mercoledì 12 ottobre 2016

Tom Hanks, storia di un brav'uomo alla corte di Hollywood



Chi azzarda paragonarlo a un moderno James Stewart non ha forse tutti i torti: con un curriculum costellato di interpretazioni in cui si impone all'uomo comune di fare appello a tutto il suo coraggio per diventare un eroe invocato a gran voce da circostanze avverse, Tom Hanks è uno di quei attori che tutti potremmo riconoscere in mezzo alla folla e col quale ci fermeremmo a conversare volentieri, rassicurati dalla familiarità del suo volto e da quegli occhi gentili che hanno illuminato tanti personaggi rimasti per sempre nella storia del cinema più vicina al cuore del grande pubblico.

Thomas Jeffrey Hanks nasce a Concord in California, il 9 luglio 1956, figlio di un cuoco itinerante(lontano discendente di Abraham Lincoln in persona) e di un'infermiera: i genitori divorziano quando il bambino ha appena 4 anni, ma dopo lo scossone iniziale gli equilibri della famiglia si riassestano e il giovanissimo Tom vive un'infanzia serena, a dispetto dei nuovi matrimoni dei genitori e dei continui spostamenti che lo costringono a cambiare diverse scuole e abitazioni per seguire il padre in giro per States. 

Dopo il diploma si iscrive alla California State University di Sacramento, ma abbandona presto gli Studi per dedicarsi interamente al teatro, scoperto dopo aver seguito alcuni corsi al college: accettato uno stage a Cleveland Tom decide di dedicarsi interamente alla sua nuova vocazione in Ohio, dove resta per tre anni lavorando spesso dietro le quinte ma avendo anche l'opportunità di misurarsi con Shakespeare sul palcoscenico; arriva nel 1978 il suo primo riconoscimento, il Cleveland Critics Circle Award come miglior attore per il ruolo di Proteo ne I due gentiluomini di Verona. 
Nello stesso anno sposa l'attrice Samantha Lewis, conosciuta in scena, con la quale ha due figli oggi entrambi attori, Colin ed Elizabeth: il matrimonio è però destinato a naufragare e i due divorziano nel 1985.

Giunto a New York continua a recitare Shakespeare e si fa conoscere a Broadway, iniziando a collezionare le prime apparizioni in produzioni cinematografiche e televisive che lo riporteranno presto in California: nel 1980 arriva l'horror a basso budget He Knows You’re Alone, a cui seguono piccole parti nella famosa serie tv Love Boat e nella sitcom Henry e Kip, di cui è coprotagonista.
Ad essere decisiva si rivela però la piccola partecipazione a Happy Days che gli permette di conoscere Ron Howard, al lavoro sul suo nuovo film Splash - una Sirena a Manhattan(1984): sarà proprio Howard, oggi regista affermato e di fama mondiale, a dargli per la prima volta la visibilità che merita nel ruolo di Allen, tenero principe squattrinato che si innamora della Sirena Daryl Hannah.

Nuove proposte non si fanno attendere e Tom recita in diverse pellicole ( Un ponte di guai, Casa, dolce casa?, La retata, Dirsi addio) finché nel 1988 il suo nome non viene notato dall'Academy, pronta a regalargli la sua prima nomination all'Oscar come miglior attore protagonista: diretto da Penny Marshall, Big è storia di un bambino ansioso di crescere che riesce a diventare grande all'improvviso, grazie a un magico indovino meccanico scoperto per caso al Luna park; un motivo ormai caro al cinema ma che all'epoca non poté non conquistare grazie alla genuina performance di Hanks, bambino troppo cresciuto con cui avremmo passato tutti i nostri pomeriggi a giocare saltando sui tasti di una pianola gigante nel nostro negozio di giocattoli preferito. 

