domenica 27 dicembre 2009

A Christmas Carol



Che Natale sarebbe stato se Charles Dickens non ci avesse mai lasciato la sua" Christmas Carol"?Non conosceremo mai la risposta a questa domanda , ma di certo molti cuori sarebbero rimasti freddi e incapaci di redimersi , perchè la magia incredibile di questo racconto, la sua capacità di viaggiare attraverso la crudeltà di un animo indurito dal denaro e dalla cupidigia verso il perdono e la redenzione , è unica al mondo e incapace di "passare di moda" , più che mai nella nostra realtà dove denaro e tecnologie rendono freddi i cuori e ci allontanano dal calore degli affetti . Ben venga dunque ,un'ennesima versione del capolavoro di Dickens ;così Robert Zemeckis , regista di grande talento e precursore di tecniche cinematografiche innovative ,ci regala l'adattamento più visionario ma allo stesso tempo più fedele all'originale di quanto non lo sia stata ogni altra precedente interpretazione.

venerdì 25 dicembre 2009

merry Christmas!!!


con le immagini e il video di un perfetto Tudor Christmas dal mio telefilm preferito , auguro un felicissimo Natale e buone feste a tutti voi in the world!!!merry Christmas to all of you !!!







sabato 19 dicembre 2009

The young Victoria



you are the only wife I’ve got or ever will have…You are my whole existence. And I will love you until my last breath.(prince Albert to Victoria)

All you need is love…dicevamo i Beatles. L’amore non ci stanca e non ci sazia mai, soprattutto al cinema. C’è sempre bisogno di una struggente storia romantica che ci lasci un sorriso felice e compiaciuto e ci faccia volteggiare tutto il giorno sognando a occhi aperti; per di più, visto che le storie più belle finiscono quasi sempre male, ancor di più ci deliziamo quando ne incontriamo una storicamente e non solo fittizialmente a lieto fine.“ The young Victoria“aveva a mio parere tutte le qualità di cui sopra e anche di più, tali da suscitare anche in Italia un grande apprezzamento, magari non con incassi da record visto come funziona il nostro cinema, di certo però avrebbe rapito con la sua freshezza e la sua dolcezza molti animi romantici e non. Gli americani l’hanno capito e il film è arrivato in sala proprio in pieno periodo di feste, mentre i nostri distributori non hanno potuto fare altro che farlo uscire in dvd, silenziosamente e senza scalpore, con grande amarezza per chi fino alla fine aveva sperato diversamente.

Attenzione ai soliti puristi della storia che vanno alla ricerca di documentari perché non siamo ovviamente di fronte a una testimonianza inattaccabile, piuttosto alla romanza dell’amore sincero e non puramente convenzionale della giovane regina Victoria e del suo principe Albert,  avvicinati unicamente dagli schemi politici dei rispettivi parenti(il tutore di Victoria Sir John Conroy e il re del belgio zio di Albert)per poi essere uniti solamente e completamente dall’amore. In un’Inghilterra fiabesca volteggiamo nei corridoi dei grandi palazzi e nei giardini di Buckingham Palace, danziamo il valzer con i ricchi e sfarzosi costumi di Sandy Powell (vincitrice di un Oscar assolutamente meritato)e accompagnati dalla delicata musica di Ilan Eshkeri ci affezioniamo sempre di più alla coppia reale: una regina Victoria giovane e per questo inesperta, a volte infantile e capricciosa, incarnata dalla bravissima Emily Blunt(troppo bella rispetto all’immagine che conosciamo sui libri di scuola) e il principe Albert di Rupert Friend, marito dolce comprensivo e devoto, l’uomo che avrebbe sacrificato la vita per la donna amata. A tutti quelli che vogliano strizzare l’occhio sul fatto che il realtà il principe non rimase ferito nell’attentato alla regina ma semplicemente la protesse col suo corpo senza ricevere il proiettile, direi che in fondo non è tanto importante ; se il colpo fosse stato davvero sul punto di ferire la moglie,l’avrebbe di certo preso senza esitazione. 

