giovedì 31 dicembre 2015

So long, 2015: i miei 15 film dell'anno e altre storie



Caro 2015,
vorrei tanto scriverti la recensione entusiasta e piena di frasi felicerrime che tu ti aspetteresti da me, ma non mi pare che tu ti sia comportato particolarmente bene nei miei confronti, anzi a dirla tutta direi che sei stato uno degli anni più penosi della mia intera esistenza (tutti i miei 29 anni, che son comunque tanti): avevi promesso di fare grandi cose e invece hai portato con te un sacco di lutti, dolore, dispiaceri e sofferenza, crisi personale e professionale, solitudine, rabbia e litigi, il tutto condito con una bella dose abbondante di lacrimoni. Non posso quindi dire di non essere contenta che tu te ne vada via per sempre, lontano chilometri e chilometri, ritirandoti dietro questo brutto bagaglio di robaccia che mi hai scaricato addosso. Nonostante il tuo impegno per essere nominato ufficialmente l'anno di merde più di merde di sempre, devo dire che qualcosa di buono l'hai anche fatto: in mezzo a tanta amarezza mi hai circondata di persone che mi vogliono bene davvero, mi hai regalato nuovi amici e reso quelli che già avevo ancora più importanti, mi hai dato la forza di ritrovarmi quando mi sono sentita totalmente persa. Questo vale qualcosa, anzi, direi che vale davvero tutto (ma resto superfelice che tu te ne vada via, non ti illudere). Adesso devo salutarti, caro 2015: a mai più rivederci e che tu sia maledetto, ma grazie per le cose belle che mi hai dato, sul serio. 

Ora, col permesso dei lettori di questo blog che probabilmente si sono già stancati di questo lungo sproloquio personale, passiamo alle cose serie serissime...LA CLASSIFICA DEI FILM DELL'ANNO! Non è che a questo giro non abbia visto parecchia roba, ma fra i motivi di cui sopra (responsabili comunque di avermi tenuta lontana dal cinema in più di un'occasione), tutta una serie di titoli che mi sono piaciuti ma senza farmi impazzire e gridare al miracolo e il desiderio di recuperare un po' di storia del cinema seria e professionale (tanto bianco e nero e tanto Truffaut, che bellezza ) ho avuto grosse difficoltà a stilare una top adeguata di almeno 15 titoli. Sia come sia, alla fine abbiamo tirato fuori l'elenco dei film usciti in Italia quest'anno e siamo riuscite nell'impresa, pronte ad ogni evenienza in caso di complimenti o insulti a mitraglia. Il rammarico più grande? Non essere riuscita a scrivere di tutti i film in classifica, soprattutto nel meraviglioserrimo film al primo posto. Chissà, magari troverò un momento per ritirare fuori quella vecchia bozza, prima o poi....READY? LET'S GO!

lunedì 28 dicembre 2015

Doctor Who Christmas Special 2015: The Husbands of River Song




Come riaccendere i motori di Doctor Who dopo gli strazianti ultimi episodi della nona stagione? Riportare in vita anche se solo per poco uno dei personaggi più importanti dell'universo del New Who è un buon modo per iniziare, ma non aspettatevi chiusure sconvolgenti o indizi diretti su ciò che vedremo l'anno prossimo: il Christmas special 2015 firmato da Steven Moffat e intitolato The Husbands of River Song è uno stand alone che diverte e commuove ma non sbilancia di una virgola l'equilibrio degli eventi, usando la trama come pretesto per aggiungere senza clamore forse il tassello più importante nel rapporto fra la figlia di Amy e Rory e il Signore del Tempo.

domenica 27 dicembre 2015

Bridge of Spies



"We have to have the conversations our governments can't."

Diffidenti, spaventati, bloccati in un mondo che alza barriere per proteggersi e respinge a calci chi prova a cercare la salvezza scavalcandole, gli occhi pieni delle immagini di guerra che potrebbero bussare da un momento all'altro alla nostra porta e dell'impotenza di non potere fare nulla per scongiurare l'inevitabile: il legame crudele che congiunge il nostro presente alla Guerra Fredda attraversa il Ponte delle Spie (Bridge of Spies) di Steven Spielberg e punta il dito contro la giostra della storia, decisa a continuare implacabile il suo giro solo per ripetere sé stessa e non imparare mai del tutto la lezione.

venerdì 18 dicembre 2015

Original Soundtrack: dall'ost al film e ritorno III


Qual è la prima cosa che fate subito dopo aver visto un bel film? Discuterne coi compagni di visione è importante, prendere appunti nel caso ci fosse l'opportunità di scrivere una recensione è fondamentale, condividere un breve giudizio sui social network è ormai una prassi tanto sana (?) quanto imprescindibile, ma per la sottoscritta c'è un'unica sana vecchia abitudine senza la quale l'esperienza cinematografica non potrebbe mai dirsi davvero conclusa: recuperare e ascoltare la colonna sonora del film, passare giorni e giorni immersa nell'atmosfera di una canzone o di un tema e prolungare il più possibile l'esperienza di visione è uno dei piccoli piaceri della vita a cui non potrei mai rinunciare.

Si dice che non si dovrebbe giudicare un libro dalla copertina, ma scegliere un film partendo dalla sua colonna sonora è interessante: inciampi per caso in un titolo mai sentito, lasci che sia l'orchestra a fare la miglior promozione possibile e ti convinci che quel film lì, pur con la sua chilometrica lista di riserve, merita comunque un tentativo.

