sabato 2 gennaio 2016

Goodbye, Downton Abbey: pensieri sparsi sull'ultima stagione e sul finale della serie


So long, Downton Abbey: dopo 6 anni di trionfi, tragedie, lacrime e sorrisi, anche la serie di Julian Fellowes ha dovuto dire addio al suo pubblico, calando il sipario sulla storia della Casa Aristocratica più famosa della tv e facendolo per fortuna alle sue condizioni. In verità, mi sento in colpa verso la famiglia Crawley e i suoi servitori: avevo promesso di recensire la serie episodio per episodio, ma per mancanza di tempo e problemi personali non sono più riuscita a stare a passo e sono dovuta venire meno alla parola data, pur continuando a seguire con amore le singole puntate ogni settimana. In ogni caso non ce la facevo proprio a lasciare andare una serie tanto importante per me come Downton Abbey senza dire qualche parola sulla sesta stagione e sullo speciale natalizio, chiamato a svolgere l'ingrato compito di mettere la parola fine alle tante linee narrative più o meno vincenti che Fellowes ha aperto ed esplorato negli ultimi anni dello show.

Avevo lasciato i miei cari personaggi in bilico sull'orlo della catastrofe quando nel quinto episodio l'ulcera di Lord Grantham aveva dato vita ad uno dei picchi più drammatici della stagione: scampato il pericolo la convalescenza di Lord G trascorre serena, con la casa aperta per la prima volta ai visitatori e tutti i membri della famiglia pronti a improvvisarsi guide turistiche per l'occasione con esiti piuttosto divertenti.

Con la questione dell'ospedale fuori dai giochi(grazie al cielo), il resto della stagione si adopera finalmente per risoluzione dell'eterno conflitto fra Mary e Edith, sotto pressione per urgenti dilemmi sentimentali e giunte a un punto di non ritorno: combattuta fra i sentimenti per Henry Talbot e la paura di poter rimanere vedova una seconda volta (la passione per l'alta velocità di Talbot viene testata all'estremo nel penultimo episodio durante una spettacolare e tragica corsa automobilistica), Mary non accetta di guardarsi dentro e finisce per reagire in modo crudele e infantile verso la sorella, sul punto di realizzare il suo sogno d'amore con Bertie e acquistare niente di meno che il titolo di marchesa; dopo una pesante lavata di capo da Branson e dalla stessa Edith, il cuore di Mary può finalmente fare pace col passato (la scena al cimitero davanti alla tomba di Matthew avremmo dovuto averla molto, molto tempo fa) e sposare Talbot, completando un lungo processo di rinascita durato ben 3 stagioni. Downstairs, eventi drammatici si consumano rapidamente mentre altri personaggi viaggiano a vele spiegate verso il lieto fine: rifiutato e disprezzato da tutti Thomas tenta il suicidio, ma la cosa viene liquidata rapidamente e come mera molla narrativa per contribuire ulteriormente alla maturazione di Mary, mentre Moseley può realizzare il suo sogno di diventare insegnante e affrontare il mondo a testa alta.

Con quasi tutte le trame ancora in sospeso siamo così arrivati al Christmas Special, dove per la gioia dei fan la quintessenza del lieto fine è stata realizzata con massima consapevolezza e senza tribolazioni: grazie all'intercessione di Mary (!) Edith torna con Bertie e scende le scale di Downton finalmente in abito bianco, cosciente di aver raggiunto quella completa felicità che il destino le aveva sempre negato; il trionfo definitivo per uno dei personaggi più torturati da Julian Fellowes, protagonista di una crescita straordinaria nel corso delle 6 stagioni che l'hanno vista trasformarsi da figlia mezzana mal sopportata da tutti a donna indipendente e coraggiosa, capace di decisioni audaci e di guardare in faccia il passato imparando dai suoi errori, amata da un uomo leale e gentile ma soprattutto da un padre che ha dovuto imparare a conoscerla e ad apprezzarla davvero solo dopo aver visto quando la sofferenza l'abbia temprata e resa una persona completamente diversa.

