Circa un anno fa mi sono ritrovata a esaltare quella speciale magia che solo Londra possiede "ispirata" dalle splendide immagini delle vetrine di Harrods a tema Peter Pan per Natale. Oggi, con Harrods che ha aperto un vero e proprio Harry Potter Shop al terzo piano fino a gennaio 2012, siamo di nuovo allo stesso punto. There's no place like London, Again. And AGAIN.
Good evening folks! Sono lieta di informarvi che il premio del concorso per la miglior recensione di Jane Eyre di Cary Fukunaga è arrivato a destinazione, gode di ottima salute e attende con ansia di occupare l'ambito posto del Signore degli Anelli sul comodino.
Grazie davvero a tutti voi per avere votato il mio pezzo e averlo aiutato ad acquistare visibilità!Potete leggere la versione short per il concorso qui sotto mentre l'intera recensione si trova in questo blog nel post "Jane Eyre".
" L’immortale romanzo di Charlotte Bronte rivive ancora una volta al cinema grazie a Cary Fukunaga, che senza timore di sfidare l' eredità di Orson Welles e Franco Zeffirelli confeziona un prodotto di grande suggestione ed eleganza. La sceneggiatura di Moira Buffini, determinata a svecchiare il testo originale, trova nel flashback la chiave di volta ideale: Mia Wasikowska, pronta a lasciarsi alle spalle i suoi trascorsi da Alice Burtoniana, regge da sola buona parte della pellicola perennemente in equilibrio fra il compìto autocontrollo della rettitudine e un desiderio di indipendenza che la guida verso la più bruciante delle passioni; l’anima gemella è forse troppo affascinante nei gentili tratti di Michael Fassbender, ma il suo magnetico Mr Rochester possiede il carisma necessario a un eroe romantico che non manca mai di luce e oscurità, capace di attraversare le barriere del tempo e del sogno. Ispirato dalla freschezza di orgoglio e pregiudizio di Joe Wright, Fukunaga segue con attenzione l’esempio del regista inglese non solo in alcune soluzioni narrative ma anche nella colonna sonora, con il premio Oscar Dario Marianelli che affida al violino di Jack Liebeck il compito di cantare la voce dell’anima della protagonista. Fra stanze segrete e cupi corridoi che si stringono sui personaggi trasformando Thornield Hall in un vecchio castello sinistro e misterioso, Jane Eyre è la prova di come un classico del passato riesca con assoluta tranquillità a dialogare col presente. "
ps: un grazie particolare e necessario alla mia cara amica Jane.
Che la psichiatria fosse poco amica del grande schermo non era un mistero, ma pochi si sarebbero aspettati che con la sua ultima fatica David Cronenberg sarebbe caduto rovinosamente prigioniero del suo stesso metodo e di un soggetto tanto complesso quanto sconsigliabile: affascinato dalle piaghe più infette del labirinto della mente, il maestro del Body Horror abbandona senza timore le mostruose lacerazioni della carne per penetrare con precisione chirurgica in ferite invisibili all'occhio ma non per questo meno devastanti.
buongiorno cari amici, come state? vi scrivo per una piccola richiesta di supporto: la Videa ha indetto un concorso su facebook per la migliore recensione sul bellissimo Jane Eyre e quelle che ricevono più apprezzamenti e commenti hanno più probabilità di essere considerate...potreste autarmi? dovete entrare nella pagina della Videa e cliccare su "mi piace", dopo di che potrete accedere alla pagine del concorso(link qui sotto) e lasciare un commento o anche un semplice "mi piace" alla mia recensione ("recensione di Alessia", è quella un po' più sotto che ha attualmente 14 likes)...si può votare fino al 18 ottobre e in palio c'è il libro della Bronte!Mi raccomando conto su di voi! grazie in anticipo a tutti!
La Showtime non è una rete che ci va leggera: sempre pronta a confezionare serie smaliziate che fra assassini giustizieri ed famiglie medievali dai crimini efferati diventano il nostro personale guilty pleasure non avrebbe saputo tornare al politically correct nemmeno con il medical drama, genere inflazionato dalla storia televisiva ma egualmente sempreverde: ecco allora entrare in scena Nurse Jackie, trasmesso per l'Italia prima su Sky e dopo su Cielo, nuova e irriverente carta vincente del canale via cavo americano(arrivato alla terza stagione e con una quarta prevista per il prossimo aprile) il cui successo è indubbiamente legato alla capacità di mescolare meccanismi conosciuti in una ricetta non straordinaria ma indubbiamente gustosa.
"I'm not sure what the theme of my homily today ought to be. Do I want to speak of the miracle of Our Lord's divine transformation? Not really, no. I don't want to talk about His divinity. I'd rather talk about His humanity. I mean, you know, how He lived His life, here on Earth. His *kindness*, His *tolerance*... Listen, here's what I think. I think that we can't go around... measuring our goodness by what we don't do. By what we deny ourselves, what we resist, and who we exclude. I think... we've got to measure goodness by what we *embrace*, what we create... and who we include."( Pere Henry)
"That Paris exists and anyone could choose to live anywhere else in the world will always be a mystery to me."
Dopo aver omaggiato gli inquietanti misteri di Londra e la freschezza di una Barcellona che non dorme mai, per Woody Allen l'incontro con la regina di cuori delle capitali europee era ormai inevitabile: magnetica prima donna, Parigi è sempre stata amica del grande cinema sebbene, causa la sua indiscussa bellezza, spesso condannata alla legge dello stereotipo(il sofisticato ma freddo "le divorce" di James Ivory ne è un classico esempio); è stato un sollievo scoprire come "Midnight in Paris", ultima tappa del Grand Tour del regista americano, sia non solo un piacevolissimo divertissement ma anche un'occasione per guardare con sincerità alla vera magia della VilleLumière, cuore pulsante di cultura e passione dove ogni cosa sembra possibile.