Spesso e volentieri tutto finisce bene, altre volte tu e la musica decidete di restare amici a patto che il suo film non osi mostrare mai più la sua faccia in pubblico; per questo terzo appuntamento con la rubrica soundtrack vs movie(sono passati mesi dall'ultima, ma alla fine torniamo sempre :P ), i film scoperti grazie alle loro ost ascoltate in loop erano così tanti che sceglierne 5 è stato davvero arduo. Orecchie ai posti, pronti, VIA!


The Two Faces of January 


 

Come papà Hitch ci ha sempre insegnato, anche l'oggetto più insignificante può servire al meglio il fato nell'innescare la parabola distruttiva di un sano Thriller vecchio stampo: nel caso di The Two Faces of January, debutto alla regia in un lungometraggio di Hossein Amini, è un braccialetto dimenticato in un taxi a intrecciare la vita di Rydal, americano squattrinato in fuga dal ricordo di un padre oppressivo, a quelle di Colette e Chester MacFarland, coppia borghese all'apparenza felicemente in vacanza e in cerca di divertimenti e buona compagnia.

La torrida estate greca del 1962 che vede i protagonisti lottare per la loro sopravvivenza non può non richiamare alla memoria gli esotici scenari de il Talento di Mr Ripley (anche quello tratto da un celebre romanzo di Patricia Highsmith), ma i binari che conducono la storia verso il suo inevitabile epilogo sono molto più classici di quelli che attraversavano il film di Anthony Minghella; il platonico triangolo creato dalle circostanze collassa e implode sotto il peso di gelosia e sospetto, e si distorce all'ombra di un afflato paterno desiderato e divenuto impraticabile.

Gli dei stanno a guardare, scelgono il labirinto come teatro della tragedia e lasciano che gli uomini si distruggano nella follia dell'umana debolezza, in fuga da un destino avverso che si compiace dei loro fallimenti: approfittando di poche ma significative svolte Hithcockiane(la scena dell'autobus e quella della scale nel labirinto sono un palese omaggio al Maestro del brivido), la Grecia degli anni 60' offre la cornice necessaria per disorientare i protagonisti e spingerli a fare le scelte più sbagliate in nome del soffocante miraggio di una via d'uscita; a contendersi le attenzioni di una sofisticata Kirsten Dunst un antipatico Oscar Isaac e un Viggo Mortensen tanto fragile, disperato e incapace da rendere impossibile non tifare per lui.

Per accompagnare il peregrinare di Rydal e dei MacFarland, la colonna sonora di Alberto Iglesias è una scelta felice e appropriata: dopo l'eccellente Tinker Tailor Soldier Spy, l'artista spagnolo sposa senza difficoltà le atmosfere dei 60s con un altro score avvolgente ed elegante, dove il calore insopportabile dei luoghi e la febbre degli animi trova voce in un sax malinconicamente smarrito in mezzo a una nube di violini: insistenti e accattivanti, come una notte passata a dormire sotto le stelle fumando compulsivamente tutte le sigarette del pacchetto, o un'estenuante camminata lungo le stradine greche tutte ciottoli e calura.


Cracks




Un'isola tagliata fuori dal mondo, un collegio popolato da sole donne dove la naturale sorellanza si confonde a istinti ferini e torbide ossessioni, un porto gelido retto da un rassicurante conservatorismo vecchio di secoli che non vuole saperne di morire, nonostante gli anni 30 e i loro venti inquieti soffino con insistenza sulle barche per farsi sentire, nel tentativo di portare via le ragazze prigioniere e condurle verso la libertà: diretto nel 2008 da Jordan Scott, altra figlia del caro Ridley a cimentarsi dietro la macchina da presa (inusuale e postmoderno, il lavoro fatto da Jake sul suo Plunkett & McLeane era stato più che soddisfacente), Cracks racconta la storia dell'insegnante di nuoto Miss G e delle sue ragazze, allieve del collegio dove lei stessa aveva trascorso la gioventù e del tutto devote al faro di speranza e anticonformismo che la donna, capelli corti e colorati abiti alla moda, sembra rappresentare.

Nonostante le iniziali frasi di incoraggiamento alla Professor Keating sembrino suggerire diversamente, Cracks non è l'attimo fuggente e nemmeno Mona Lisa's Smile: l'arrivo di Fiamma, misteriosa bellezza spagnola spedita al collegio dai genitori per allontanarla da un amore inopportuno, scatena invidie profonde nelle ragazze e sconvolge l'equilibrio fisico e mentale di Miss G, morbosamente attratta dalla ragazza al punto da osare fare qualunque cosa pur di riuscire ad averla, abbattendo le sbarre della repressione mentale e sessuale entro cui la sua gioventù era stata ingabbiata con conseguenze devastanti e terribili.

Ad accompagnare il viaggio verso il baratro di Miss G. (una Eva Green bella in modo abbacinante e bravissima come sempre) e delle sue allieve, vestali vendicative pronte a seguire la sue luce ciecamente come se fossero le discepole di Saffo in persona troviamo la colonna sonora dello spagnolo Javier Navarrete, conosciuto soprattutto per le meraviglie create per il Labirinto del Fauno di Guillermo Del Toro: in Cracks, a far da padrone è un mix di melodie raffinate e malinconiche che alternano la tragicità delle malate fantasie di Miss G. alla delicata presenza di Fiamma Corona, spirito ribelle intrappolato nella bellezza aristocratica di una pelle d'alabastro, in grado di conquistare l'attenzione delle compagne raccontando storie esotiche come una Piccola Principessa tanto quanto di scatenare in loro una furia ferina e ancestrale, espressa al massimo della sua crudeltà da un'angosciante crescendo musicale.

