giovedì 29 maggio 2014

Only Lovers Left Alive



"On solid ground, I feel myself sinking fast
I grab a hold but I don't think it's gonna last
I'm slowly losing my ground, slowly sinking down
Trapped by this thing called love"

Bellissimi, permanentemente giovani, irresistibili e parecchio letali: Edward e Bella ce l'hanno messa davvero tutta per riuscire a compromettere per sempre il mito del vampiro che il Conte Dracula e i suoi illustri parenti avevano limato e costruito, ma il cinema sembra non voler neppure considerare la possibilità di lasciar riposare in pace suoi predatori più insonni e affascinanti.

Come prevedibile, anche se trascinato dall'onda del successo che i succhiasangue hanno conosciuto negli ultimi anni, l'approccio di Jim Jarmusch alla figura del vampiro è quanto di più lontano ci possa essere dai languidi incubi adolescenziali di Stephenie Meyer e compagni: presentato al Festival di Cannes 2013, Only Lovers Left Alive ( in Italia "solo gli amanti sopravvivono") restituisce dignità al genere grazie a un approccio sofisticato, che elegge le creature dai canini ben nascosti e la pelle d'alabastro a testimoni degli ultimi bagliori di una civiltà condannatasi all'autodistruzione.

Vikings: complete season 2



La prima stagione è partita su rai 4 proprio ieri sera, ma chi ha seguito la messa in onda statunitense sa bene quanta strada  abbia fatto Vikings fino ad oggi: i personaggi sono cresciuti così come le loro ambizioni, alcuni ci hanno lasciato e molti altri hanno totalmente rinnovato il loro ruolo, ma lo splendore generale rimane e in vista della terza serie, pronta a mettere sotto assedio addirittura Parigi, l'Hype continua ad essere tantissimo. Meanwhile, eccovi il mega post con tutte le recensioni per la seconda stagione. Con la benedizione di Odino, ovviamente.










domenica 25 maggio 2014

A gambler


"If at this point my son should interrupt me, and ask, 'What is the difference between the war correspondent and any other man in uniform?' I would say that the war correspondent gets more drinks, more girls, better pay, and greater freedom than the soldier, but at this stage of the game, having the freedom to choose his spot and being allowed to be a coward and not be executed for it is his torture. The war correspondent has his stake - his life - in his own hands, and he can put it on this horse or that horse, or he can put it back in his pocket at the very last minute. I am a gambler. I decided to go in with Company E in the first wave."

Slightly out of focus: Robert Capa died today, May 25 1954.


sabato 24 maggio 2014

Poet's Corner No.19



"All thoughts, all passions, all delights,
Whatever stirs this mortal frame,
All are but ministers of Love,
         And feed his sacred flame.

Oft in my waking dreams do I
Live o'er again that happy hour,
When midway on the mount I lay,
         Beside the ruined tower.

The moonshine, stealing o'er the scene
Had blended with the lights of eve;
And she was there, my hope, my joy,
         My own dear Genevieve!

She leant against the arm{'e}d man,
The statue of the arm{'e}d knight;
She stood and listened to my lay,
         Amid the lingering light.

Few sorrows hath she of her own,
My hope! my joy! my Genevieve!
She loves me best, whene'er I sing
         The songs that make her grieve.

I played a soft and doleful air,
I sang an old and moving story—
An old rude song, that suited well
         That ruin wild and hoary.

She listened with a flitting blush,
With downcast eyes and modest grace;
For well she knew, I could not choose
         But gaze upon her face.

I told her of the Knight that wore
Upon his shield a burning brand;
And that for ten long years he wooed
         The Lady of the Land.

I told her how he pined: and ah!
The deep, the low, the pleading tone
With which I sang another's love,
         Interpreted my own.

She listened with a flitting blush,
With downcast eyes, and modest grace;
And she forgave me, that I gazed
         Too fondly on her face!

But when I told the cruel scorn
That crazed that bold and lovely Knight,
And that he crossed the mountain-woods,
         Nor rested day nor night;

That sometimes from the savage den,
And sometimes from the darksome shade,
And sometimes starting up at once
         In green and sunny glade,—

There came and looked him in the face
An angel beautiful and bright;
And that he knew it was a Fiend,
         This miserable Knight!

