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"rise and rise again...until lambs become lions." (Robin Hood)
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Per raccontarci le origini della leggenda il regista la lega alla verità storica spostando l'azione nel 1199,quando dopo la morte di re Riccardo cuor di leone in battaglia(un sovrano che finalmente oltre alle luci della grandezza mostra sopratutto le ombre dei massacri compiuti in terra santa)divenne re il di lui fratello Giovanni senza terra,simbolo di oppressione tirannia e volubilità;la morte di un cavaliere e la promessa di riconsegnarne la spada porteranno il semplice arciere Robin Longstride a Nottingham,dove grazie a Lady Marian,vedova del cavaliere,e al di lei suocero sir Walter Locksley ,scoprirà di essere figlio di un uomo dalle idee visionarie che era morto per una carta delle libertà spezzata dal potere dei sovrani;per realizzare quel sogno,Robin secenderà in battaglia contro i francesi a fianco dello stesso re Giovanni,che naturalmente alla fine della battagl
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Scott ci regala dunque un dramma epico di ampio respiro seguendo meccanismi già raffinati nel "gladiatore" e ne "le crociate", confezionando comunque un prodotto assolutamente autonomo:chi continua a sostenere di trovarsi davanti un nuovo gladiatore,parte dall'errato presupposto che l'epicità delle battaglie e l'etica dell'eroe siano sufficienti a segnare il plagio, perdendo di vista il fondamentale:è vero,Robin Hood è un grande guerriero che combatte con forza e agilità e i suoi ideali di libertà possono suonare già sentiti per chiunque abbia mai visto un film d'avventura di ambientazione storica;dovremmo quindi smettere di raccontare solo pe
rchè qualcuno lo ha già fatto in passato?Non è forse grande merito del cinema avere il potere di far risorgere a nuova vita personaggi che sembravano averci già detto ogni cosa?Come si può giudicare un delitto ricorrere a schemi conosciuti al quale il grande pubblico non sa resistere?Se proprio volete un confronto a tutto tondo col peplum vi dirò che a mio parere questo Robin Hood ha molta più umanità e consistenza del suo antenato romano:mentre il gladiatore era una figura volutamente slegata dalla verità storica alla quale non lascia nessuna traccia del suo indomito coraggio,Robin è qui un figlio della carta dei diritti,quella magna carta libertatum che Re Giovanni avrebbe concesso infine nel 1215,segnando per sempre un nuovo inizio nella storia:la leggenda si intreccia quindi indissolubilmente alla verità,segnando la sua appartenza al cuore dell'Inghilterra e degli inglesi,come è sempre stato e come sempre sarà.
Inarrivabili anche le locations:se Massimo Decimo Meridio si muoveva inevitabilmente in una Roma virtuale e fittizia,Robin corre e combatte attraverso i meravigliosi verdi pesaggi gallesi,in una foresta che non è colorata artificialmente bensì verde e vivida ai nostri occchi in tutto il suo splendore,una meraviglia che la fotografia di Pietro Scalia ha saputo cogliere alla perfezione.
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Le scene di battaglia sono straordinarie e visivamente d'impatto come solo Scott sa fare,ma la loro grandezza è data anche e soprattutto dal lavoro degli attori:Russell Crowe ancora una volta dà anima e corpo al suo personaggio, a mezzo di fisicità e naturalezza assolutamente irresistibili.
Sulla Lady Maria
n di Cate Blanchett non ci sono parole;donna forte e coraggiosa resa dura della difficoltà,ben più preoccupata di difendere le sue terre che di essere la solità damigella in pericolo,si scontra con il nostro eroe per poi immamorarsene perdutamente(divertenti le iniziali schermaglie fra i due e incantevole la danza intorno al fuoco),regalandoci anche una presenza in battaglia di elisabettiana memoria;Sir Godfrey,vero villain della storia,è incarnato dal sempre più bravo e inquietante Mark Strong,mentre Oscar Isaac(recentemente visto in "Agorà"),ci regala un Giovanni impeccabile,viziato egoista e immaturo,ansioso di andare in battaglia per dimostrare la propria superiorità sul bel più celebre e scomodo fratello.
Sulla Lady Maria
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complimenti, ottima chiave di lettura, sei davvero fantastica quando scrivi...
RispondiEliminaGiuro che te l'avevo postato giorni fa, non so perchè non è presente il commento.
RispondiEliminaSarà l'età che mi rincoglionisce, avrò sbagliato qualcosa.
Ad ogni modo, condividiamo parecchie idee a proposito di questo film, e anche se è stato un peccato non sviluppare l'idea della doppia parte per Crowe, sono sicuro che nell'eventuale sequel ci sarà spazio maggiore per lo Sceriffo, vedrai!
Anche a me è piaciuto tanto,a dispetto di tutti quelli attorno a me al cinema che sbuffavano perchè si aspettavano la trasposizione del cartone animato -.-. No comment. Speriamo ci sia un sequel così i detrattori si ricrederanno ;)
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