanza inutili come molti altri trascorsi pretendenti della giovane, i Pallavicini non saranno certo oggetto di particolare rimpianto, ma dopo tante discussioni ci si sarebbe aspettati una conclusione un po' meno frettolosa se pur funzionale a fare finalmente spazio al ben più importante( e storicamente esistito) Alfonso D'Aragona.
Per Lucrezia è comunque tempo di festeggiamenti: il figlio Giovanni è finalmente battezzato per volontà del Santo Padre e l'occasione va celebrata con tutti i fasti e i colori degni della ricchezza dei Borgia. Peccato però che l'armonia del momento rischi di essere guastata proprio da Juan(David Oakes), che dopo aver manifestato il duo disappunto per i tanti onori recati al bastardo figlio di uno stalliere prende il bambino minacciando velatamente di lasciarlo cadere giù dalla loggia del salone: Lucrezia riesce a salvarlo e a riprenderlo fra le sue braccia appena in tempo, ma ormai l'odio per il fratello è talmente elevato da spingerla a cercare con Cesare, testimone silenzioso dell'accaduto, un modo efficace per eliminarlo una volta per tutte.

Termina così il percorso di Juan Borgia, discesa lenta e dolorosa che ha visto un giovane impetuoso e pieno di promesse trasformarsi in un inetto e un incapace distrutto dal fallimento e dall'umiliazione e destinato a scomparire nell'oscurità col bene placito persino di quelli che avrebbero dovuto amarlo: tipico esempio di typecasting, David Oakes saluta quindi un altro sgradevole personaggio medievale(dopo il William Hamleigh de i Pilastri della Terra), ma con un'interpretazione sentita e toccante che restituisce pietà alla sconfitta di un uomo diventato uno spettro ancora prima di entrare nella tomba. La prova trattenuta di François Arnaud è invece perfettamente funzionale ad un personaggio divenuto freddo e imperscrutabile, pronto a fare quanto necessario per realizzare le proprie ambizioni senza guardarsi indietro e capace di sorprendere per spietatezza persino un assassino professionista come il servo Micheletto(“I stand in awe, your Eminence.” Cesare: “You killed your father!” Micheletto: “Still I stand in awe.”)
Ci avviamo quindi al finale di stagione consapevoli che fra le tante dinamiche ancora da risolvere( la questione Savonarola in primis) non saranno in molti a piangere la morte di Juan, ma certi che ogni lacrima versata spetterà di diritto al Rodrigo Borgia di Jeremy Irons.
Nessun commento:
Posta un commento