
Il primo ad essere messo alla prova è nuovamente Re Ragnar, che ormai ridotto all'ombra di sè stesso vaga per Kattegat mendicando uomini che lo aiutino a tornare in Inghilterra per vendicarsi della perdita della Colonia; nessuno sembra più intenzionato ad ascoltarlo, nessuno ha dimenticato il dispendio inutile di vite umane che le imprese inglesi e parigine hanno causato, nessuno sembra disposto a ridargli fiducia e a riscattare quella luce di conquista e conoscenza che un tempo animava i suoi occhi: è largamente sottinteso che il personaggio di Travis Fimmel sia ormai in declino e che il futuro appartenga ai numerosi figli maschi che sin da ora non si risparmiano in conflitti e ambizione, ma Re Ragnar non ha intenzione di arrendersi a sè stesso e riesce a organizzare una nuova spedizione promettendo le ricchezze e il riscatto da tempo perduti.
A cogliere l'occasione per farsi valere è Ivar, perennemente disprezzato dai fratelli e dalla società come un diverso e un debole, menomato nel fisico ma non nel coraggio o nella determinazione: lo sguardo folle del Senz' Ossa promette la nascita di un guerriero assetato di sangue e indomabile, una perfetta storia di riscatto resa ancora più interessante dal fascino negativo del personaggio segnato dai propri limiti e da un rapporto malato con la madre Aslaug; proprio la donna tenterà inutilmente in ogni modo di proteggere il figlio da sè stesso e dai propri desideri,forse inconsapevole di aver contribuito col suo morboso attaccamento a soffocare ancora di più il ragazzo e a scatenare la sua rabbia come vichingo ma anche come semplice adolescente.

Mentre la tempesta si scatena su Ivar e Ragnar, la grande attesa adesso è tutta per il fronte inglese, dove avremo il piacere di incontrare l'altro figlio di Ragnar Magnus e il suo fratellastro Alfred, futuro Alfredo il Grande: fratello contro fratello è sempre un'ottimo spunto narrativo.
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