mercoledì 11 maggio 2011

the pillars of the earth


Sullo sfondo di un’estenuante lotta dinastica prendono vita le vicende de "I Pilastri della Terra" (The Pillars of the Earth), romanzo di Ken Follett pubblicato per la prima volta nel 1989 divenuto un best seller di grande successo,  trasposto recentemente in immagini nella forma (ben congeniale data la mole del romanzo) di una miniserie in 8 puntate realizzata per la rete statunitense Starz con le musiche di Trevor Morris (già compositore dello splendido soundtrack di "The Tudors"), prodotta dalla Tandem Communications e da Ridley e Tony Scott tramite la Scott Free Prod.(la cui mano è riconoscibile sin dalle spettacolari e colorate animazioni dei titoli di apertura ) e andata in onda per l’Italia su Sky Cinema nell’autunno 2010.

Nell’Inghilterra del 1120 la tragedia si abbatte sul re Enrico I quando il suo unico figlio maschio William Adelin muore in circostanze misteriose nel naufragio della Nave che lo riportava a casa attraverso la Manica: una manna dal cielo per Stefano di Blois , nipote del re che con l’appoggio della chiesa e il supporto della nobiltà sembra non avere rivali contro la giovane figlia del re Matilde e il fratellastro di lei Robert di Gloucester, incapace di ereditare la corona perché illegittimo; lo scontro esplode inesorabile quando Stefano prende il trono violando il giuramento fatto al defunto sovrano di riconoscere Matilde come erede fino alla maggiore età di suo figlio Enrico (futuro Enrico II ), dando così inizio al conflitto che insanguinerà l’Inghilterra per oltre 15 anni noto come “l’anarchia”.

Nel frattempo, il piccolo microcosmo medievale dell’immaginario priorato di Kingsbridge con pazienza e dedizione si dedica al più ambizioso dei progetti: la costruzione di una magnifica cattedrale, simbolo del legame fra cielo e terra, santuario della luce intorno al quale convergono intrighi di corte, abusi di una nobiltà senza bandiera, conflitti terreni fra i monaci nella delicata gestione del priorato, desiderio di rispetto e riscatto della neonata piccola borghesia mercantile e le speranze di un eterno cantiere sempre pronto ad accogliere le imponenti e maestose architetture gotiche.


Fra i tanti e numerosi protagonisti che si sfidano a colpi di spada e scalpello, numerosi sono i volti indimenticabili anche e soprattutto grazie alle convincenti performances di un prestigiosissimo cast: il priore Philip, uomo di fede risoluto e incrollabile faro di purezza in una chiesa corrotta interpretato da MR Darcy – Matthew MacFadyen, Tom il costruttore incarnato dal congeniale volto medievale di Rufus Sewell ( già Re Marco "in Tristano e Isotta" e Lord Ademar ne "Il destino di un cavaliere"), il cui grande sogno di costruire una cattedrale è reso possibile grazie all’appoggio e al sostegno di Philip e che dopo la morte della moglie ritroverà l’amore grazie a Ellen (una splendida Natalia Worner ); al figlio di lei Jack (fisicamente perfetto ma con ancora molta strada il giovane Eddie Redmayne), ragazzo dai capelli rossi intorno al cui defunto padre ruota un fitto mistero, Tom lascerà il compito di finire ciò che lui aveva iniziato e l’eredità morale della continua ricerca e miglioramento delle tecniche di costruzione che grazie a un illuminante visita in Francia riuscirà a realizzare.

Altra storia è quella di Aliena, il grande amore di Jack interpretata dalla lanciatissima Hayley Atwell, che dopo l’esecuzione del padre Bartholomew conte di Shiring (un cameo di Donald Sutherland) per aver appoggiato Matilde contro Stefano, consacrerà anima e corpo alla riconquista del feudo perduto in favore del fratello Richard diventando una benestante commerciante di lana; Alison Pill (recentemente vista scatenarsi in "Scott Pilgrim vs the World") è bravissima nel ruolo della determinata regina Matilde, ma la disputa fra i due contendenti sovrani finisce per farsi rubare la scena da personaggi negativi malvagi e affascinanti: David Oakes (Juan Borgia nel recente "The Borgias" della Showtime) è uno straordinario William Hamleigh, signorotto locale assetato di violenza e allo stesso tempo vittima delle trame della madre, l’inquietante Lady Regan (Sarah Parish), ma su tutti brilla la stella oscura di un incredibile Ian Mcshane (già visto in "Dead Wood" e veterano della stagione teatrale britannica) nei panni di Waleran Bigod, vescovo infido e viscido con l’ambizione di diventare arcivescovo di Canterbury, simbolo della corruzione di una chiesa votata più alla ricchezza che alla fede e disposto a tutto pur di impedire la costruzione della cattedrale di Kingsbridge.

Costato circa 40 milioni di dollari e girato interamente in Repubblica Ceca, I Pilastri della Terra si presenta come un dramma medievale dal respiro epico dove tutti gli ingredienti necessari, dagli spettacolari scontri sul campo di battaglia alla romantica storia d’amore, si inseriscono perfettamente in un fiabesco vortice di costumi e armature: il rischio di un adattamento è sempre quello di scontentare i fan del materiale di partenza pur nella consapevolezza che l’assoluta fedeltà difficilmente possa essere la giusta via, eppure con otto episodi di spettacolo la serie aveva tutte le carte in regola per equilibrare la forza del libro con le esigenze più elementari di drammatizzazione visiva: peccato che le numerose modifiche inserite in medias res non solo finiscano per generare un prodotto quasi autonomo dall’opera originale (a volte alterando la psicologia dei personaggi altre inserendo eventi sconvolgenti quali una improbabile relazione incestuosa fra William Hamleigh e la madre Lady Regan) ma addirittura per tagliare l’interessante (forse ritenuta poco appetibile) questione della morte di Thomas Beckett per volontà del nuovo re Enrico II, scegliendo di chiudere le vicende in modo frettoloso e poco esaustivo con un finale (che non spoileriamo) un po’ troppo palesemente ispirato al Gobbo di Notre Dame Disneyano .

Nonostante i suoi difetti più evidenti legati a effetti speciali televisivi e un make up che rende praticamente invisibili le tracce dell’invecchiamento ventennale dei protagonisti, la serie rimane comunque ben fatta e non priva di meriti, tutta da gustare per coloro che non hanno ancora letto il romanzo di Ken Follett (che per l’occasione ci offre un cameo nel ruolo di un mercante nell’episodio 7) e per tutti quelli che vogliono ancora riassaporare anche solo una parte delle grandi emozioni che hanno trovato fra le pagine scritte dell’immenso tomo (oltre 1000 pagine) dello scrittore inglese.

4 commenti:

  1. Non avevo letto il libro e la serie non è eccelsa, ma devo dire che intrattiene bene e mi ha anche invogliato a riscoprire il romanzo.

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  2. Da grande ammiratore dell'opera (anche se non di Follett) devo dire che l'ho trovata davvero ben fatta e fedele allo scritto originale.

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  3. la serie mi piace e molto...ma avrei davvero voluto vedere la questione di thomas beckett con tutto quello che ne consegue e anche il destino di certi personaggi restare immutato...secondo me il taglio ha generato una chiusura un po' troppo frettolosa e ci sarebbe voluto almeno un altro episodio per farla per bene ma naturalmente il super budget non poteva durare in eterno... resta comunque un ottimo prodotto!!!!!!!!!!!!!

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  4. La vidi tutta qualche mese fa, e mi trovai ad esserne piacevolmente colpito, nonostante i molti tagli e riadattamenti effettuati all'opera originale.

    E.

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