giovedì 26 novembre 2009

the piano


” C’è un grande silenzio dove non c’è mai stato suono, c’è un grande silenzio dove suono non può esserci nella fredda tomba del profondo mare ” ( Ada )

è così ingiusto.è ingiusto che certe pellicole escano quando hai sette anni…è ingiusto che poi vengano trasmesse una sola volta in televisione quando ne hai tre di più (e ancora non sei in grado di capirne granchè) per poi essere completamente cancellate dalla programmazione ed essere recuperate solo grazie al “noleggio” , quando ti passano davanti improvvisamente dei flash momentanei come se avessi un dejavu . Ecco il complicato e un po’ grossolano iter che mi ha portato a “lezioni di piano”, un film del 1993 di Jane Campion ,una pellicola che descrivere in parole è la cosa più difficile del mondo , perchè le chiavi di lettura sono talmente tante che si rischia di smarrirsi . Attraverso la misteriosa musica di Michael Nyman siamo trascinati e coinvolti nella storia di Ada , giovane madre compromessa dallo scandalo di una figlia senza matrimonio, incapace di parlare da quando aveva sei anni , senza che nessuno sappia veramente il perchè , anche se presto diventerà chiaro ai nostri occhi : quel pianoforte , che Ada ha iniziato a suonare proprio da piccola , ha scelto lei per stringere un rapporto di fedeltà che non dovrà mai essere infranto : lei perderà la parola , perchè la forza delle emozioni è troppo grande per essere espressa in rudi e inutili parole ; solo con la musica questa può trovare pura espressione , librandosi attraverso lo strumento senza che niente e nessuno si frapponga a distruggere un idillio perfetto , in una storia d’amore possessiva che non lascia spazio per la banalità umana .
 Fin quando l’unione viene messa in pericolo dall’arrivo sulla misteriosa ,vivida e umida costa neozelandese , dove Ada giunge per sposare il marito che il padre ha prescelto per lei . quest’unione forzata non metterà in crisi la preminenza del piano , anzi il suo richiamo si farà più forte proprio perchè Stewart si rifiuta di condurlo da lei e non comprende la sua importanza per la moglie . Disgustata da quel marito che non la comprende e lontana dal suo piano , Ada riuscirà a riaverlo grazie a George Baines: se pur rude e ignorante,egli comprende ciò che Stewart ignora , e legge immediatamente che la volontà di lei è indissolubilmente legata allo strumento ; lo sfrutta dunque per un ambiguo accordo che sembra solo frutto di pura lussuria , ma in realtà cela una passione senza confini e un sentimento al quale è impossibile resistere . Ada comincia a non interessarsi più al piano , lentamente , il calore , il sudore , l’immenso che è nella fisica e selvaggia terra straniera comincia a pervaderla e lasciandola all’amore e alla passione : ma il prezzo da pagare sarà alto perchè non si può avere un cuore diviso a metà . Deve essere punita per il suo affronto , per aver osato allontanarsi dal pianoforte e averlo deturpato per i suoi bassi scopi (stacca un tasto al fine di mandare un messaggio d’amore a Baines ) , mutilata di un dito dal marito folle di gelosia . Dopo che il legame con il piano sembra essersi rotto per sempre , Ada sente che l’unico modo per riconciliarsi con esso è seguire la volontà di uno strumento rovinato perchè privato di un tasto e incapace di suonare come prima ; anche lei , senza un dito e impossibilitata a comunicare con un esso senza produrre una nota scordata ,deve perire sul fondo dell’oceano . Negli abissi e poco prima della fine , la volontà di Ada di sopravvivere e di essere libera di amare si fa finalmente più forte e sceglie la vita , quella vera , priva di convenzioni e perfezione , fatta di suoni e parole inperfette, di note a volte stonate ma proprio per questo meravigliose . Il piano rimane nella sua tomba sul fondo del mare , lasciando a noi un lieto fine del cuore e non dell’ipocrisia e di un matrimonio senza amore , che non avremmo desiderato fosse altrimenti . Inutile o quasi a questo punto soffermarsi sulla bravura degli attori : incredibile Holly hunter , che ha suonato veramente e con trasporto tutti i pezzi musicali , perfetto Harvey Keitel, che siamo abituati a vedere in panni negativi ma che stavolta , in un ruolo atipico per la sua carriera , ci stupisce con la sua passionalità , la sua fisicità e la sua sensibilità ; grande Sam Neill nel ruolo del marito reso folle dalla gelosia , schiacciato dalle rigide convenzioni che hanno represso il suo essere rendendolo terrorizzato dalla forza delle passioni , ma capace infine anch’egli di ribellarsi al perbenismo e di arrendersi all’energia di quella terra in modo inaspettato e violento ; ma sopratutto , l’allora decenne Anna Paquin , deliziosamente insopportabile con quel visetto da brava e dolce bambina con tanto di alucce angeliche , ma in realtà deliberatamente crudele e vendicativa . Per non dimenticare ovviamente il vero protagonista , il piano che parla attraverso le vibranti note di Michael Nyman che non riesco a fare a meno di ascoltare a ripetizione : se solo esistesse un oscar al miglior oggetto protagonista non ci sarebbero stati dubbi sul vincitore per i giudici dell’Academy del 94′;in effetti , il titolo originale della pellicola non era “lezioni di piano” ma “the piano”.



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