Arrestate per stregoneria con la complicità dell'odiosa Laoghaire, le due donne vengono sbattute in cella e in fine trascinate addirittura in tribunale, vittime di un processo che ha già deciso la loro condanna; in loro difesa interviene l'avvocato New Gowan, che cerca compatibilmente con la gretta mentalità del tempo di tirare fuori dai guai le prigioniere.
Complice l'intervento di una Laoghaire decisa a riprendersi Jamie e l'incontenibile ignoranza dell'epoca, una testimonianza dopo l'altra sembra che per Claire e Geillis non ci sia alcuna speranza: l'intraprendenza di Claire e la sua modernità vengono scambiate per arti demoniache, in una società che chiamava le donne ad essere dimesse e ubbidienti in un mondo governato dagli uomini.
Nonostante la diffidenza iniziale, sembra che Claire e Geillis non siano unite soltanto dal triste destino che sembra attenderle: dopo aver compreso di non poter far più nulla per salvare sé stessa e consapevole che Dougal non sarebbe mai venuto a salvarla, la bella rossa decide di fare un gesto estremo per salvare la vita dell'amica, lasciandole in eredità una verità sconvolgente.
Pur con la consapevolezza di un esito scontato, l'episodio tiene alta la tensione per tutta la sua durata e porta avanti il suo dramma processuale vecchio stile con la drammaticità necessaria, fino all'epilogo che mette la nostra eroina alle strette costringendola a decidere del suo futuro una volta per tutte: se il timore che anche Jamie Fraser nascondesse un lato oscuro viene facilmente spazzato via dalla sua irrealistica comprensione per la situazione particolare di Claire, ci viene quasi da sorridere nel sentire pronunciare il nome di Frank ( ormai completamente assente a ragione della mancanza di flashback) dopo tanto tempo; con una conclusione degna di un romanzo d'altri tempi, Outlander conferma la sua tendenza a mescolare i generi e a condurre la sua partita con determinazione, usando grazia e semplicità come sue armi predilette.
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