Fra tutti i pezzi della colonna sonora, il preferito da chi scrive è sicuramente Fascination: meno angosciante e misterioso di altri ma pieno della febbre di libertà e futuro di cui le ragazze del collegio hanno un disperato bisogno di nutrirsi per non morire, fiamma positiva sulla quale aleggiano sospese come corvi poche note piene di sospetto e inquietudine.


Interlude




Molti lo ricordano soprattutto come l'autore del tema di Jules e Jim di François Truffaut, riscoperto fra l'altro qualche anno fa grazie a La Meglio Gioventù di Marco Tullio Giordano, ma la fama di George Delerue va ben oltre il celeberrimo triangolo amoroso benedetto dal regista: favorito da Truffaut e dalle grandi produzioni di Hollywood, il compositore francese ha realizzato talmente tante colonne sonore di pregio da rendere un vero piacere perdersi nella sua produzione, ma fra titoli più o meno celeberrimi una di quelle che più amo ascoltare a ripetizione è senza dubbio il tema di Interlude, piccolo film dimenticato del 1968 con Oskar "Jules" Werner come protagonista.

Una pellicola che dimostra tutti i suoi anni, totalmente immersa nei colori e nelle atmosfere di quella Swinging London che fra audaci abitini a quadretti, minigonne colorate e voluminose acconciature difende orgogliosa la sua originalissima identità, cercando un'emancipazione e una libertà che verranno rivendicati con forza proprio dopo la rottura portata dal 68'; a sfidare le convenzioni nel film di Kevin Billington sono il direttore d'Orchestra austriaco Stefan Zelter, sposato con due figli e all'apice della fama, e la giovane reporter Sally, perfetta incarnazione del bisogno di freschezza, indipendenza e novità invocato da quegli anni: un altro triangolo amoroso per Werner, il primo dai tempi di Jules e Jim ma non meno coraggioso e audace del suo antenato, che sceglie di affrontare il classico tema del tradimento senza assolvere né condannare, analizzando con perizia psicologica notevole le conseguenze sulle parti in causa e chiudendo la storia con un finale realistico e amaro, ma assai preferibile alla patina di zucchero che una visione più indulgente avrebbe favorito.

Un Oskar Werner mai così bello e affascinante (non so voi, ma io sono sempre stata Team Jules) e una Barbara Ferris dalla voce stridula e insopportabile ma perfetta per il ruolo si innamorano così sulle note di una colonna sonora dal sapore retrò e romantico, malinconica grazie al tema portante cantato da Timi Yuro e deliziosa nelle sue sfumature medievaleggianti, scelte ad hoc per accompagnare un breve weekend fuori città dei due amanti.




The Luzhin Defence




Come ci insegna Ingmar Bergman nel suo Settimo Sigillo, la morte è una giocatrice di scacchi abile e insistente: non fa eccezione in The Luzhin Defence (conosciuto in Italia come "La Partita- La difesa di Luzhin), film del 2000 liberamente tratto dal romanzo che Vladimir Nabokov ha dedicato all'immaginario campione di scacchi russo  Aleksander "Sasha" Luzhin.

Come in Shine di Scott Hicks, dove il pianista David Helfgott interpretato da Geoffrey Rush veniva spinto all'esaurimento nervoso dalla preparazione di una delle partiture di più terribili di Rachmaninoff, anche il nostro giocatore cammina sull'orlo di un precipizio: arrivato dalla Russia per un torneo sul Lago di Como in pieni anni 20', Sasha (un intenso John Turturro) è un uomo introverso al limite dell'autismo, genio nervoso e solitario che riempie interamente la sua esistenza di un talento per la scacchiera coltivato sin da bambino, inseguito come una droga irresistibile pur con la consapevolezza di arrivare un passo più vicino alla follia ad ogni singola partita.

A portare un po' di luce nella vita dell'uomo, tormentato dal ricordo di un'infanzia che l'ha visto assistere impotente alla fine del matrimonio dei genitori, ci penserà la paziente Natalia (Emily Watson), decisa ad amarlo in tutta la sua dolce insensatezza e a tentare di guarirlo dai suoi demoni contro l'opinione di parenti e amici; un personaggio presente nel romanzo originale ma felicemente ampliato e rivisto dallo script, nel ritratto di una donna determinata e devota a un amore fatto di sguardi e quasi del tutto privo di parole ma per questo forse ancora più degno di essere vissuto fino in fondo.

Mentre la storia si snoda alternando l'inquieto presente di Sasha, perseguitato dalla ricerca di una mossa formidabile e risolutiva a fiabeschi flashback che fanno pericolosamente perdere all'uomo il contatto con la realtà, Alexandre Desplat segue il percorso dei personaggi con una colonna sonora dalle note leggere e saltellanti, colma di quella tristezza e dolce malinconia che spingono il film ben oltre l'ossatura semplice e classica che lo caratterizza: in fondo, solo la magia di un accompagnamento musicale firmato da uno dei più grandi compositori viventi avrebbe potuto rendere giustizia a una danza meticolosa e attenta come quella degli scacchi.



