sabato 31 luglio 2010

ou revour

halo!!!comunicazione di servizio per tutti i lettori di questo spazio...chiedo venia per non essere stata particolarmente presente negli ultimi tempi ma d'estate la lista dei film interessanti si affievolisce miseramente e così anche i contenuti da postare...in ogni caso l'assenza si prolungherà a lungo perchè sto per partire per Paris e londraaaaaaa(a dirle di seguito mi sembra impossibile che si reale)e prenderò una lunga pausa dalla tecnologia...i wish you happy summer holidays...see you on 18 august!!!

mercoledì 21 luglio 2010

fenomenologia di un critico

“Per molti versi la professione del critico è facile: rischiamo molto poco pur approfittando del grande potere che abbiamo su coloro che sottopongono il proprio lavoro al nostro giudizio. Prosperiamo grazie alle recensioni negative che sono uno spasso da scrivere e da leggere. Ma la triste realtà, cui ci dobbiamo rassegnare, è che nel grande disegno delle cose, anche l’opera più mediocre ha molta più anima del nostro giudizio che la definisce tale. Ma ci sono occasioni in cui un critico qualcosa rischia davvero. Ad esempio, nello scoprire e difendere il nuovo. Il mondo è spesso avverso ai nuovi talenti e alle nuove creazioni: al nuovo servono sostenitori! Ieri sera mi sono imbattuto in qualcosa di nuovo, un pasto straordinario di provenienza assolutamente imprevedibile. Affermare che sia la cucina, sia il suo artefice abbiano messo in crisi le mie convinzioni sull’alta cucina, è a dir poco riduttivo: hanno scosso le fondamenta stesse del mio essere! In passato non ho fatto mistero del mio sdegno per il famoso motto dello chef Gusteau “Chiunque può cucinare!”, ma ora, soltanto ora, comprendo appieno ciò che egli intendesse dire: non tutti possono diventare dei grandi artisti, ma un grande artista può celarsi in chiunque. E’ difficile immaginare origini più umili di quelle del genio che ora guida il ristorante Gusteau’s e che secondo l’opinione di chi scrive, è niente di meno che il miglior chef di tutta la Francia! Tornerò presto al ristorante Gusteau’s, di cui non sarò mai sazio!”

mercoledì 14 luglio 2010

Lettera XXVI

Dolcissima Fanny,
temi a volte che io non ti ami quanto vorresti? Mia cara fanciulla, ti amo sempre, sempre e senza riserve. Più ti conosco e più ti amo. In ogni caso - anche le mie gelosie non sono che angosce d'amore; nell'accesso più violento avrei voluto morire per te. Ti ho vessata troppo. Ma per amore! Posso forse evitarlo? Tu sei sempre nuova. Il tuo ultimo bacio è sempre il più dolce, l'ultimo sorriso il più radioso, l'ultimo gesto il più leggiadro. Quando ieri sei passata sotto la mia finestra, ero colmo d'ammirazione come se ti vedessi per la prima volta. Una volta hai espresso il rammarico che io amassi solamente la tua bellezza. Non ho dunque altro da amare in te? Non vedo forse un cuore per natura alato, imprigionarsi con me? Nessuna prospettiva avversa è stata in grado di distogliere da me i tuoi pensieri per un solo momento. Ciò potrebbe essere motivo di dolore oltre che di gioia - ma di questo non voglio parlare. Anche se non mi amassi io non potrei non nutrire per te una devozione totale: quanto più profonda devo dunque sentirla, sapendo che mi ami. Mai una mente più inappagata ed inquieta della mia fu posta in un corpo troppo piccolo per contenerla. Mai ho sentito la mia mente risposare con gioia totale e serena su alcuna cosa - su alcuna persona tranne te. Quando se nella stanza, i miei pensieri non fuggono mai dalle finestra: tutti i miei sensi si concentrano su di te. [...]
il tuo affezionato John Keats

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