mercoledì 10 agosto 2016

Da qualche parte nel mondo



«Facciamo tutti così. Prendiamo desiderio, lussuria, solitudine, attrazione, ossessione, paura, rancore, mancanze e le impacchettiamo tutte insieme, mescolate, mascherate, e ci mettiamo sopra una bella etichetta: AMORE» scandisce le lettere, «ma poi l’amore è un’altra cosa.»

Fino a che punto è giusto farsi influenzare dalla propria simpatia per un personaggio? Leggere un libro è un viaggio che difficilmente si rivela indolore, pronto a trascinarti nel gorgo di un'avventura ignota e a farla tua, per quanto il carattere dell'eroe o dell'eroina di turno possa essere lontano dalla tua visione del mondo e da ciò che per te conta davvero qualcosa; eppure ci sono delle volte in cui non ce la fai e finisci per arrenderti all'evidenza, il personaggio ha un carattere che non riesci a comprendere e si incaponisce nel fare delle scelte che non puoi accettare nemmeno con tutte le attenuanti del caso, tessendo il filo della sua storia egoisticamente incurante del fatto che tu possa o no fermarti un attimo a tifare per lui.

Prima opera di finzione di Chiara Cecilia Santamaria, autrice del famoso blog Ma che Davvero e del libro autobiografico Quello che le Mamme non dicono che dallo stesso blog ha tratto fonte e ispirazione, Da Qualche parte nel mondo ha finito suo malgrado per farmi provare questa indesiderata e scomoda sensazione: pur avendone amato la prosa ricca e la scrittura intensa e profondamente sentita, la storia di Lara non è riuscita a conquistarmi come avevo sperato a causa di una protagonista perennemente concentrata su sè stessa, a ragione di un passato infelice e agitato ma anche di un' indole egoista e respingente forte di un talento innato e mai bisognoso di studio o applicazione alcuna, amato compreso e riverito da tutti alla prima occhiata e adeguatamente indirizzato dalla spinta del personaggio maschile bello e maledetto di turno.

domenica 7 agosto 2016

Outlander, season 2


"Lord, ye gave me a rare woman, and God! I loved her well."

Non importa quanta energia e volontà i più coraggiosi viaggiatori possano investire nell'impresa: il passato non si può cambiare e i punti fissi sulla scala del tempo sono destinati a ripetersi senza pietà alcuna per chi si è suo malgrado trovato ad averli vissuti in prima persona, lottando disperatamente per sopravvivere e non disperdere la propria memoria in quella folla senza volto che ormai zittita abiterà per sempre le pagine dei nostri libri di storia fra l'annotazione di una battaglia e l'altra; Marty McFly non sarebbe troppo d'accordo, ma nella migliore tradizione del genere Outlander non poteva che attenersi alle regole e rispettarle alla lettera, in una seconda stagione che grazie a una maggiore compattezza nella narrazione (non più due tranche divise da una pausa ma un unico ciclo di episodi più breve) e a una maggiore varietà di scenari riesce a rendere giustizia alle vicende dei personaggi pur con l'assoluta certezza di ciò che accadrà.
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