mercoledì 2 giugno 2010

Robin Hood


"rise and rise again...until lambs become lions." (Robin Hood)

L'ultima fatica di Ridley Scott sembrava essere nata sotto una cattiva stella : la volontà di realizzare un prodotto totalmente nuovo rispetto al passato stava conducendo il progetto verso la rovina , arrivando a concepire l'interessante ma difficile soluzione di concentrare la storia su uno sceriffo di Nottingham più positivo e combattuto dal proprio dovere contro un Robin Hood più fuorilegge che eroe entrambi impersonati da Russell Crowe come due facce della stessa medaglia ; ma,le difficoltà logistiche e produttive,una prima sceneggiatura giudicata deludente e contrasti fra gli attori che hanno visto Sienna Miller lasciare Lady Marian , fermarono la lavorazione ancora prima di iniziare e portarono a un reboot dell'inter a operazione,che avrebbe visto nuovamente Robin come protagonista ma secondo una chiave di lettura che si annunciava innovativa rispetto a ogni altro predecessore . Quando ormai credevamo fosse un utopia,ecco il nuovo Robin hood approdare sul grande schermo.è riuscito ad appagare l'attesa infinita del pubblico?è stato capace pur confrontandosi con la pesante eredità di un personaggio che appartiene al cinema dai tempi del muto di restituire nuova vita al mito ? Da parte mia,non posso che rispondere affermativamente .


Per raccontarci le origini della leggenda il regista la lega alla verità storica spostando l'azione nel 1199,quando dopo la morte di re Riccardo cuor di leone in battaglia(un sovrano che finalmente oltre alle luci della grandezza mostra sopratutto le ombre dei massacri compiuti in terra santa)divenne re il di lui fratello Giovanni senza terra,simbolo di oppressione tirannia e volubilità;la morte di un cavaliere e la promessa di riconsegnarne la spada porteranno il semplice arciere Robin Longstride a Nottingham,dove grazie a Lady Marian,vedova del cavaliere,e al di lei suocero sir Walter Locksley ,scoprirà di essere figlio di un uomo dalle idee visionarie che era morto per una carta delle libertà spezzata dal potere dei sovrani;per realizzare quel sogno,Robin secenderà in battaglia contro i francesi a fianco dello stesso re Giovanni,che naturalmente alla fine della battagl
ia si rifiuterà di concedere quanto promesso e proclamerà l'eroe un fuorilegge,dando inizio alla storia così come ce l'hanno sempre raccontata.

Scott ci regala dunque un dramma epico di ampio respiro seguendo meccanismi già raffinati nel "gladiatore" e ne "le crociate", confezionando comunque un prodotto assolutamente autonomo:chi continua a sostenere di trovarsi davanti un nuovo gladiatore,parte dall'errato presupposto che l'epicità delle battaglie e l'etica dell'eroe siano sufficienti a segnare il plagio, perdendo di vista il fondamentale:è vero,Robin Hood è un grande guerriero che combatte con forza e agilità e i suoi ideali di libertà possono suonare già sentiti per chiunque abbia mai visto un film d'avventura di ambientazione storica;dovremmo quindi smettere di raccontare solo perchè qualcuno lo ha già fatto in passato?Non è forse grande merito del cinema avere il potere di far risorgere a nuova vita personaggi che sembravano averci già detto ogni cosa?Come si può giudicare un delitto ricorrere a schemi conosciuti al quale il grande pubblico non sa resistere?Se proprio volete un confronto a tutto tondo col peplum vi dirò che a mio parere questo Robin Hood ha molta più umanità e consistenza del suo antenato romano:mentre il gladiatore era una figura volutamente slegata dalla verità storica alla quale non lascia nessuna traccia del suo indomito coraggio,Robin è qui un figlio della carta dei diritti,quella magna carta libertatum che Re Giovanni avrebbe concesso infine nel 1215,segnando per sempre un nuovo inizio nella storia:la leggenda si intreccia quindi indissolubilmente alla verità,segnando la sua appartenza al cuore dell'Inghilterra e degli inglesi,come è sempre stato e come sempre sarà.


Inarrivabili anche le locations:se Massimo Decimo Meridio si muoveva inevitabilmente in una Roma virtuale e fittizia,Robin corre e combatte attraverso i meravigliosi verdi pesaggi gallesi,in una foresta che non è colorata artificialmente bensì verde e vivida ai nostri occchi in tutto il suo splendore,una meraviglia che la fotografia di Pietro Scalia ha saputo cogliere alla perfezione.

Le scene di battaglia sono straordinarie e visivamente d'impatto come solo Scott sa fare,ma la loro grandezza è data anche e soprattutto dal lavoro degli attori:Russell Crowe ancora una volta dà anima e corpo al suo personaggio, a mezzo di fisicità e naturalezza assolutamente irresistibili.


Sulla Lady Marian di Cate Blanchett non ci sono parole;donna forte e coraggiosa resa dura della difficoltà,ben più preoccupata di difendere le sue terre che di essere la solità damigella in pericolo,si scontra con il nostro eroe per poi immamorarsene perdutamente(divertenti le iniziali schermaglie fra i due e incantevole la danza intorno al fuoco),regalandoci anche una presenza in battaglia di elisabettiana memoria;Sir Godfrey,vero villain della storia,è incarnato dal sempre più bravo e inquietante Mark Strong,mentre Oscar Isaac(recentemente visto in "Agorà"),ci regala un Giovanni impeccabile,viziato egoista e immaturo,ansioso di andare in battaglia per dimostrare la propria superiorità sul bel più celebre e scomodo fratello.

Anche se il fantasma del primo progetto aleggia tristemente sulla misera figura dello sceriffo di Nottingham(qui interpretato da uno sprecato Matthew Macfadyen) ridotto da possibile protagonista assoluto a una macchietta di poca importanza,il risultato finale è comunque un film graditissimo,che ti porta nel medioevo per 140 minuti senza che si facciano sentire nemmeno per un secondo,dandoci emozioni e spettacolo senza artifizi quadridimensionali(A VOLTE è BELLO EMOZIONARSI PER L'IMPETO DELLA CAVALLERIA ALL'ATTACCO E PER IL FRAGORE DELLE SPADE SENZA CHE TI VENGANO ADDOSSO IN SALA MALEDIZIONE!!!!!!!!!);un film onesto e sincero,classico ma non datato come la leggenda di Robin Hood,sempre pronta a rivivere al di là del tempo e dello spazio,nell'immaginario di ognuno di noi.

PS:non andate subito via alla fine del film:le pennellate di colore che sfumano i titoli di coda sono spettacolari anche quelle.

3 commenti:

  1. complimenti, ottima chiave di lettura, sei davvero fantastica quando scrivi...

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  2. Giuro che te l'avevo postato giorni fa, non so perchè non è presente il commento.
    Sarà l'età che mi rincoglionisce, avrò sbagliato qualcosa.
    Ad ogni modo, condividiamo parecchie idee a proposito di questo film, e anche se è stato un peccato non sviluppare l'idea della doppia parte per Crowe, sono sicuro che nell'eventuale sequel ci sarà spazio maggiore per lo Sceriffo, vedrai!

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  3. Anche a me è piaciuto tanto,a dispetto di tutti quelli attorno a me al cinema che sbuffavano perchè si aspettavano la trasposizione del cartone animato -.-. No comment. Speriamo ci sia un sequel così i detrattori si ricrederanno ;)

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