Grande apprezzamento anche per il resto del cast, il primo ministro lord Melbourne, accattivante furbo e persuasivo solo come Paul Bettany può essere, Miranda Richardson nei panni della madre di Victoria e l’inquietamente Mark Strong nei panni di sir John Conroy(già visto ancor più cattivo in"Sherlock Holmes").Prodotta da Martin Scorsese e dalla duchessa Sarah Ferguson in persona,“the young Victoria” è una pellicola canonica e onesta, che privilegia la verità del cuore a quella della politica e che rende giustizia all' amore romantico puro e semplice, più forte di tutto e tutti.

mercoledì 16 dicembre 2009

martedì 1 dicembre 2009

Dorian Gray


“Vi assicuro che il piacere è molto diverso dalla felicità” (Dorian Gray)

“Quando i critici dissentono fra loro , l’artista è d’accordo con sè stesso .” Sarebbe entusiasta allora Oscar Wilde , perchè intorno a una pellicola che trae ispirazione dal suo più controverso e discusso lavoro in rete e non solo si è scatenato un vero e proprio caso diplomatico : rigidi cultori dell’opera si scontrano contro apprezzatori dell’attualizzazione , alcuni contestano il tradimento delle caratteristiche somatiche del protagonista da biondo raffinato trasformato in affascinante moretto , altri avrebbero ucciso l’immaginaria figlia di lord Wotton , altri ancora non l’hanno affatto sgradita . Avendo visto il film il 27 novembre scorso nel suo primo giorno di programmazione dopo averlo atteso ansiosamente per mesi e mesi , adesso mi aggiungo anch’io a dire la mia , partendo da una premessa che già farà infuriare alcuni : appartengo al partito di quelli ai quali il film è piaciuto . Non senza qualche stecca per carità , perchè di stonature ce ne sono e parecchie , ma checchè ne diciate sono determinata ad ogni costo a SALVARE questo film dai critici spietati .

giovedì 26 novembre 2009

the piano


” C’è un grande silenzio dove non c’è mai stato suono, c’è un grande silenzio dove suono non può esserci nella fredda tomba del profondo mare ” ( Ada )

è così ingiusto.è ingiusto che certe pellicole escano quando hai sette anni…è ingiusto che poi vengano trasmesse una sola volta in televisione quando ne hai tre di più (e ancora non sei in grado di capirne granchè) per poi essere completamente cancellate dalla programmazione ed essere recuperate solo grazie al “noleggio” , quando ti passano davanti improvvisamente dei flash momentanei come se avessi un dejavu . Ecco il complicato e un po’ grossolano iter che mi ha portato a “lezioni di piano”, un film del 1993 di Jane Campion ,una pellicola che descrivere in parole è la cosa più difficile del mondo , perchè le chiavi di lettura sono talmente tante che si rischia di smarrirsi . Attraverso la misteriosa musica di Michael Nyman siamo trascinati e coinvolti nella storia di Ada , giovane madre compromessa dallo scandalo di una figlia senza matrimonio, incapace di parlare da quando aveva sei anni , senza che nessuno sappia veramente il perchè , anche se presto diventerà chiaro ai nostri occhi : quel pianoforte , che Ada ha iniziato a suonare proprio da piccola , ha scelto lei per stringere un rapporto di fedeltà che non dovrà mai essere infranto : lei perderà la parola , perchè la forza delle emozioni è troppo grande per essere espressa in rudi e inutili parole ; solo con la musica questa può trovare pura espressione , librandosi attraverso lo strumento senza che niente e nessuno si frapponga a distruggere un idillio perfetto , in una storia d’amore possessiva che non lascia spazio per la banalità umana .

martedì 17 novembre 2009

Angel

“A me non interessa quello che è male, ma quello che è bello”. (Angel)

Scagli la prima pietra chi , dopo aver fatto zapping ossessivo davanti al televisore senza speranza , non è mai rimasto incantato e letteralmente “incastrato” da un mega melodramma vecchio stile , con fondali di cartone , personaggi immobili davanti a uno sfondo in movimento e musica mastodontica e gigantesca ; é proprio questo immortale genere cinematografico , nella sua forma più melodrammatica e pacchiana, che il regista François Ozon vuole omaggiare con “Angel” , storia di una giovane bella e povera , un angelo incompreso che riesce , dopo aver sognato a lungo dietro i cancelli della casa dei suoi sogni , a toccare i cuori della borghesia e dell’aristocrazia con i suoi scritti d’amore e passione,iniziando finalmente a vivere in un Paradiso dorato dove nulla sembra mancare ; sarà proprio l’amore , ingrediente fondamentale delle sue opere , a distruggere tutto e a trasformare il paradiso in un inferno di solitudine e morte , mentre lontano , fuori dalle dorate pareti della casa di Angel si consuma la tragedia della Prima Guerra Mondiale .

