Everyone has ocean’s to fly, if they have the heart to do it. Is it reckless? Maybe. But what do dreams know of boundaries?” (Amelia Earhart)
La storia dell ‘ aviatrice Amelia Earhart non sarà molto conosciuta in Italia , ma in America il mito è sempre stato vivo e era effettivamente strano che nessuno ancora avesse deciso di trasportarla sul grande schermo ; la regista indiana Mira Nair , ormai da tempo ” adottata dal mito americano ” (già con ” il destino del nome “) tenta l’impresa realizzando una pellicola piena di promesse che putroppo non sono state mantenute . Se il trailer americano era costruito ad arte rivelando un film dal forte respiro epico – avventuroso , nel trailer italiano sono stati molto meno furbi mettendo subito in pochi secondi in risalto il suo più grande difetto : la convenzionalità . Quando Richard Gere si rivolge ad Amelia sulla spiaggia e le dice con passione ” io e te possiamo DECOLLARE verso una vita felice ” abbiamo già la sensazione che il materiale sia canonico fino al midollo , ma dato che non si giudica un libro dalla copertina guardiamo il film in quanto tale . Quello che poteva essere un connubio di avventura e sentimento è invece una bellissima cartolina , con splendidi scenari e meravigliosi landscapes destinati però a essere semplice cornice di un triangolo amoroso non ben definito , in cui la convincente e sempre sorridente Hilary Swank (aiutata da una perfetta somiglianza con la vera aviatrice) si destreggia per tutti i 100 minuti di durata fra l’affettuoso marito George Putnam/Gere e l’amante don Giovanni Gene Vidal /Ewan McGregor che sembra davvero sprecato in un ruolo marginale e completamente trascurato , ritenuto un terzo incomodo già nella locandina dove troneggia unicamente il faccione di Richard Gere (mentre al contrario la figura di Vidal fu molto presente nella vita della Earhart) . Le sensazioni e i sentimenti della donna , le prove di una vita d’avventura e il grande desiderio di libertà , il cuore della vicenda non vengono colti e restano sulla superficie , lasciando che l’unico vero momento di emozione sia quello in cui vediamo Amelia e il suo compagno di viaggio Fred Noonan ( il mio caro e come sempre impeccabile Christopher Eccleston ) allonanarsi alla deriva dopo aver perso il contatto radio . La ricostruzione d’epoca è impeccabile , ma non basta a far “decollare” una pellicola che avrebbe potuto osare molto di più ma che alla fine rimane solo una bella prova di calligrafia ,putroppo monocorde e senza sfumature .
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