Combattere in nome di un principio e di un'idea di libertà e affermazione che ha degli innegabili fondamenti di giustizia, per finire col perdere la bussola in nome di un delirio di onnipotenza troppo invitante per non essere appagato: perchè qualunque sia il popolo o il periodo storico interessato, la giostra della Guerra gira sempre allo stesso modo, giocandosi tutte le sue devastanti possibilità nella continua lotta fra il peso della verità e le sue conseguenze; proseguendo sulla pericolosa linea del fuoco dello scorso episodio, l'ottavo episodio della nona stagione del nuovo Doctor Who The Zygon Invasion ci regala una perla di televisione rara e incisiva, coronata da un monologo che non solo i fan della serie ma anche i profani dovrebbero conoscere e imparare.
Come previsto, non è ancora arrivato il momento per Clara Oswald di dire addio alla serie: la sua copia Zygon, deliziosamente soprannominata dal Dottore Zygella, l'avrà anche rinchiusa in un bozzolo e data per ufficialmente morta, ma la ragazza è ancora viva e vegeta e la sua mente è abbastanza forte da sfruttare il collegamento con la copia per tentare di salvare il Dottore ed evitare un apocalisse; impegnato con Osgood nel tentativo di fermare le frange estremiste degli Zygon ed evitare lo scoppio di una Guerra imminente, il Dottore assiste alla degenerazione del sogno del popolo alieno di vivere in pace insieme agli esseri umani una vita normale e serena, su un pianeta dove finalmente avevano potuto sentirsi a casa, per l'ambizione e l'ostinazione di un manipolo di ribelli: per quanto possiamo sforzarci di evitarli, i riferimenti all'attualità urlano la loro ingombrante presenza in ogni singolo minuto.
Certa di aver ottenuto l'accesso a un dispositivo in grado di scatenare definitivamente il conflitto da umani e Zygon sfruttando la semplice e spietata forza della paura e del pregiudizio, "Zygella" si precipita alla Torre di Londra per mettere in atto il suo piano: ad attenderla, l'amara scoperta di come l'arma tanto temuta fosse in realtà un diversivo costruito ad arte per mantenere le due parti in equilibrio e persuaderle della buona fede della tregua suggellata, ma a colpire lei come gli spettatori sono soprattutto le parole taglienti del Dottore su quanto il peso della Guerra e della distruzione che la accompagna siano insostenibili per chiunque decisa di addossarsene la responsabilità; anche il Dottore si è trovato nella condizione di dover fare una scelta impossibile, anche lui era disposto a portare sulle spalle il peso della distruzione del suo popolo, ma l'umanità che Clara gli ha donato ha saputo illuminargli il cammino e mostrargli che rinunciare a premere il bottone della morte era in effetti l'unica cosa giusta da fare.
Lasciandoci l'eredità di uno dei suoi episodi più politicamente impegnati, Doctor Who continua a dimostrarsi una serie in grado di invecchiare meravigliosamente e rinnovarsi con altrettanto orgoglio e consapevolezza, pronta a trovare la giusta chiave di lettura per parlare dei problemi del nostro mondo con una saggezza di cui abbiamo ancora disperato bisogno, congedandoci con un pensiero un po' infantile e pur rassicurante: se il Dottore fosse davvero l' ambasciatore supremo della Terra, molte cose del nostro presente sarebbero diverse.
Leggi su cinefilos/serietv: Doctor Who 9×08 recensione dell’episodio con Peter Capaldi
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