Song of The Sea



Mentre Big Hero 6 si portava a casa l'Oscar per il miglior film d'animazione 2015, un piccolo lungometraggio irlandese se ne stava zitto zitto ad affrontare la sconfitta in mezzo a tanti illustri contendenti: diretto da Tom Moore, Song of The Sea attinge dritto dal folklore irlandese per raccontare la storia di Saoirse, una bambina di cinque anni orfana di madre che vive su un'isola in compagnia del padre affranto e del fratello Ben, geloso della sorellina e deciso a darle la colpa della scomparsa della madre; la situazione cambierà drasticamente quando in occasione del suo quinto compleanno Saoirse scoprirà di essere una Selkie, mitologia creatura marina dai magici poteri.

Circondati come siamo dall'animazione in CGI, un film come quello realizzato da Tom Moore è una vera benedizione: Song of The Sea è un gioiello dai disegni tenui e delicatissimi, acquerello blu e azzurrino intrecciato a un arabesque di disegni tratteggiati con mano dolce ma allo stesso tempo complessi e curatissimi, con scenografie fantastiche e fondali marini di rara ricchezza e bellezza.

Il cuore della storia, piena di succosi richiami mitologici e commovente per il garbo e la tenerezza con cui gestisce i rapporti fra i personaggi, vive della magia semplice e unica che solo le favole della buona notte possiedono: non poteva essere da meno la colonna sonora firmata da Bruno Coulais (l'uomo responsabile del bellissimo ost di Coraline), in grado di intervallare sonorità tipicamente irlandesi fra percussioni, cornamuse e Whistle alla fine e suggestiva ninna nanna cantata da Lisa Hannigan(in inglese e in gaelico, giusto per aumentare la nostra dose di lacrimoni e aggiungere ancora più atmosfera), pronta a cullarci dolcemente e ad accompagnarci verso luoghi misteriosi e incantati con cui l'infanzia non ha mai paura di confrontarsi.


martedì 15 dicembre 2015

Doctor Who 9x12: Hell Bent



Di fronte a un episodio straordinario come Heaven Sent, qualunque sceneggiatore si sarebbe sentito sotto pressione: non deve essere stato diverso per Steven Moffat, showrunner a autore dei due episodi in discussione, impegnato nell’impresa di battere sè stesso con una chiusura in grado di soddisfare i fan e il respiro scelto per la narrazione. Eccoci qui dunque, a confrontarci col tanto sospirato epilogo di questa nona annata di Doctor Who, intitolato Hell Bent, che scegliendo la cornice di Gallifrey per sciogliere gli ultimi nodi del conflitto del Dottore affida alla nostra clemenza un’avventura non scoppiettante nè epica, ma decisa a mettere in discussione tutto quanto avevamo visto finora e a lasciarci, se pur in balia di qualche perplessità, con un malinconico groppo in gola.

giovedì 3 dicembre 2015

Doctor Who 9x11: Heaven Sent



Il giorno in cui muore qualcuno che amavi non è il peggiore: i peggiori sono tutti i giorni in cui restano morti e non tornano più indietro: un'elaborazione del lutto controllata e pur rabbiosa, scritta nella storia personale di ognuno di noi e anche in quella del Dottore, lunga più di quella di chiunque altro e per questo ancora più gonfia di dolore: dopo aver detto addio a Clara nello scorso episodio Face The Raven, il tempo per riflettere sul vuoto lasciato dalla sua scomparsa si intreccia inevitabilmente con la nuova angosciante avventura che il Signore del Tempo deve affrontare, nel penultimo appuntamento con Doctor Who di questa nona stagione intitolato Heaven Sent.

martedì 1 dicembre 2015

Suffragette


"Never Surrender, never give up The Fight."

Mogli, figlie, madri, lavoratrici, casalinghe: sempre dietro a un'etichetta, un ruolo da interpretare nel migliore dei modi possibili, di epoca in epoca e di progresso in progresso, nella triste consapevolezza che il peso della scelta non sarà mai lieve: perchè alla donna verrà sempre chiesto di scegliere, di frammentare il proprio tempo di fronte a un bivio pronto a testarne costantemente volontà e ambizione, di provare ad avere tutto inghiottendo il boccone amaro del sacrificio o restare ben piantata su un unico e pur ripido sentiero, di pesare il peso trascorso lontano dal marito e dai figli con un lavoro degno di essere chiamato tale o dedicarsi interamente a una carriera che la veda concorrere con opportunità pari per mansioni e retribuzione a quelle di un qualsiasi uomo, di avere 2, 3, 10 figli o di non averne affatto senza doversi giustificare sul cosa significhi o non significhi essere donna; se nulla ha potuto e mai potrà la Storia contro lo strazio della scelta e le sue conseguenze, è piuttosto il diritto stesso di scegliere, la libertà di essere padrone della propria esistenza come esseri umani e non in qualità di fattrici provette o figurini ubbidienti, di essere amate e non mercificate da doti cospicue o misere fortune, ad essere la conquista più sacra e preziosa alla quale ogni donna possa aspirare.