Seguono altre commedie minori (Turner e il casinaro, Joe contro il Vulcano) che però non riescono a far decollare la sua stella, fino al fiasco de Il falò delle vanità, diretto da Brian De Palma
Il matrimonio con Rita Wilson, ancora oggi Signora Hanks, è una coincidenza fortunata in un nuovo momento propizio per la sua ascesa: nel 1992 torna a essere diretto da Penny Marshall in Ragazze Vincenti, indimenticabile pellicola sportiva tutta al femminile dove interpreta l'allenatore di una squadra di Baseball Femminile, impellente necessità in una lega sportiva che ha visto tutti i suoi atleti migliori partire per il fronte in piena Seconda Guerra Mondiale; segue il romantico Insonnia d'amore di Nora Ephron, dove interpreta un vedovo con un figlio deciso a restituire la felicità al padre facendo un commovente appello radiofonico, raccolto da una malinconica Meg Ryan

Il balzo del leone arriva però nel 1994, quando la sua interpretazione del ruolo di Andrew Beckett, avvocato omosessuale licenziato perchè malato di Aids dal suo stesso studio legale, gli fa vincere l'Orso d'Oro al Festival di Berlino e L'Oscar come miglior attore protagonista in Philadelphia di Jonathan Demme: una passione per la vita piegata ma mai spezzata, segnata da un grande amore per la professione legale e per l'Opera(il suo monologo in lacrime sulle note di Maria Callas di fronte a un pietrificato Denzel Washington è da brivido), rendono la sua una prova in grado di fare scuola per ogni film del genere. 

Senza darci il tempo di riprenderci dall'intensità di Philadelphia, Tom Hanks riesce nell'impresa vantata fino a quel momento dal grande Spencer Tracy di vincere la statuetta per il secondo anno consecutivo: difficile trovare qualcuno che non abbia corso insieme a Forrest Gump, il commovente e delicato antieroe portato sullo schermo da Robert Zemeckis che ci invitava a guardare la vita con la dolcezza e la curiosità di chi scarta per la prima volta una scatola di cioccolatini.

All'incredibile Exploit di Forrest Gump seguirà una nuova collaborazione con Ron Howard per lo splendido Apollo 13, storia vera di tre astronauti impegnati in una tesissima lotta per fare ritorno a casa dopo il fallimento della loro missione lunare negli anni 60', e il primo film della trilogia di Toy's Story firmato dalla Pixar, all'epoca assolutamente avveniristico del suo uso radicale dell'animazione computerizzata, dove dà voce al cowboy Woody; nel frattempo, passa anche dietro la macchina da presa per dirigere l'interessante commedia Music Graffiti, dove si ritaglia un piccolo ruolo.

Il 1998 è un anno fondamentale, segnato dalla commedia C'è posta per te, dove ritrova Meg Ryan e Nora Ephron per raccontare di come l'amore sia ansioso di rispondere alle esigenze delle all'epoca ancora neonate tecnologie online, ma soprattutto da Salvate il Soldato Ryan di Steven Spielberg, straziante dramma bellico fortemente americano che vede Hanks avanzare e sopravvivere alla devastante macellazione del D-Day (in una delle migliori scene di battaglia della storia del cinema), per poi condurlo coi suoi uomini in un'improbabile missione di ricerca per riportare a casa il Soldato disperso James Ryan: l'esperienza bellica lo affascinerà profondamente, al punto da spingerlo a produrre la famosa serie tv Band of Brothers, di cui dirigerà un episodio, e The Pacific, rispettivamente ambientate sul fronte francese e del Pacifico: nel 1999 continua a collezionare consensi con Il Miglio Verde, diretto da Frank Darabont e tratto da Stephen King, in cui interpreta una Guardia Carceraria del Braccio della Morte combattuta dall'indole gentile e dai misteriosi poteri di uno dei condannati, interpretato dal compianto Michael Clarke Duncan

Gli anni 2000 sono inarrestabili: si comincia con Cast Away di Zemeckis, dove per permettergli di interpretare un novello Robinson Crusoe il regista sceglie di spezzare la lavorazione del film in due tronconi, così da consentire all'attore di perdere il peso necessario per rendere al meglio il deperimento del personaggio; nel 2002 è la volta di Era di Mio Padre di Sam Mendes, dove per la prima volta si misura con un ruolo più oscuro e ambiguo del solito, nel ritratto di un gangster silenzioso costretto a fuggire col figlio dodicenne nell'America del 1931.

