Alto, magro, zigomi taglienti e occhi sottili, un volto che sembra mischiare presunzione, riservatezza, ingenuità e tenerezza tutte britanniche: in questi giorni su Netflix nel ruolo di un giovane Principe Filippo nello splendido The Crown firmato da Peter Morgan, Matt Smith è uno di quegli attori inglesi di pregio riusciti nell'impresa di trovare la notorietà grazie a un ruolo di primo piano in una serie BBC, trampolino di lancio per spiccare il volo e fare conoscere la promessa del proprio talento senza mai timore di cimentarsi in nuovi e spigolosi progetti.
Eppure, a differenza di altri colleghi e conterranei il nostro non aveva alcuna ambizione artistica negli anni della scuola: nato Northampton il 28 ottobre 1982, Matthew Robert "Matt" Smith aveva tutta l'intenzione di diventare un calciatore professionista, ma un infortunio alla schiena gli impedì di realizzare il suo sogno: avvicinatosi alla recitazione dopo un'iniziale ritrosia ( sembra che ritenesse la professione dell'attore "non socialmente accettabile")si iscrive alla National Youth Theatre e partecipa alle prime rappresentazioni teatrali, proseguendo nel frattempo gli studi universitari presso la University of East Anglia.
Ad aprirgli la strada verso il successo il ruolo che tutti gli attori inglesi amano e temono allo stesso tempo: il team di Steven Moffat sceglie Matt per interpretare l'undicesimo Dottore in Doctor Who, la serie di fantascienza più longeva della storia della tv britannica con ben 50 anni di storia: a soli 26 anni è il Signore del Tempo più giovane ad essere approdato sul piccolo schermo, ma nonostante la diffidenza iniziale dei fan dell'amatissimo Dottore uscente David Tennant Matt riesce a conquistarsi l'affetto del pubblico interpretando un personaggio vivace e irriverente ma allo stesso tempo dotato della saggezza e della tristezza che tutti i suoi lunghi anni di viaggio e solitudine gli hanno lasciato: la chimica con Karen Gillan e Arthur Darvill, interpreti dei suoi compagni di viaggio Amy e Rory arricchisce la mitologia della serie di nuovi preziosi tasselli e consacra l'amore dei fan per l'undicesima incarnazione del Dottore; curiosamente, Smith aveva sostenuto anche il provino per interpretare il Dottor John Watson nella grande hit Sherlock, ruolo andato poi a Martin Freeman perchè a detta degli autori l'attore sembrava troppo simile nel fisico e nello spirito proprio allo Sherlock Holmes di Benedict Cumberbatch, già provinato e sin dall'inizio unica scelta per la parte del Detective.
Nel frattempo, non manca di mettersi alla prova sfidando anche la pazienza dei creatori dello show: Christopher and His Kind, film tv dedicato agli anni giovanili dell'autore di "A Single Man" Christopher Isherwood lo vede comparire in diverse passionali scene d'amore omosessuale, un azzardo notevole per un attore scelto per interpretare un personaggio molto amato dai bambini e sottoposto a un'intensa pressione mediatica; lo stesso spirito lo porterà di lì a poco a teatro per interpretare Patrick Bateman nel musical di American Psycho.
Dopo l'arrivo di Jenna Coleman, chiamata a sostituire degnamente i due attori uscenti come compagna di viaggio, Matt avverte il bisogno di lasciare la serie che l'aveva lanciato per tentare nuovi progetti: dopo la commovente uscita di scena che ha segnato l'ingresso dell'attuale Signore del Tempo Peter Capaldi, il primo ruolo col quale tenta di farsi notare a Hollywood è quello di Bully in Lost River, esordio alla regia di Ryan Gosling che però non ottiene il successo sperato; seguono Terminator: Genisys, con la Khaleesi di Game of Thrones Emilia Clarke e Orgoglio e Pregiudizio e Zombie, adattamento irriverente riscrittura del romanzo di Jane Austen firmata da Seth Grahame Smith; sul set, anche Lily James (Downton Abbey, Guerra e Pace), con la quale inizia una relazione.
Se il cinema non riesce a dargli le soddisfazioni promesse, il ritorno alla serialità televisiva avviene in grande spolvero: il Duca di Edimburgo Filippo di Mountbatten del gioiello di Netflix The Crown è un compagno innamorato ma insofferente, incastrato in un angolo istituzionale e personale castrante che lo porta a scalpitare e a rendersi ostile, in cerca di distrazioni e divertimenti; con una seconda stagione già stata confermata, la speranza è che la longevità della serie permetta a Matt di interpretare il ruolo della vita ancora a lungo.
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