And that unknowing what he did,
He leaped amid a murderous band,
And saved from outrage worse than death
         The Lady of the Land!

And how she wept, and clasped his knees;
And how she tended him in vain—
And ever strove to expiate
         The scorn that crazed his brain;—

And that she nursed him in a cave;
And how his madness went away,
When on the yellow forest-leaves
         A dying man he lay;—

His dying words—but when I reached
That tenderest strain of all the ditty,
My faltering voice and pausing harp
         Disturbed her soul with pity!

All impulses of soul and sense
Had thrilled my guileless Genevieve;
The music and the doleful tale,
         The rich and balmy eve;

And hopes, and fears that kindle hope,
An undistinguishable throng,
And gentle wishes long subdued,
         Subdued and cherished long!

She wept with pity and delight,
She blushed with love, and virgin-shame;
And like the murmur of a dream,
         I heard her breathe my name.

Her bosom heaved—she stepped aside,

As conscious of my look she stepped—
Then suddenly, with timorous eye
         She fled to me and wept.

She half enclosed me with her arms,

She pressed me with a meek embrace;
And bending back her head, looked up,
         And gazed upon my face.

'Twas partly love, and partly fear,
And partly 'twas a bashful art,
That I might rather feel, than see,
         The swelling of her heart.

I calmed her fears, and she was calm,
And told her love with virgin pride;
And so I won my Genevieve,
         My bright and beauteous Bride."

Love
 Samuel Taylor Coleridge

lunedì 19 maggio 2014

Captain America: The Winter Soldier


"People will fight for their freedom if people try to take it from them. But if you cause enough trouble, people will willingly give up their freedom for a more secure world."

2028: secondo quanto dichiarato da Kevin Feige in persona, questa è la deadline che segnerà il temporaneo punto d'arrivo del percorso cinematografico dei supereroi Marvel.
Una mappatura inquietante e a lunghissima scadenza, pronta a invadere o piuttosto ad infestare le nostre sale permettendo a una delle galline dalle uova d'oro più redditizie della storia del cinema di continuare a fare cassa; mentre attendiamo pazientemente Avengers: Age of Ultron, non possiamo però evitare di chiederci se tale incontrastato dominio potrà davvero durare per sempre e se i film che verranno saranno in grado di mantenere un livello qualitativo adeguato.

Non si può dire che i recenti risultati non destino preoccupazione: tutti abbiamo amato l'ironia Whedoniana del primo Avengers e il tono scanzonato del racconto è una caratteristica che ha sempre distinto la Grande Famiglia Marvel dalla DC Comics, ma quando la battuta facile si accompagna a sceneggiature disorganiche e depotenziate( Thor: The Dark World)e il bisogno di cercare la risata genera figure raccapriccianti( il Mandarino in Iron Man 3), la bontà dell'operazione finisce per crollare rovinosamente. è davvero così difficile avere un cinecomic Marvel in grado di mediare fra leggerezza e eroicità senza sacrificare trama e personaggi?

La speranza permane e a ravvivarla è stato il vendicatore forse meno sofisticato e divertente, ma dotato della solidità necessaria a coniugare i tempi di un grande spettacolo con un messaggio dotato di maggiore complessità e spessore: diretto dai fratelli Anthony e Joe Russo, Captain America: The Winter Soldier porta ad un nuovo livello le avventure del supereroe americano per eccellenza, realizzando nel frattempo e senza clamore uno dei migliori cinecomics di sempre.

sabato 17 maggio 2014

War Horse, National Theatre


Il cavallo non è un'animale come gli altri: c'è qualcosa nel suo sguardo, un'umanità latente illuminata da sprazzi di sensibilità e fierezza, capace di creare una connessione coi nostri pensieri più profondi rivelando uno spirito misterioso e inquieto.

La scelta dello scrittore Michael Morburgo di raccontare la Grande Guerra abbracciando il punto di vista di un cavallo sembra perciò coerente e appropriata: conosciuto in Italia soprattutto grazie all'omonimo film di Steven SpielbergWar Horse calca le scene di Broadway e del West End sin dal 2007, assecondando i sentimenti universali e pur zuccherini dell'opera originale nella potente visione dell'adattamento di Nick Stafford.

domenica 11 maggio 2014

Al cinema con Muze!