lunedì 9 novembre 2009

I I can remember Standing By the wall!!!!!!!!!!9/11/1989

I
I will be king
And you
You will be queen
Though nothing will
Drive them away
We can beat them
Just for one day
We can be Heroes
Just for one day

And you
You can be mean
And I
I'll drink all the time
'Cause we're lovers
And that is a fact
Yes we're lovers
And that is that

Though nothing
Will keep us together
We could steal time
Just for one day
We can be Heroes
For ever and ever
What d'you say

I
I wish you could swim
Like the dolphins
Like dolphins can swim
Though nothing
Will keep us together
We can beat them
For ever and ever
Oh we can be Heroes
Just for one day

I
I will be king
And you
You will be queen
Though nothing
Will drive them away
We can be Heroes
Just for one day
We can be us
Just for one day

I
I can remember
Standing
By the wall
And the guns
Shot above our heads
And we kissed
As though nothing could fall
And the shame
Was on the other side
Oh we can beat them
For ever and ever
Then we can be Heroes
Just for one day

We can be Heroes
We can be Heroes
We can be Heroes
Just for one day
We can be Heroes
We're nothing
And nothing will help us
Maybe we're lying
Then you better not stay
But we could be safer
Just for one day !!!!


lunedì 2 novembre 2009

Quando gli innamorati si parlano

Alda Merini
Quando gli innamorati si parlano
§
"Quando gli innamorati si parlano
attraverso gli alberi
e attraverso mille strade infelici,
quando abbracciano l'edera
come se fosse un canto,
quando trovano la grazia
nelle spighe scomposte
e dagli alti rigogli,
quando gli amanti gemono
sono signori sulla terra
e sono vicini a Dio
come i santi più ebbri.
Quando gli innamorati parlano di morte
parlano di vita in eterno
in un colloquio di un fine esperanto
noto solo a Lui.
Il loro linguaggio è dissacratore,
ma chiama la grazia infinita
di un grande perdono.
Del tuo ultimo tempo senza colore,
delle tue arringhe senza popolo,
della tua vasta legge d'amore,
che da ozi e digiuni,
girando intorno a una grande solitudine
hai scoperto il baricentro del cuore,
o mio sudato amore senz'arte
che mi hai fallito le carte del pudore. "





domenica 1 novembre 2009

eterna presenza

eterna presenza

Non importa che non ti abbia,
non importa che non ti veda.
Prima ti abbracciavo,
prima ti guardavo,
ti cercavo tutta,
ti desideravo intera.
Oggi non chiedo più
né alle mani, né agli occhi,
le ultime prove.
Di starmi accanto
ti chiedevo prima,
sì, vicino a me, sì,
sì, però lì fuori.
E mi accontentavo
di sentire che le tue mani
mi davano le tue mani,
che ai miei occhi
assicuravano presenza.
Quello che ti chiedo adesso
è di più, molto di più,
che bacio o sguardo:
è che tu stia più vicina
a me, dentro.
Come il vento è invisibile, pur dando
la sua vita alla candela.
Come la luce è
quieta, fissa, immobile,
fungendo da centro
che non vacilla mai
al tremulo corpo
di fiamma che trema.
Come è la stella,
presente e sicura,
senza voce e senza tatto,
nel cuore aperto,
sereno, del lago.
Quello che ti chiedo
è solo che tu sia
anima della mia anima,
sangue del mio sangue
dentro le vene.
Che tu stia in me
come il cuore
mio che mai
vedrò, toccherò
e i cui battiti
non si stancano mai
di darmi la mia vita
fino a quando morirò.
Come lo scheletro,
il segreto profondo
del mio essere, che solo
mi vedrà la terra,
però che in vita
è quello che si incarica
di sostenere il mio peso,
di carne e di sogno,
di gioia e di dolore
misteriosamente
senza che ci siano occhi
che mai lo vedano.
Quello che ti chiedo
è che la corporea
passeggera assenza,
non sia per noi dimenticanza,
né fuga, né mancanza:
ma che sia per me
possessione totale
dell'anima lontana,
eterna presenza.

