Nonostante l'era televisiva in cui stiamo vivendo ci abbia abituato a un tasso di violenza visiva non indifferente, è piuttosto curioso che a destare scandalo e critiche sia stato come sempre il caro vecchio Game of Thrones e non Outlander: curioso come sul quindicesimo episodio, intitolato Wentworth Prison, sia calato un silenzio pressoché totale quando la puntata mostrata senza particolari indulgenze per l'occhio dello spettatore merita a buon diritto di essere annoverata fra gli episodi più turbolenti non solo dell'intera serie, ma anche dell'intera stagione televisiva.

Ignara delle vere intenzioni di Randall ma certa del grave pericolo corso dal marito, Claire cerca una via per introdursi nella prigione senza attirare eccessivi sospetti: la sua idea di presentarsi come una donna di carità venuta a trovare un cugino in un primo tempo sembra funzionare, ma per quanto le circostanze da romanzo in cui prosegue la sua ricerca di cella in cella siano a suo favore, nulla avrebbe potuto prepararla a dovere per lo spettacolo terrificante a cui sarebbe stata costretta ad assistere: torturato nel corpo e nell'anima, Jamie giace in condizioni pietose sul pavimento della sua cella, in attesa di un nuovo attacco del suo aguzzino.

In attesa di un finale che promette di sottoporre i suoi protagonisti a sofferenze sempre più intense, Outlander ci lascia una puntata difficile ma della quale non rimpiangiamo un singolo minuto: davvero niente male, per una serie accusata a più riprese di essere troppo indulgente verso i begli occhi del pubblico femminile e di non riservare molto altro.
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