Torna a lavorare per Spielberg nel frizzante Prova a Prendermi, dove è un agente dell'Fbi deciso a catturare ad ogni costo il celebre truffare Frank Abbagnale Jr interpretato da Leonardo Di Caprio, e The Terminal, insolita ma gradevolissima commedia che lo vede bloccato all'aeroporto JFK di New York a causa di un colpo di Stato nel suo immaginario paese di provenienza; ha anche l'opportunità di lavorare coi Fratelli Coen nel remake di LadyKillers, ma il film non ottiene particolari consensi. 

Nel 2006 Ron Howard affida a lui il ruolo del Professor Robert Langdon, principale protagonista dei best seller di grande successo firmati da Dan Brown, per la trasposizione del discusso romanzo Il Codice da Vinci: il film ha un successo planetario e qualche anno dopo seguiranno gli adattamenti di Angeli e Demoni(2009) e Inferno, in uscita prossimamente nelle sale. 
Nel 2007 fa coppia con Julia Roberts ne La Guerra di Charlie Wilson, sottovalutato ultimo lavoro del regista de Il Laureato Mike Nichols: i due si ritrovano nel 2011 per L'Amore all'Improvviso- Larry Crowne, seconda prova dell'attore come regista di un lungometraggio che però viene massacrata da pubblico e critica; nello stesso anno arriva il ruolo piccolo ma importante di un Falling Man nell'attentato delle Torri Gemelle in Molto Forte, Incredibilmente Vicino di Stephen Daldry

Nel 2012 l'impegno di trasformismo che gli viene chiesto dal fantascientifico Cloud Atlas, diretto da Lana e Lilly Wachowski e da Tom Tykwer e tratto da un romanzo di David Mitchell è non indifferente: Hanks attraversa lo spazio e il tempo recitando in ruoli diversissimi e alternando repentinamente il comico al drammatico, in una notevole performance globale che è difficile racchiudere entro confini ben definiti; nel 2013 arriva una nuova nomination all'Oscar grazie a Capitan Philips- attacco in mare aperto di Paul Greengrass, che vede Tom nei panni del comandante di una nave mercantile statunitense assaltata da un gruppo di Pirati Somali; nello stesso anno, interpreta con aria sorniona e impeccabile sorriso imprenditoriale niente di meno che Walt Disney in persona in Saving Mr Banks, toccante dietro le quinte della lavorazione di Mary Poppins diretto da John Lee Hancock.

Nel 2015, una nuova performance gli fa guadagnare un'altra nomination come miglior attore: diretto dal migliore Steven Spielberg, Il ponte delle spie vede Hanks interpretare l'avvocato  James Donovan, rispettabile cittadino americano e ottimo avvocato, chiamato suo malgrado piena Guerra Fredda a difendere una spia russa e a diventare in seguito il mediatore di un delicato scambio di ostaggi a Berlino est; un finissimo film che trova gran parte del suo fascino proprio nella dialettica e nello sguardo del personaggio di Tom, padre di famiglia devoto e difensore di uno stato di diritto sacro e inviolabile che non dovrebbe mai accettare di sottomettersi alla caccia alle streghe, impegnato in un affascinante confronto attoriale con l'eccellente Premio Oscar Mark Rylance.

Inferno si prepara in questi giorni ad invadere le sale, ma l'attesa è tutta per Sully di Clint Eastwood, in uscita a dicembre nelle sale italiane, storia vera del pilota di linea che nel 2009 riuscì a fare un atterraggio d'emergenza planando sul fiume Hudson portando in salvo tutti i passeggeri: un altro piccolo grande uomo messo alla prova da una situazione straordinaria e pronto ad affrontarla senza tirarsi indietro, come facciamo tutti nella vita di tutti i giorni dinanzi a quegli ostacoli grandi e piccoli che ci mettono alla prova e che proviamo a risolvere, aggrappandoci alle cose che rendono preziosa la nostra quotidianità e che all'occorrenza sanno darci la forza di essere invincibili.


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1 commento:

  1. Davvero un grandissimo attore, l'altro giorno ho visto Il ponte delle spie (a giorni la recensione) e ancora una volta dimostra il perché è considerato un mostro sacro di Hollywood ;)

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