Vecchio di neanche un secolo per la maggior parte dei paesi occidentali e ancora un'utopia per tantissime, troppe donne nel mondo, il suffragio universale è solo uno dei tanti successi strappati con le unghie e con i denti ad una piramide sociale retta da secoli e secoli di compiacente cecità e polvere, ma ingombrante quanto basta per scoperchiare il vaso di Pandora di un Femminismo per cui oggi sembra più facile riempirsi la bocca su internet piuttosto che cercare di comprendere e agire;  per tornare alle origini e raccontare la lotta delle donne per la conquista del diritto di voto nell'Inghilterra del primo 900', la regista Sarah Gavron ha scelto col suo Suffragette la via della sorellanza senza quartiere, affiancando la sceneggiatura di Abi Morgan (per nulla nuova ai ritratti di donne inaffondabili dopo la serie tv The Hour, The Invisible Woman e The Iron Lady)a un team di Attrici di primo ordine pronte a incarnare volti di ogni estrazione, pronte a minare i binari delle loro tranquille esistenze in nome di un obiettivo divenuto troppo importante per poter essere messo a tacere.

martedì 24 novembre 2015

Doctor Who 9x10: Face The Raven


Un protagonista gigantesco, destinato a mutare aspetto e carattere col passare delle stagioni ma mai a perdere la sua unica essenza, e galleria di personaggi pronti ad accompagnarlo nelle sue avventure finchè il tempo della storia e degli attori lo consenta: la notizia che la Clara di Jenna Coleman avrebbe definitivamente lasciato Doctor Who era già stata annunciata da tempo, ma la consapevolezza non ha reso la dipartita della giovane insegnante meno dolorosa per chi ha imparato ad amare il suo spirito forte e appassionato.

sabato 21 novembre 2015

Doctor Who 9x09: Sleep No More



Dopo l'acuto e incredibilmente attuale (più che mai dati i recenti tragici fatti di Parigi) episodio della scorsa settimana The Zygon Invasion, nessuno pretendeva che Doctor Who potesse sostenere altrettanta ambizione e qualità anche nell'appuntamento successivo, anomalo di sè data la sua natura di stand alone in una stagione interamente costellata di nutriti doppi episodi: il problema di Sleep No More, atteso ritorno del fedele compagno di avventure di Steven Moffat Mark Gatiss alla sceneggiatura dello show, non è però dettato dal suo essere nulla di più che un semplice Filler all'interno della stagione, quanto da una struttura disorientata e confusa che piuttosto che tenere viva l'attenzione finisce per annacquarla e annoiare lo spettatore.

giovedì 12 novembre 2015

Doctor Who 9x08: The Zygon Invasion part 2


Combattere in nome di un principio e di un'idea di libertà e affermazione che ha degli innegabili fondamenti di giustizia, per finire col perdere la bussola in nome di un delirio di onnipotenza troppo invitante per non essere appagato: perchè qualunque sia il popolo o il periodo storico interessato, la giostra della Guerra gira sempre allo stesso modo, giocandosi tutte le sue devastanti possibilità nella continua lotta fra il peso della verità e le sue conseguenze; proseguendo sulla pericolosa linea del fuoco dello scorso episodio, l'ottavo episodio della nona stagione del nuovo Doctor Who The Zygon Invasion ci regala una perla di televisione rara e incisiva, coronata da un monologo che non solo i fan della serie ma anche i profani dovrebbero conoscere e imparare.

Doctor Who 9x07: The Zygon Invasion part 1



Sembrano passati secoli da quando David Tennant, Matt Smith  e John Hurt hanno interpretato ciascuno a suo modo il personaggio del Dottore nell'episodio dedicato al cinquantenario The Day of The Doctor: distratti dall'eccezionalità dell'evento e dal colpo di scena finale sul destino di Gallifrey, probabilmente sono stati in pochi a riflettere sul destino degli Zygon e sulla loro probabile importanza nell'universo di Doctor Who, ma due anni e due stagioni dopo il team creativo guidato da Steven Moffat ha saputo riscoprire e valorizzare queste disgustose ma interessanti creature nel settimo episodio della nona stagione intitolato The Zygon Invasion, prima metà di un arco in due atti com'è ormai abitudine in quest'ultima serie.

sabato 31 ottobre 2015

Poet's corner No. 27


'Tis " the witching time of night", 
Orbed is the moon and bright, 
And the stars they glisten, glisten, 
Seeming with bright eyes to listen — 
For what listen they? 
For a song and for a charm, 
See they glisten in alarm, 
And the moon is waxing warm 
To hear what I shall say. 
Moon! keep wide thy golden ears — 
Hearken, stars! and hearken, spheres! 
Hearken, thou eternal sky! 
I sing an infant's lullaby, 
A pretty lullaby. 
Listen, listen, listen, listen, 
Glisten, glisten, glisten, glisten, 
And hear my lullaby! 
Though the rushes that will make 
Its cradle still are in the lake; 
Though the linen then that will be 
Its swathe, is on the cotton tree; 
Though the woollen that will keep 
It warm is on the silly sheep — 
Listen, stars' light, listen, listen, 
Glisten, glisten, glisten, glisten, 
And hear my lullaby! 
Child, I see thee! Child, I've found thee 
Midst of the quiet all around thee! 
Child, I see thee! Child, I spy thee! 
And thy mother sweet is nigh thee! 
Child, I know thee! Child no more, 
But a Poet evermore! 
See, see, the lyre, the lyre, 
In a flame of fire, 
Upon the little cradle's top 
Flaring, flaring, flaring, 
Past the eyesight's bearing. 
Awake it from its sleep, 
And see if it can keep 
Its eyes upon the blaze — 
Amaze, amaze! 
It stares, it stares, it stares, 
It dares what no one dares! 
It lifts its little hand into the flame 
Unharmed, and on the strings 
Paddles a little tune, and sings, 
With dumb endeavour sweetly — 
Bard art thou completely! 
Little child 
O' th' western wild, 
Bard art thou completely! 
Sweetly with dumb endeavour, 
A Poet now or never, 
Little child 
O' the western wild, 
A Poet now or never!

