Oltre i confini del sequel e del prequel, del remake e del revival, un'altra inquietante creatura figlia del nostro tempo ha trovato terreno fertile e battuto cassa come non mai fra le braccia di Mamma Disney: l'adattamento live action dei classici dell'animazione del passato, la resurrezione delle opere che tutti conosciamo pressoché a memoria dopo anni di rewatch in cassetta e in dvd, con qualche piccolo splash di revisione e ampliamento narrativo e un'imponente apparato di scenografie e costumi che non badi a spese, per vedere realizzata la fantasia di avere attori in carne e ossa che abbiano le caratteristiche giuste per dare vita ai personaggi che hanno popolato la nostra infanzia.
Non che nella nostalgia ci sia qualcosa di sbagliato: il mito dell'età dell'oro è la ricerca di un rifugio dall'oppressione quotidiana che ci piace sempre tanto e che da qualche anno a questa parte è stato pompato come non mai(come se ormai si fosse raggiunto un limite alle cose che possano essere create, scoperte, esplorate), ma quando la riscoperta si traduce in un copycat senz'anima del tutto dipendente dal ricordo di ciò che è stato e in grado di contribuire poco o niente a un arricchimento della storia, qual dovrebbe essere l'utilità ha l'intera operazione?
Non che nella nostalgia ci sia qualcosa di sbagliato: il mito dell'età dell'oro è la ricerca di un rifugio dall'oppressione quotidiana che ci piace sempre tanto e che da qualche anno a questa parte è stato pompato come non mai(come se ormai si fosse raggiunto un limite alle cose che possano essere create, scoperte, esplorate), ma quando la riscoperta si traduce in un copycat senz'anima del tutto dipendente dal ricordo di ciò che è stato e in grado di contribuire poco o niente a un arricchimento della storia, qual dovrebbe essere l'utilità ha l'intera operazione?