(pedro salinas)

lunedì 26 ottobre 2009

Easy virtue


Mrs. Whittaker: “Smile, Marion. ”
Marion Whittaker: “I don’t feel like smiling”.
Mr. Whittaker: “You’re English dear, fake it. ”

Frizzante e pungente….i termini a mio parere più appropriati per descrivere questa gustosa pellicola : un film del quale onestamente mi ero completamente dimenticata e forse passato un po’ inosservato rispetto ad altri giganteggianti titoli usciti lo scorso anno , ora so , a gran torto . Easy virtue (perchè questi benedetti traduttori sentono l’esigenza di dovere tradurre sempre con un titolo comprensibile nella nostra lingua anche a costo di non essere attinenti quando l’originale ha un fascino intraducibile !) è una commedia deliziosa che mette in scena con perfetta teatralità – non per niente è proprio dal teatro che viene lo script – i vizi quasi caricaturali della antica e polverosa società britannica , arrivata a un punto di dissolvenza per lasciare spazio al brio di una nuova era . La tipica freddezza british e i suoi stereotipi prendono vita nella calma insopportabile della matriarca Kristin Scott Thomas , nella cattiveria pettegola della due sorelle , in un maggiordomo complice e spettatore di drammi inesistenti , in eventi mondani e di beneficenza assolutamente snervanti e nello stesso John , erede e fresco sposo , perennemente annoiato e troppo occupato a giocare a tennis ; nemmeno lui , nato e cresciuto nella grande magione dei Witthaker , si rende davvero conto della freschezza e della bellezza della novella sposa . Spettatore e deus ex machina di questo teatrino di ipocrisia è il patriarca Colin Firth , di ritorno da una guerra che gli ha fatto aprire gli occhi con violenza su come tutto , di fronte al peso del dolore , si sgretoli e riveli il suo vero volto : i suoi interventi sono pungenti e ironici in perfetto stile british , ma nascondono sempre una verità che nessuno dei personaggi vuole vedere . Fulgido elemento di progresso e rinnovamento è la bella Larita , incarnata alla perfezione da Jessica Biel : personalmente ho sempre trovato i suoi lineamenti troppo moderni e inadatti a sostenere parti in costume , ma stavolta è proprio la sua modernità fisica a renderla perfetta per la parte : lei è il seme del cambiamento , simbolo di una continente nuovo e ansioso di rinnovarsi ; una donna esuberante che respinge le convenzioni e le “schiaccia” letteralmente alterando momenti incredibilmente comici per lo spettatore (fantastica la scena della morte del chiwawa e della caccia alla volpe con la moto) , a linee drammatiche e malinconiche che prendono vita nell’esperienza di un amore passato , provato dal dolore e dalla sofferenza , che più che mai l’ha temprata contro falsità e sorrisi di facciata . Lei è vincitrice indiscussa di una guerra che non valeva la pena di combattere , in un mondo che sta svanendo e che corre disperatamente verso il futuro , nel bellissimo finale apparentemente imprevedibile ma che tutti desideravamo arrivasse a compimento dopo quel fantastico tango… Seguite il mio consiglio : ritrovatevi una sera d ‘ inverno davanti a questo film e vedrete che vi lascierà una dolcezza e una piacevolezza che da tempo non mi capitava di provare per una commedia :brindate con una coppa di spumante frizzante e rilassatevi per un brindisi perfetto.
http://www.recencinema.com/un-matrimonio-allinglese.html