John Keats 
'Tis the Witching Time of Night

Doctor Who 9x06: The Woman Who Lived

Qual è il prezzo dell'immortalità, se non quello di essere condannati ad assistere alla morte di tutte le persone care incontrate lungo il cammino? Un tema di certo non nuovo per Doctor Who, ma che nell'episodio della nona stagione The Woman Who lived viene affrontato con maturità e smalto del tutto nuovi e irresistibili per la serie BBC.

mercoledì 21 ottobre 2015

Downton Abbey 6x05




"Dio salvi la nostra regina Mary": la frase pronunciata affettuosamente da Branson a Mary alla fine dell'episodio potrebbe essere più significativa di quanto sembri per la sesta e ultima stagione di Downton Abbey, incaricata dell'ingrato compito di sanare le numerose sottotrame dei personaggi in un finale soddisfacente e accompagnarci in un viaggio emotivo appagante, che sappia raccogliere l'eredità delle scorse stagioni adattandola al mondo dinamico e frenetico degli anni 20'.

martedì 20 ottobre 2015

Doctor Who 9x05: The Girl Who Died




Chi è davvero il Dottore? Un Salvatore a cui rivolgersi nei momenti in cui tutto sembra perduto? Il Signore del Tempo vittorioso che può decidere con superbia incrollabile chi vive e chi muore? La domanda che non può trovare risposta è una delle chiavi del successo di Doctor Who, ma il quinto episodio della nona stagione The Girl Who Died riesce a regalarci una nuova interessante prospettiva, interrogandosi per la prima volta a viso aperto sul perchè al momento della rigenerazione determinate sembianze possano essere preferite ad altre.

mercoledì 14 ottobre 2015

Downton Abbey 6x04



Sono passati 13 anni da quando il telegramma che portava la notizia della morte di Patrick Crawley sul Titanic a Downton Abbey: da allora c'è stata una Guerra, le gonne e i capelli si sono drasticamente accorciati, la famiglia è cresciuta e ha dovuto dire addio ad alcuni dei suoi membri più importanti, molti personaggi sono entrati e usciti dalle file della servitù lasciando il loro se pur piccolo contributo alla storia;così, mentre ci avviamo verso la midseason ancora incerti su quale destino Julian Fellowes abbia in serbo per i nostri protagonisti, il quarto episodio della sesta e ultima serie continua a muovere lentamente le pedine lanciando possibili segnali per il futuro, senza lasciarsi però sfuggire l'opportunità di ricordare ciò che è stato grazie al gradito ritorno di alcuni volti dal passato.

martedì 13 ottobre 2015

Doctor Who 9x04: before the flood


Si può cambiare il passato? potremmo convivere col peso delle conseguenze di un futuro già scritto? Il quarto episodio della nona stagione di Doctor Who Before The Flood torna a investire sulla delicata questione dei paradossi temporali dimostrandoci ancora una volta che il tempo è tiranno, ma poter contare sull'aiuto del Dottore può fare la differenza fra la vita e la morte.

mercoledì 7 ottobre 2015

Downton Abbey 6x03



Salve a tutti cari amici Downtoniani! La sesta e ultima stagione di Downton Abbey è partita da qualche settimana, ma dato che come lo scorso anno per ragioni di tempo ho potuto iniziare a recensire le nuove puntate solo partendo dal terzo episodio mi limiterò a lasciarvi un breve e conciso riassunto su quanto accaduto nei due primi appuntamenti con la serie creata da Julian "Il Distruttore" Fellowes (per mia fortuna, gli eventi in ballo al momento sono ancora pochini):

Mary: come sempre impegnata a mandare avanti la tenuta e a vedere solo sè stessa la centro dell'Universo come unica business woman degna di nota; come sempre impegnata a tormentare Edith per ogni minima stupidaggine. Come sempre ben disposta verso alcuni fortunati personaggi come Anna e Mr Carson.
Edith: indecisa fra la possibilità di occuparsi a tempo pieno del suo giornale trasferendosi a Londra con Marigold o restare a Downton, dove Mary potrà continuare a tormentarla per noia in piena libertà. Quando la Signora Drewe tenta di riprendersi Marigold la situazione precipita: i Drewe vengono cacciati da Downton, il che è ingiusto, ok, ma cosa avreste fatto voi se qualcuno avesse tentato di rapire vostra figlia in un vostro semplice secondo di distrazione?E soprattutto, perchè nessuno ricorda che i primi a voler buttare fuori i Drewe erano stati Mary e Branson nella quarta stagione? Fine sproloquio.
Anna: vuole un figlio a tutti i costi, Mary si offre di accompagnarla dallo stesso medico che l'aveva aiutata quand'era "first married".
Mr Carson e Mrs Hughes: impegnati nei preparativi del matrimonio e messi in difficoltà dall'insistenza di "Sacred Lady Mary" nel voler tenere il ricevimento al Palazzo per amore di Carson.
Thomas: in cerca di un lavoro come maggiordomo in un mondo dove i maggiordomi iniziano ad essere disoccupati e le grandi famiglie nobili a decadere.
Daisy: incoraggiata da Mr Moseley a inseguire una carriera nell'insegnamento; presissima dallo sfratto di Mr Mason dalla sua casa e desiderosa di rimediare a cotanta ingiustizia.
Lady Violet e Mrs Crawley: impegnate in un duello estenuante per decidere del futuro dell'ospedale locale.

