Nonostante l'era televisiva in cui stiamo vivendo ci abbia abituato a un tasso di violenza visiva non indifferente, è piuttosto curioso che a destare scandalo e critiche sia stato come sempre il caro vecchio Game of Thrones e non Outlander: curioso come sul quindicesimo episodio, intitolato Wentworth Prison, sia calato un silenzio pressoché totale quando la puntata mostrata senza particolari indulgenze per l'occhio dello spettatore merita a buon diritto di essere annoverata fra gli episodi più turbolenti non solo dell'intera serie, ma anche dell'intera stagione televisiva.
Nella famigerata prigione, Jamie Fraser si prepara ad incontrare il suo destino per impiccagione insieme agli altri condannati, ma il provvidenziale intervento di Black Jack Randall lo salva in extremis dal suo destino. Come prevedibile, le intenzioni del Capitano sono tutt'altro che onorevoli: morbosamente ossessionato dal giovane scozzese dai capelli rossi, Randall sembra intenzionato non solo a riprendere la realizzazione del suo raccapricciante capolavoro di tortura, ma anche ad abusare sessualmente di Jamie per tentare di soddisfare il suo desiderio malato e inappagato (i sintomi di una probabile impotenza ci sono tutti).
Ignara delle vere intenzioni di Randall ma certa del grave pericolo corso dal marito, Claire cerca una via per introdursi nella prigione senza attirare eccessivi sospetti: la sua idea di presentarsi come una donna di carità venuta a trovare un cugino in un primo tempo sembra funzionare, ma per quanto le circostanze da romanzo in cui prosegue la sua ricerca di cella in cella siano a suo favore, nulla avrebbe potuto prepararla a dovere per lo spettacolo terrificante a cui sarebbe stata costretta ad assistere: torturato nel corpo e nell'anima, Jamie giace in condizioni pietose sul pavimento della sua cella, in attesa di un nuovo attacco del suo aguzzino.
Le scene che seguono dimostrano una volta per tutte come Outlander sia in grado di trarre gran parte della sua forza dalla bravura e dalla tenacia dei suoi interpreti: mentre Black Jack trova nuova ispirazione per il suo sadico disegno inchiodando la mano di Jamie al tavolo sotto di occhi di una Claire basita e terrorizzata. Tobias Menzies e Sam Heughan ci regalano due perfomance maschili di livello altissimo e inatteso, sostenendo sulle loro spalle tutta la difficoltà di una sequenza faticosa ed estenuante persino per gli standard del più rodato pubblico HBO.
In attesa di un finale che promette di sottoporre i suoi protagonisti a sofferenze sempre più intense, Outlander ci lascia una puntata difficile ma della quale non rimpiangiamo un singolo minuto: davvero niente male, per una serie accusata a più riprese di essere troppo indulgente verso i begli occhi del pubblico femminile e di non riservare molto altro.
Ignara delle vere intenzioni di Randall ma certa del grave pericolo corso dal marito, Claire cerca una via per introdursi nella prigione senza attirare eccessivi sospetti: la sua idea di presentarsi come una donna di carità venuta a trovare un cugino in un primo tempo sembra funzionare, ma per quanto le circostanze da romanzo in cui prosegue la sua ricerca di cella in cella siano a suo favore, nulla avrebbe potuto prepararla a dovere per lo spettacolo terrificante a cui sarebbe stata costretta ad assistere: torturato nel corpo e nell'anima, Jamie giace in condizioni pietose sul pavimento della sua cella, in attesa di un nuovo attacco del suo aguzzino.
Le scene che seguono dimostrano una volta per tutte come Outlander sia in grado di trarre gran parte della sua forza dalla bravura e dalla tenacia dei suoi interpreti: mentre Black Jack trova nuova ispirazione per il suo sadico disegno inchiodando la mano di Jamie al tavolo sotto di occhi di una Claire basita e terrorizzata. Tobias Menzies e Sam Heughan ci regalano due perfomance maschili di livello altissimo e inatteso, sostenendo sulle loro spalle tutta la difficoltà di una sequenza faticosa ed estenuante persino per gli standard del più rodato pubblico HBO.
In attesa di un finale che promette di sottoporre i suoi protagonisti a sofferenze sempre più intense, Outlander ci lascia una puntata difficile ma della quale non rimpiangiamo un singolo minuto: davvero niente male, per una serie accusata a più riprese di essere troppo indulgente verso i begli occhi del pubblico femminile e di non riservare molto altro.
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