domenica 18 ottobre 2009

Cheri


Cheri…un nomignolo di dolcezza che si scioglie in bocca come un cioccolatino…un vezzeggiativo adorabile per un personaggio adorabile…o in questo caso insopportabile.Per la sua ultima pellicola , dopo aver scavato nell’animo ferreo della regina d’Inghilterra in “the Queen” , Stephen Frears ci apre un passaggio nella Francia della Belle Epoque per raccontarci una storia , dall’omonimo romanzo di Colette ,la cui vera protagonista è la bellissima e bravissima anche se non più giovanissima michelle Pfeiffer , preferita dal regista sin dai tempi de ” le relazioni pericolose” ; é lei la bella Lea,raffinata cortigiana alle prese con l’avanzare della vecchiaia e con l’amore , imprevisto e inatteso per Cheri , figlio della sua amica e anche lei un tempo cortigiana Madame Peloux . Questa passione , al’inizio puramente “didattica” per lui ed “educativa” per lei si stranformerà in un amore che inevitabilmente porterà entrambi al dolore e alla morte….se non fosse che , ahimè , da tutto ciò non si percepisce la benchè minima emozione o interesse nei confronti di chi guarda : nessuno tranne Michelle Pfeiffer sembra sinceramente impegnarsi per impregnare di anima e carne un epoca e un modus vivendi che rimane sotto una campana di vetro per tutta la durata della proiezione avvolto da una noia invincibile ,la stessa che il personaggio di Cheri sembra lamentare in continuazione , portatrice di un ‘antipatia che non possiamo fare a meno di provare per il nostro caro cioccolatino , il promettente ma nella fattispecie stiracchiatissimo Rupert Friend : quel capello bruno assolutamente tinto e quella boccuccia rossettata ci rendono impossibile amarlo ; il personaggio doveva essere indolente e insopportabile da copione , potremmo dire…ma credo che il visconte di Valmont di Malchovich sia esempio massimo di come un personaggio antipatico possa essere incredibilmente empatico e umano al di là dei suoi limiti ” letterari” . In questo mondo artefatto gli eventi accadono , gli anni passano , i cuori si spezzano ma tutto è percepito staticamente e nessuno dei colpi di scena presenti nella pellicola sa essere travolgente . Non date la colpa al romanzo : non esistono vecchie storie ma solo nuovi lettori o spettatori . Forse la colpa è della stranamente pallida colonna sonora di Alexandre Desplat, che forse era troppo impegnato a scrivere le musiche per new moon . Non lo so…ci rimane comunque la bellezza della grande Michelle , che brilla al massimo del suo incredibile talento nell’ultimo drammatico sguardo di rassegnazione di Lea alla telecamera , tacito omaggio alla mitica inquadratura finale di Glenn Close ne “les Dangerous Liaisons “.









venerdì 9 ottobre 2009

Bright star, would I were steadfast as thou art...



Bright star, would I were steadfast as thou art--
Not in lone splendour hung aloft the night
And watching, with eternal lids apart,
Like nature's patient, sleepless Eremite,
The moving waters at their priestlike task
Of pure ablution round earth's human shores,
Or gazing on the new soft-fallen mask
Of snow upon the mountains and the moors--
No--yet still stedfast, still unchangeable,
Pillow'd upon my fair love's ripening breast,
To feel for ever its soft fall and swell,
Awake for ever in a sweet unrest,
Still, still to hear her tender-taken breath,
And so live ever--or else swoon to death.

Fulgida stella, come tu lo sei
fermo foss'io, però non in solingo
splendore alto sospeso nella notte
con rimosse le palpebre in eterno
a sorvegliare come paziente
ed insonne Romito di natura
le mobili acque in loro puro ufficio
sacerdotale di lavacro intorno
ai lidi umani della terra, oppure
guardar la molle maschera di neve
quando appena coprì monti e pianure.
No, eppure sempre fermo, sempre senza
mutamento sul vago seno in fiore
dell'amor mio, come guanciale; sempre
sentirne il su e giù soave d'onda, sempre
desto in un dolce eccitamento
a udire sempre sempre il suo respiro
attenuato, e così viver sempre,
o se no, venir meno nella morte.
(John Keats)