And now what?

Che vivano tutti felici e contenti finchè morte non li separi è secondario: i matrimoni a Downton Abbey restano un evento al quale è difficile resistere, con l’intera Casa in fermento fra la preparazione del pranzo e gli addobbi floreali, la ricerca dell’abito adatto e la sposa che attraversa la navata fino all’altare sotto gli occhi soddisfatti di padroni e servitori.

martedì 6 ottobre 2015

Doctor Who 9x03: Under The Lake




Quello della Base nel futuro e del gruppo di scienziati attaccati da una forza misteriosa è uno schema che Doctor Who ha inseguito in più di un'occasione e che continua a rivelarsi vincente anche nel terzo episodio di questa nona stagione, intitolato Under The Lake, che vede il Dottore e Clara imbattersi per caso in una base subacquea sul fondo di un lago scozzese, infestata da un inquietante fantasma senza occhi e vestito in abiti ottocenteschi che fa la sua comparsa nella notte.

sabato 3 ottobre 2015

Cinderella



La mia amica di Downton Abbey Lady Edith dopo aver visto Cinderella

Sii Gentile e abbi coraggio, non lasciare che le avversità della vita distruggano il tuo spirito gioioso e vedrai che prima o poi la tua fortuna cambierà, dimentica il presente e il sogno realtà diverrà: chi aveva ancora qualche dubbio sul perchè la Disney abbia ritenuto necessario un nuovo adattamento della fiaba di Cenerentola troverà in queste parole, recitate come un mantra anche se con qualche sfumatura in meno dalla madre della Protagonista e a quest'ultima lasciate in generosa eredità, le risposte a molte delle sue domande; diretto da Kenneth Branagh con scenografie e costumi in gran spolvero e un cast che vede curiosamente Cate Banchett nel ruolo di Evil Queen e Helena Bonham Carter in quello della Fatina Buona, in qualità di versione live action dell'indimenticabile film d'animazione del 1950 Cinderella va subito ad occupare il suo posto nel lungo listino di remake incoraggiato con profitto dalla Casa di Topolino, decisa ad evitare accuratamente di correre rischi con un'idea originale e non collaudata da anni e anni di nostalgia per i classici del passato; con ben pochi spunti da offrire al presente cinematografico, Cinderella rende giustizia alle capacità del regista Shakespeariano per eccellenza con una messa in scena sfavillante, ma non si sforza nell'infondere anima ad una storia che per quanto arcinota avrebbe saputo egualmente riproporsi al pubblico come autentica e stimolante.

mercoledì 30 settembre 2015

Doctor Who 9x02: The Witch's Familiar



Uccidere il nemico di sempre e cancellare gli errori del passato, o dimostrare misericordia e accettare le conseguenze dei propri errori: il secondo episodio della nona stagione di Doctor Who The Witch's Familiar riprende il cliffhanger che aveva chiuso col botto la premiere firmata da Steven Moffat, rendendo pienamente giustizia alla complessità della figura del Dottore e ai chiaroscuri che la caratterizzano.

lunedì 28 settembre 2015

Inside Out


“Take her to the moon for me, okay?
- I’ll try, Bing Bong.”

Certe volte vorresti odiarli, i cari amici della Pixar: ti convinci che ormai hanno esaurito le idee, che ti stanno piegando alle logiche del merchandising e dei sequel/prequel, che la festa stia davvero per finire e tanti saluti alla lampadina; loro invece, di tutta risposta e quasi offesi dall'onta subita, appena possibile tirano fuori dal cappello un film come Inside Out, dimostrandoti ancora una volta di saper gestire materiale spinoso sulla carta con grande maturità e delicatezza e di non avere dimenticato come si segna un punto di non ritorno, nell'azzardo visivo ma soprattutto narrativo ricercato con insistenza dagli Studios negli ultimi anni.

venerdì 25 settembre 2015

Doctor Who 9x01. The Magician's Apprentice





Un episodio di apertura tesissimo travestito da finale di stagione, ricco di colpi di scena e trovate già pronte a diventare antologia: con The Magician Apprentice Doctor Who fa ritorno sugli schermi della BBC facendoci ricordare tutte le ragioni per cui ne avevamo così a lungo sentito la mancanza, usando la minaccia di nemici storici per mettere nuovamente a dura prova il Dottore e i suoi amici.

lunedì 14 settembre 2015

Poet's corner No. 26




Dans le fond des forêts votre image me suit.
                                     RACINE

There is a panther stalks me down:
One day I'll have my death of him;
His greed has set the woods aflame,
He prowls more lordly than the sun.
Most soft, most suavely glides that step,
Advancing always at my back;
From gaunt hemlock, rooks croak havoc:
The hunt is on, and sprung the trap.
Flayed by thorns I trek the rocks,
Haggard through the hot white noon.
Along red network of his veins
What fires run, what craving wakes?