Il riavvicinamento fra Mary e Edith e le commoventi parole di Lord Grantham alla figlia minore sono solo una parte della ciliegina che Fellowes ha voluto porre su questa ricca e deliziosa torta dell'addio: per Anna e Mr Bates, re e regina delle disgrazie Downstairs, il futuro è ora roseo grazie alla nascita (rapida e indolore) di un figlio maschio a consacrare la loro felicità, mentre Thomas può tornare a lavorare a Downton e prendere il posto di un Carson costretto al ritiro da improvvisi tremori, diventando un maggiordomo benvoluto e rispettato all'interno della Casa che l'ha visto crescere e che in fondo lui ha sempre amato. Happy Ending a cuore anche Isobel Crawley, sposata a un Lord Merton tornato in ottima salute nonostante le previsioni nefaste e con la benedizione di una caparbia Lady Violet, pronta nel frattempo a farsi da parte e a riconoscere i meriti della nuora Cora nella gestione del famoso ospedale della Contea.

Per alcuni, la felice conclusione dell' avventura di Downton rimane però appena abbozzata: dopo essere rientrato nella serie al solo e unico scopo di spingere Mary al cambiamento, Branson non può vantare di aver goduto dello spazio che un personaggio come il suo avrebbe meritato, ma l'idea di vendere auto insieme a Talbot funziona e anche la prospettiva di un eventuale love story con l'editrice di Edith, indipendente e dolce quanto basta per conquistare le sue simpatie; destino incerto ma probabile anche per le coppie Moseley/Baxter, teneri e adorabili sin dall'inizio, e Andy/Daisy, riuniti in brevissimo tempo ma comunque apprezzabili se non altro nella speranza che l'amore dia una sterzata al volubile caratterino dell'ex sguattera di Downton.

Nel corso di questi lunghi anni non tutto ha funzionato come avrebbe dovuto, alcune svolte troppo soap ci hanno fatto preoccupare e l'abbandono del cast da parte di pilastri della serie ha fatto di certo tremare il castello dalle fondamenta, ma grazie alla forza dei suoi personaggi, ai dialoghi sempre brillanti e allo splendore generale di ambientazioni e costumi Downton Abbey ha resistito alle intemperie diventando più forte che mai per i suoi abitanti e per tutti i suoi spettatori più fedeli. Sappiamo che fuori dalle mura di Downton un'altra Guerra incombe sull'Europa, non dubitiamo che il signorino George dovrà combattere per il suo futuro come suo padre prima di lui, lo immaginiamo tornare alla Magione a guerra finita in un flash finale alla Brideshead revisited col maggiordomo Thomas ad aspettarlo, ma al momento tutto questo non ha troppa importanza: quello che conta è la felicità presente, la forza di sopravvivere al dolore passato e di risorgere dalle proprie ceneri, di cambiare assecondando il corso dei tempi senza snaturare sé stessi e rimanendo uniti, come ogni grande famiglia; la famiglia di Downton Abbey ci mancherà moltissimo, ma sappiamo già che le sue porte resteranno aperte per sempre per accoglierci degnamente nello sfarzo dei suoi grandi saloni o nel calore della sala della servitù, un piccolo pezzo di passato sospeso nel tempo capace di farci sentire a casa circondati dalle personaggi e dai luoghi che abbiamo tanto amato.


Ps: ma quanto ci mancheranno gli insegnamenti e le perle di Lady Violet? La nonna e la guida spirituale di cui tutti avremmo bisogno, mannaggia.



1 commento:

  1. La fine può essere un nuovo inizio, magari oltre al film anche uno spin of ambientato circa 20 o 25 anni dopo, ho letto una intervista a Julian Fellows ricordo che in cui accenna che per quelle case gli anni 40, 50 e 60 sono anni difficili. Comunque sia altra guerra, altri cambiamenti sociali, c'è ne sarebbero di spunti per una eventuale altra serie, perché no?

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