martedì 6 ottobre 2009

sull'amore

"Quando si accende,l'amore è una pazzia temporanea. L'amore scoppia come un terremoto e in seguito si placa. E quando si è placato bisogna prendere una decisione .Bisogna riuscire a capire se le nostre radici sono così inestricabilmente intrecciate che è inconcepibile il solo pensiero di separarle. Perché questo è. Lamore è questo. L'amore non è turbamento, non è eccitazione. Non è il desiderio di accoppiarsi ogni istante della giornata, non è restare sveglia la notte immaginando che lui sia lì a baciare ogni parte del tuo corpo. No, non arrossire! Ti sto dicendo delle verità. Questo è semplicemente essere innamorati e chiunque può facilmente convincersi di esserlo. L'amore invece è quello che resta del fuoco quando l'innamoramento si è consumato.Non sembra una cosa molto eccitante, vero?! ...Ma lo è... "(il mandolino del capitano Corelli)

sabato 3 ottobre 2009

brideshead revisited

“Se mi chiedeste oggi chi sono…l’unica risposta che potrei dare di una qualche certezza sarebbe il mio nome: Charles Ryder.”

Reduce dall’esperienza di Becoming Jane, dove ci proponeva una fresca biografia della sempre amata scrittrice Jane Austen, Julian Jarrold conferma il suo sincero interesse per il passato nelle sue innumerevoli contraddizioni e caratterizzazioni ,con questa pellicola tratta dal romanzo di Evelyn Waugh: nell’Inghilterra del primo dopoguerra seguiamo per più di un decennio le avventure del giovane Charles Ryder (un ottimo Mattew Goode), ambizioso pittore alla ricerca di un posto nel mondo: figlio di un padre assente e disinteressato, Charles trova la sua grande opportunità ad Oxford nell’amicizia con l’aristocratico e trasgressivo Sebastian Flyte (un fragile Ben Whishaw), rampollo di una importante famiglia di antica nobiltà, simbolo di una speranza di rivalsa che il giovane non può fare altro che rincorrere a qualunque prezzo (assolutamente non casuale a mio parere la scelta del cognome Ryder in riferimento al sostantivo inglese rider-correre, cavalcare ndr-).

lunedì 21 settembre 2009

girl interrupted

"Dichiarata sana e rispedita nel mondo. Diagnosi finale: borderline recuperata. Che cosa voglia dire ancora non l'ho capito. Sono mai stata matta? Forse si. La follia non è essere a pezzi o custodire un oscuro segreto. La follia siete voi o io, amplificati: se avete mai detto una bugia e vi è piaciuto, se avete mai desiderato di poter restare bambini in eterno... Non erano perfette ma erano amiche mie. Negli anni 70 quasi tutte erano uscite e vivevano la loro vita. Alcune le ho riviste, altre no, mai più. Ma non c'è un giorno in cui il mio cuore non le ritrovi."(ragazze interrotte)

domenica 23 agosto 2009

the reader

per un film come "the reader" trovare le parole giuste è cosa alquanto ardua se non impossibile:impossibile è infatti riuscire a trovare una scappatoia fra le innumerevoli chiavi di lettura e i prurigginosi interrogativi che la pellicola mette in luce,domande che richiedono risposte che nessun essere umano può essere in grado di dare.al di là di tutti gli scandali che il film ci presenta e al di là soprattutto della relazione fra michael e hanna ,che a mio parere se pur messa in bella vista è la cosa alla quale meno dovremmo attaccare il nostro sconvolgimento,ciò che davvero ci attanaglia è il peso della verità.una verità che ci costringe ad esaminare i singoli casi,una verità che ci costringe a vedere che il nazismo non è stato solo il prodotto di menti malate ma anche e soprattutto di ignoranza.un'ignoranza celata ,nascosta per vergogna come quella di hanna.ma la linea di demarcazione fra ciò che lecito ignorare e ciò che è disumano non comprendere è sottile al di là di ogni limite,come la linea fra ciò che sembra legalmente giusto e ciò che moralmente non lo è.fino a che punto una legge può essere applicata?fino a che punto un'ordine può essere eseguito senza discutere?se un giudice applica la legge agisce correttamente dal punto di vista legale le sue responsabilità morali sono intoccabili?tanti interrogativi,tante domande senza risposta.il vero problema è che cercare di rispondere vuol dire cercare di capire e non si può rischiare di trovare una giustificazione a una delle pagine più nere della storia.al di là di tutti i quesiti etici che scatena dentro di noi "the reader" è fondamentalmente un film sui sentimenti.quelli di michael ,giovane ragazzo appassionato che con tutta l'incoscienza della giovinezza si lancia nella relazione con hanna,sconvolgendo il suo stesso equilibrio di adolescente,e quelli di hanna,incapace di leggere e di provare calore finchè la consapevolezza delle sue azioni successivamente raggiunta non le fa comprendere che le sue colpe sono imperdonabili per arrivare poi all'estremo gesto senza redenzione.un film doloroso ,inquietante.bellissimo.





