Dopo l'acuto e incredibilmente attuale (più che mai dati i recenti tragici fatti di Parigi) episodio della scorsa settimana The Zygon Invasion, nessuno pretendeva che Doctor Who potesse sostenere altrettanta ambizione e qualità anche nell'appuntamento successivo, anomalo di sè data la sua natura di stand alone in una stagione interamente costellata di nutriti doppi episodi: il problema di Sleep No More, atteso ritorno del fedele compagno di avventure di Steven Moffat Mark Gatiss alla sceneggiatura dello show, non è però dettato dal suo essere nulla di più che un semplice Filler all'interno della stagione, quanto da una struttura disorientata e confusa che piuttosto che tenere viva l'attenzione finisce per annacquarla e annoiare lo spettatore.
Ambientato nel 2034 sull'ennesima base spaziale in difficoltà. Sleep No More usa l'espediente della ripresa amatoriale e delle telecamere di sicurezza in parte per risparmiare sul budget e in parte per districare i nodi della trama in modo alternativo rispetto alla consuetudine: Tutto inizia col Dottor Rassmussenn, scienziato che apre il nostro tour della base sconsigliandoci caldamente di proseguire nella visione del video che sta per mostrarci: scopriamo nel corso della puntata che la stazione è rimasta isolata e che una squadra di soccorso di indiani e cinesi (i due paesi si sono ritrovati fusi insieme in seguito a una catastrofe naturale) è stata inviata sul luogo per indagare sulle cause; scopriamo in seguito che Rassmussenn è responsabile dell'invenzione di una nuova macchina, Il Morpheus, in grado di sfruttare al massimo le potenzialità degli esseri umani riducendo il tempo necessario per l'organismo a dormire. Come previsto, la macchina rivela delle falle pericolose, contribuendo alla generazione di mostruose creature chiamate Sandmen e nate proprio dai residui organici che il corpo rilascia durante il sonno: le creature attaccano gli esseri umani e ci cibano di loro, fino a intaccare totalmente l'ospite e a trasformarlo in un loro simile.
Uno sviluppo che sulla carta si rivelava promettente, ma di fatto mal realizzato e zoppicante: le numerose rivelazioni arrivano a singhiozzo, senza consequenzialità e confondendo lo spettatore sempre più annoiato dalle modalità alternative con cui si è scelto di raccontare la storia; gli uomini di sabbia, quei Sandmen legati al sonno che hanno fatto la fortuna di tanti scrittori di fantasy e che sono sempre in qualche modo appartenuti a un folclore universalmente riconosciuto, diventano mostri dalle origini scientificamente ambigue e in effetti un po' troppo disgustose per essere comprate ciecamente sulla fiducia: peccato che sia un episodio del genere, insipido e deludente, a dover congedare il personaggio di Clara prima dell'annunciato addio definitivo di Face The Raven.
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