” C’è un grande silenzio dove non c’è mai stato suono, c’è un grande silenzio dove suono non può esserci nella fredda tomba del profondo mare ” ( Ada )
è così ingiusto.è ingiusto che certe pellicole escano quando hai sette anni…è ingiusto che poi vengano trasmesse una sola volta in televisione quando ne hai tre di più (e ancora non sei in grado di capirne granchè) per poi essere completamente cancellate dalla programmazione ed essere recuperate solo grazie al “noleggio” , quando ti passano davanti improvvisamente dei flash momentanei come se avessi un dejavu . Ecco il complicato e un po’ grossolano iter che mi ha portato a “lezioni di piano”, un film del 1993 di Jane Campion ,una pellicola che descrivere in parole è la cosa più difficile del mondo , perchè le chiavi di lettura sono talmente tante che si rischia di smarrirsi . Attraverso la misteriosa musica di Michael Nyman siamo trascinati e coinvolti nella storia di Ada , giovane madre compromessa dallo scandalo di una figlia senza matrimonio, incapace di parlare da quando aveva sei anni , senza che nessuno sappia veramente il perchè , anche se presto diventerà chiaro ai nostri occhi : quel pianoforte , che Ada ha iniziato a suonare proprio da piccola , ha scelto lei per stringere un rapporto di fedeltà che non dovrà mai essere infranto : lei perderà la parola , perchè la forza delle emozioni è troppo grande per essere espressa in rudi e inutili parole ; solo con la musica questa può trovare pura espressione , librandosi attraverso lo strumento senza che niente e nessuno si frapponga a distruggere un idillio perfetto , in una storia d’amore possessiva che non lascia spazio per la banalità umana .
è così ingiusto.è ingiusto che certe pellicole escano quando hai sette anni…è ingiusto che poi vengano trasmesse una sola volta in televisione quando ne hai tre di più (e ancora non sei in grado di capirne granchè) per poi essere completamente cancellate dalla programmazione ed essere recuperate solo grazie al “noleggio” , quando ti passano davanti improvvisamente dei flash momentanei come se avessi un dejavu . Ecco il complicato e un po’ grossolano iter che mi ha portato a “lezioni di piano”, un film del 1993 di Jane Campion ,una pellicola che descrivere in parole è la cosa più difficile del mondo , perchè le chiavi di lettura sono talmente tante che si rischia di smarrirsi . Attraverso la misteriosa musica di Michael Nyman siamo trascinati e coinvolti nella storia di Ada , giovane madre compromessa dallo scandalo di una figlia senza matrimonio, incapace di parlare da quando aveva sei anni , senza che nessuno sappia veramente il perchè , anche se presto diventerà chiaro ai nostri occhi : quel pianoforte , che Ada ha iniziato a suonare proprio da piccola , ha scelto lei per stringere un rapporto di fedeltà che non dovrà mai essere infranto : lei perderà la parola , perchè la forza delle emozioni è troppo grande per essere espressa in rudi e inutili parole ; solo con la musica questa può trovare pura espressione , librandosi attraverso lo strumento senza che niente e nessuno si frapponga a distruggere un idillio perfetto , in una storia d’amore possessiva che non lascia spazio per la banalità umana .