venerdì 24 luglio 2009

only you

My love
Your love
Has opened up a world I’ve never known
All hope
Was found
A place I never dreamed I would go
Feels like only yesterday
I had locked my heart away
Safe behind a castle of stone
Sure I’d always be alone

Only you know how

To hear me through the silence

You reach a part of me that no one else can see
Forever true there’s only me and only you
Only me and you


In your face I trust
With you beside me I am standing strong
One truth
Two hearts
You took my life and made it beautiful


So you dared to let me shine
Even walk a step behind
Willingly you give yourself to me
Knowing who I was born to be
Only you know how
To hear me through the silence
You reach a part of me that no one else can see
Forever true there’s only me and only you
Only me and you

Only you know how
To hear me through the silence
You reach a part of me that no one else can see
Forever true there’s only me and only you
Only me and you ....

(sinead o' connor)











giovedì 23 luglio 2009

harry potter and the half-blood prince



ce l'abbiamo fatta.dopo lunga ed estenuante attesa,finalmente è arrivato nelle nostre sale( a parer mio assolutamente fuori tempo e stagione)"harry potter e il principe mezzosangue"sesto film per una delle saghe più lunghe e impegnative della storia.con aspettative non proprio al massimo sono andata a vedere il film(essendo il libro di riferimento non proprio il mio preferito ero un po' prevenuta)per immergermi nuovamente nel fantastico scenario del mondo di hogwarts...qual è stato il risultato?film certamente meglio realizzato del precedente,con maggiore spessore per i personaggi e per le situazioni grazie a un lavoro di sceneggiatura che almeno stavolta ha evitato di accozzare le situazioni insieme una dopo l'altra senza un briciolo di sentimento(tratto caratteristico del precedente "l'ordine della fenice"):i siparietti comico- adolescenziali sono briosi e ridarelli al punto giusto,la scena del bacio fra harry e ginny è pura e delicata come avremmo voluto che fosse quella con cho chang(lì forse si sono fatti trasportare un po' troppo da quello che potremmo definire"'effetto limonata-limonata");perfetti come sempre i grandi attori in secondo piano(alan rickman my favourite ma anche jim broadment come lumacone non è affatto male);decisamente migliorato l'accompagnamento musicale di nicholas hooper che nel precedente film era scivolato in una banalità banale alquanto banagnolola.nonostante tutto però,questo film resta per me un duro colpo:certamente anche harry come tutti noi doveva crescere, i problemi intorno a lui diventare seri e i pensieri cupi,ma la resa di questo processo ha in qualche modo rappresentato un disintegrarsi di tutto ciò che per noi era certo e meraviglioso;un mondo fantastico di colore e magia dove potersi rifugiare e divertire,castelli incantati pietre magiche e caramelle tutti i gusti più uno;oggi il colore in ogni sua sfumatura sembra aver abbandonato hogwarts: gli ambienti sono neri i volti bianchi e pallidi,persino le scene all'aperto sono buie e cupe,come se una nube grigia avesse inghiottito tutto e si fosse mangiata il nostro mondo per lasciarcele un'altro senza sfumature....so che la storia si evolve e so bene avendo letto l'intera saga che il peggio deve ancora venire e che chiaramente l'allegria e la spensieratezza non potevano più predominare....ma ci sono tanti modi per rendere la malinconia, la tristezza e il dolore e non credo che la scelta di esprimerli con l'eliminazione totale del colore ne sia l'unica modalità di espressione.che ci ridiano il colore nei prossimi film o ci vorranno gli occhiali 3d per trovare i personaggi nell'oscurità.ridateci il blu,il giallo il rosso.anche per rendere il sangue serve il colore, non bastano il grigio e il nero.ridateci la nostra meravigliosa hogwarts.