Cosa fare quando si è alla ricerca di un bel film da vedere ma non si sa assolutamente quale scegliere? E soprattutto, come evitare che il film appena scelto non si riveli una delusione nonostante i numerosi pareri positivi? La risposta è una sola semplice parola...Muze!

Muze è la prima mobile-app per android ( e non solo) assolutamente gratuita che vi propone un elenco di film da guardare modellato su misura per voi. Come? Grazie ai voti che voi stessi darete ai film visti in passato! in questo modo, 'Muze for Movies' costruirà il vostro 'gemello di film', un avatar virtuale con i vostri stessi gusti: Muze li metterà a confronto con quelli degli altri utenti e vi aiuterà a trovare le fette di pubblico a voi più vicine.

BRUTTO FILM? DIMENTICATELO! MUZE TI ACCOMPAGNA AL CINEMA!

venerdì 9 maggio 2014

Vikings 2x10: The God's Prayer




The God's Prayer, ultimo episodio della seconda stagione di Vikings, conclude il percorso intrapreso dalla serie negli ultimi episodi risolvendo ogni ambiguità, in uno scontro finale che dimostra un buon senso dello spettacolo e segna un punto di non ritorno per il futuro.

martedì 6 maggio 2014

Esperando a Robert Capa



Quando succede fa quasi paura: ti imbatti in un libro per caso, qualcuno te l'ha consigliato e il soggetto sembra promettente ma non hai la più pallida idea se alla fine riuscirà a conquistarti o se lo pianterai alla prima occasione; lo metti da parte, perché hai troppe letture arretrate e non vuoi che il volumone che da mesi staziona sul comodino se la prenda troppo a male, prosegui per la tua strada fissando un appuntamento indefinito nella tua testa che potrebbe non concretizzarsi mai perché tanto c'è sempre tempo.

Poi, un giorno vai a rispolverare il tuo caro vecchio archivio e te lo ritrovi lì, deciso a conquistare la tua attenzione costi quel che costi, stanco di aspettare che uno dei due faccia la prima mossa; decidi di buttarti e finisci per caderci dentro senza riuscire più a uscirne, cerchi di riprenderlo in ogni momento libero e non trovi più la forza di lasciarlo, ti preoccupi per i personaggi come se fossero dei vecchi amici e osservi ossessivamente le lancette dell'orologio perché attendi e temi il momento dell'addio: ti innamori, lasci che accada, finisci l'ultima pagina con la faccia tutta bagnata e il cuore scottato malamente.

Per alcuni sarà ordinaria amministrazione, ma pur amando tantissimo la lettura da queste parti capita raramente di vivere la pagina scritta al punto di smarrirsi; il responsabile del quadro clinico di cui sopra è Esperando Robert Capa (in italiano Istantanea di un amore), romanzo breve della scrittrice spagnola Susana Fortes che mischia realtà e finzione per raccontare l'amore fra Robert Capa, celeberrimo fotoreporter di Guerra nonché icona del Ventesimo Secolo e Gerda Taro, fotografa di altrettanto talento la cui stella è stata inevitabilmente offuscata dalla fama dell'amante.

domenica 4 maggio 2014

Vikings 2x09: The Choice



Scegliere se perpetrare un tradimento e restare leali, scegliere a quale divinità consacrarsi e a quale popolo appartenere, scegliere la miglior strategia per acquisire alleati e consolidare il proprio potere: The Choice, penultimo episodio della seconda stagione di Vikings, risolve parecchi conflitti e costringe i suoi protagonisti a prendere coscienza dei loro stessi limiti stemperando l'aura leggendaria che li ha sempre accompagnati e protetti, ma predispone assetti politici tali da indurci a pensare che il finale non potrà esimersi da rimandare alcune pregnanti questioni al terzo appuntamento con la serie scritta da Michael Hirst.

Dear John






























Dear John, 
at last, I went to see your house and you know, I left my heart in Hampstead...
(sorry for the blurry pictures, I have many talents but photography isn't one of them)