Dal Wessex alla Mercia, dalla Danimarca alla Francia: gli scenari di Vikings si ampliano sempre di più e le trame dei personaggi si moltiplicano ai nostri occhi, allontanandosi da Ragnar Lothbrok e rendendo la sua leadership apparentemente ben salda sempre più incerta nel futuro della serie.
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La cattura di Floki, sottoposto ad una tortura subdola e "sofisticata" che trae origine proprio dalla mitologia norrena si accompagna ad altri eventi che non lasciano presagire nulla di buono per il nostro re: una terribile disgrazia si abbatte su Helga, caduta in miseria e priva di qualunque sostentamento per affrontare il freddo e la fame dell'inverno, facendo sentire Ragnar responsabile per non aver fatto abbastanza nei confronti della donna e della sua bambina innocente, risvegliando nella nostra memoria il tragico ricordo del destino della piccola Gyda.
Come se non bastasse, Aslaug continua a dimostrare di non avere nessuna intenzione di assecondare oltre il volere del marito rinfacciandogli come le sue simpatie per il Monaco Cristiano l'abbiamo per sempre compromesso: ad attenderla c'è uno schiaffo potente che dovremmo condannare senza riserve e che invece finisce per guadagnarsi la nostra simpatia e soddisfazione, a ragione di un personaggio che non ha mai brillato per carisma e ha sempre sfigurato agli occhi di Lagertha, stranamente assente da quest'episodio; solo in mezzo alla neve, Bjorn si prepara invece ad affrontare la sfida più importante della sua vita.
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I riflettori restano però puntati sulla Francia e sul destino di Rollo: gestita in quest'episodio per lo più in chiave comica, la trasformazione del fratello di Ragnar in Duca di Normandia procede per gradi e parte da un sofferto taglio di capelli che scatena le risa della Principessa Gisla e del pubblico grazie soprattutto allo spirito della performance di Clive Standen: fra intrighi di corte e piani militari goffamente abbozzati per problemi di lingua, le leggerezza delle scene parigine potrebbe annuvolarsi molto presto.
Leggi su cinefilos/serietv: Vikings 4×02 recensione dell’episodio con Clive Standen
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