“A me non interessa quello che è male, ma quello che è bello”. (Angel)
Scagli la prima pietra chi , dopo aver fatto zapping ossessivo davanti al televisore senza speranza , non è mai rimasto incantato e letteralmente “incastrato” da un mega melodramma vecchio stile , con fondali di cartone , personaggi immobili davanti a uno sfondo in movimento e musica mastodontica e gigantesca ; é proprio questo immortale genere cinematografico , nella sua forma più melodrammatica e pacchiana, che il regista François Ozon vuole omaggiare con “Angel” , storia di una giovane bella e povera , un angelo incompreso che riesce , dopo aver sognato a lungo dietro i cancelli della casa dei suoi sogni , a toccare i cuori della borghesia e dell’aristocrazia con i suoi scritti d’amore e passione,iniziando finalmente a vivere in un Paradiso dorato dove nulla sembra mancare ; sarà proprio l’amore , ingrediente fondamentale delle sue opere , a distruggere tutto e a trasformare il paradiso in un inferno di solitudine e morte , mentre lontano , fuori dalle dorate pareti della casa di Angel si consuma la tragedia della Prima Guerra Mondiale .
Una tragedia dunque , un melodramma pieno di promesse che purtroppo non sono mantenute a pieno , almeno non dalla seconda metà del film : il primo tempo segna l’apoteosi dell’omaggio al melodramma più sfacciato , con una protagonista – la bravissima Romola Garai – bella e in forma , antipatica , anticonformista e assolutamente in antitesi col suo nome angelico al pari della ben più nota Rossella O’Hara ; la musica ingombrante di Philippe Rombi che accompagna la vita della nuova “diva” Angel sembra letteralmente provenire da un’altra epoca e anche le scene della luna di miele veneziana con il bel pittore Esme (Michael Fassbender perfetto nei panni dell’artista spocchioso e insoddisfatto ) sono assolutamente deliziose da vedere proprio perchè così “fasulle”, per non parlare poi della classicissima e bellissima scena del bacio sotto la pioggia . Il secondo tempo al contrario – dallo scoppio della guerra fino al tragico finale – distrugge totalmente questa atmosfera di celluloide alla quale c’eravamo piacevolmente abituati per guidarci , con una regia moderna attraverso primi piani e inquadrature molto ravvicinate , nella tragedia più cruda e realistica ; questo cambiamento improvviso di tono stordisce lo spettatore che non capisce più bene di che genere di film si tratti , percependo una pesantezza che di per sè non sarebbe un problema , se non fosse scollegata dall’intero universo del film , che poteva perfettamente riuscire restando proprio sul quel piano inverosimile che tanto ci era aggradato . Resta comunque un bel filmone , che poteva essere migliore certo , ma che prendiamo anche coi suoi difetti , soprattutto per la forte performance di Romola Garai ,bellissima in quegli abiti dai colori sgargianti così lontani dall’accollata moda del Primo Novecento .Voglio il suo abito rosso . SUBITO .
Scagli la prima pietra chi , dopo aver fatto zapping ossessivo davanti al televisore senza speranza , non è mai rimasto incantato e letteralmente “incastrato” da un mega melodramma vecchio stile , con fondali di cartone , personaggi immobili davanti a uno sfondo in movimento e musica mastodontica e gigantesca ; é proprio questo immortale genere cinematografico , nella sua forma più melodrammatica e pacchiana, che il regista François Ozon vuole omaggiare con “Angel” , storia di una giovane bella e povera , un angelo incompreso che riesce , dopo aver sognato a lungo dietro i cancelli della casa dei suoi sogni , a toccare i cuori della borghesia e dell’aristocrazia con i suoi scritti d’amore e passione,iniziando finalmente a vivere in un Paradiso dorato dove nulla sembra mancare ; sarà proprio l’amore , ingrediente fondamentale delle sue opere , a distruggere tutto e a trasformare il paradiso in un inferno di solitudine e morte , mentre lontano , fuori dalle dorate pareti della casa di Angel si consuma la tragedia della Prima Guerra Mondiale .
Una tragedia dunque , un melodramma pieno di promesse che purtroppo non sono mantenute a pieno , almeno non dalla seconda metà del film : il primo tempo segna l’apoteosi dell’omaggio al melodramma più sfacciato , con una protagonista – la bravissima Romola Garai – bella e in forma , antipatica , anticonformista e assolutamente in antitesi col suo nome angelico al pari della ben più nota Rossella O’Hara ; la musica ingombrante di Philippe Rombi che accompagna la vita della nuova “diva” Angel sembra letteralmente provenire da un’altra epoca e anche le scene della luna di miele veneziana con il bel pittore Esme (Michael Fassbender perfetto nei panni dell’artista spocchioso e insoddisfatto ) sono assolutamente deliziose da vedere proprio perchè così “fasulle”, per non parlare poi della classicissima e bellissima scena del bacio sotto la pioggia . Il secondo tempo al contrario – dallo scoppio della guerra fino al tragico finale – distrugge totalmente questa atmosfera di celluloide alla quale c’eravamo piacevolmente abituati per guidarci , con una regia moderna attraverso primi piani e inquadrature molto ravvicinate , nella tragedia più cruda e realistica ; questo cambiamento improvviso di tono stordisce lo spettatore che non capisce più bene di che genere di film si tratti , percependo una pesantezza che di per sè non sarebbe un problema , se non fosse scollegata dall’intero universo del film , che poteva perfettamente riuscire restando proprio sul quel piano inverosimile che tanto ci era aggradato . Resta comunque un bel filmone , che poteva essere migliore certo , ma che prendiamo anche coi suoi difetti , soprattutto per la forte performance di Romola Garai ,bellissima in quegli abiti dai colori sgargianti così lontani dall’accollata moda del Primo Novecento .Voglio il suo abito rosso . SUBITO .
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Ce lo siamo regalate io e la mamma, mesi fa. Quando lo vidi ne rimasi impressionata: alla fine ci sono scene molto crude, almeno per me.
RispondiEliminaPerò è un bel film. Credo che quando avrò maggiore coraggio tornerò a vederlo.