Insatiate, he ransacks the land
Condemned by our ancestral fault,
Crying:  blood, let blood be spilt;
Meat must glut his mouth's raw wound.
Keen the rending teeth and sweet
The singeing fury of his fur;
His kisses parch, each paw's a briar,
Doom consummates that appetite.
In the wake of this fierce cat,
Kindled like torches for his joy,
Charred and ravened women lie,
Become his starving body's bait.

Now hills hatch menace, spawning shade;
Midnight cloaks the sultry grove;
The black marauder, hauled by love
On fluent haunches, keeps my speed.
Behind snarled thickets of my eyes
Lurks the lithe one; in dreams' ambush
Bright those claws that mar the flesh
And hungry, hungry, those taut thighs.
His ardor snares me, lights the trees,
And I run flaring in my skin;
What lull, what cool can lap me in
When burns and brands that yellow gaze?
I hurl my heart to halt his pace,
To quench his thirst I squander blook;
He eats, and still his need seeks food,
Compels a total sacrifice.
His voice waylays me, spells a trance,
The gutted forest falls to ash;
Appalled by secret want, I rush
From such assault of radiance.
Entering the tower of my fears,
I shut my doors on that dark guilt,
I bolt the door, each door I bolt.
Blood quickens, gonging in my ears:

The panther's tread is on the stairs,
Coming up and up the stairs.

Sylvia Plath

Pursuit

mercoledì 9 settembre 2015

Downton Abbey: il tramonto della nobiltà e l'ora dell'addio




Salutare una serie che hai amato e seguito per tanti anni fa sempre un po' male al cuore: inizi l'episodio pilota avvicinandoti ai personaggi con la diffidenza di chi stringe la mano a qualcuno per la prima volta, cerchi di capire se riuscirete a diventare amici e se la distanza reciproca potrà essere colmata da un'assidua frequentazione, inizi ad affezionarti anche se spesso ti ritrovi a sbraitare contro lo schermo per tutte le scelte sbagliate a cui sei costretto ad assistere e che innescano il dramma, impari a voler bene a tutti i protagonisti nel bene e nel male e a considerarli quasi come una seconda famiglia, pronta a tornare ogni anno per farti compagnia e condividere con te gioie e dolori di vite non tue.

Nel caso di Downton Abbey, la serie interamente scritta dal Premio Oscar Julian Fellowes e andata in onda su ITV One a partire dal 2010, sarà difficile trovare un fan insensibile a tali sensazioni: dopo una lunga corsa costellata di premi, riconoscimenti e grande successo di pubblico, la secolare residenza del Conte e della Contessa di Grantham chiuderà i battenti alla sesta stagione, dignitosamente e speriamo a lieto fine, senza stiracchiare oltre il necessario le vicende di nobili e servitori; un addio annunciato con la consapevolezza di un congedo giunto al momento giusto e non snaturando il valore di un prodotto che fra alti e bassi ha saputo farci sorridere, commuovere e deliziare del ritratto di un mondo romanticamente remoto ma allo stesso tempo ricco di crepe e imperfezioni, spinto alle soglie del baratro dal Primo Conflitto Mondiale e dall'avanzare a grandi passi della travolgente modernità dei Roaring Twenties.

mercoledì 2 settembre 2015

Doctor Who, ancora un' avventura per Clara e il Dottore


"I'm the Doctor and I save People!": un'affermazione netta che non lascia spazio a esitazioni e segna un punto di svolta definitivo nel carattere di quel dodicesimo Dottore ruvido e scostante che abbiamo imparato ad amare la scorsa annata: puntuale come sempre ad allietare la fine delle vacanze estive, Doctor Who si prepara a tornare sulla BBC a partire dal 19 settembre, con una nona stagione pronta a proseguire con successo il revival della longeva serie di fantascienza iniziato nel 2005.

martedì 25 agosto 2015

I never had that many friends growing up


I never had that many friends growing up
So I learned to be
Ok with
Just me, just me, just me, just me
And I'll be fine on the outside

I like to eat in school by myself
Anyway
So I'll just stay
Right here, right here, right here, right here
And I'll be fine on the outside

So I just sit in my room after hours with the moon
And think of who knows my name
Would you cry if I died
Would you remember my face?

So I left home, I packed up and l moved
Far away
From my past one day
And I laugh, I laugh, I laugh, I laugh
And I sound fine on the outside

Sometimes I feel lost, sometimes I'm confused
Sometimes I find
That I am not alright
And I cry, and I cry, and I cry.

So I just sit in my room after hours with the moon
And think of who knows my name
Would you cry if I died
Would you remember my face?

Priscilla Ahn - Fine On The Outside 





mercoledì 19 agosto 2015

Lettera di una sconosciuta


Cara Sconosciuta,
ti scrivo questa lettera perché ho pensato che tu, protagonista assoluta di una delle lettere più lunghe della storia della letteratura epistolare, avresti particolarmente gradito questa forma sopra ogni altra: ho iniziato piena di aspettative Lettera di una sconosciuta di Stefan Zweig, quel piccolo libello che l'autore austriaco ti ha dedicato con tanto sentimento e passione, ma per quanto avrei voluto scriverti parole ben diverse da quelle che troverai nelle righe che seguiranno, non posso esimermi dal rivolgermi direttamente a te, a te che non ho mai conosciuto, per dirti quanto questo libro mi abbia fatta davvero arrabbiare.
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