lunedì 11 novembre 2013

Downton Abbey 4x07


Sette episodi e non sentirli: il tempo sembra scorrere lentamente nell’Inghilterra del 1922, ma con diverse storyline ancora aperte e altre appena nate Downton Abbey si avvia già verso la conclusione, per lasciare i suoi fan in attesa di un Christmas Special che con ogni probabilità avrà il compito di regalare alla serie un autentico e compiuto epilogo.


Molta è la carne al fuoco nel settimo episodio di questa quarta stagione, a cominciare dalla partenza di Lord Grantham per gli Stati Uniti al fine di aiutare il cognato Harold ( ci prepariamo ad accogliere degnamente Paul Giamatti, attesissima guest star dello speciale Natalizio) che vede Mary finalmente sola e libera di occuparsi della tenuta senza occhi indiscreti: la scelta di incrementare le potenzialità di Downton portando un allevamento di maiali nella tenuta diventa un’ottima occasione per conoscere meglio Charles Blake, borghese che si sta avvicinando sempre di più alla condizione di possibile pretendente alla mano della donna, ma soprattutto per regalare a Mary una scena divertente e apparentemente abbastanza out of character, ma alla fine liberatoria. La Mary del passato non esiste più e per quanto i dolori patiti abbiano tentato di indurire di nuovo il suo cuore non è ancora il momento di dichiararsi sconfitti e rinunciare a vivere il presente: per fare il primo passo basta concedersi una semplice e genuina risata.

Sempre più in difficoltà è invece Edith, che pur trovando nella zia Rosamund un’inaspettata confidente e alleata è costretta dalle circostanze a prendere la decisione più difficile e coraggiosa della sua vita: ci rammaricavamo del fatto che la pista giornalistica non fosse stata sfruttata a dovere, ma i nuovi delicati frangenti che hanno messo e metteranno più che mai alla prova la ragazza si stanno rilevando un’occasione per limare con maggiore precisione la psicologia del personaggio, sottolineando quanto l’intenzione dell’autore non sia mai stata di renderla la Sybil che non abbiamo avuto il tempo di vedere; resa fragile e imperfetta dal disperato bisogno di sentirsi amata senza condizioni e di appartenere in un modo o nell’altro a quel microcosmo familiare che fino a poco tempo fa nemmeno sembrava accorgersi della sua esistenza ( è bello vedere come i genitori si stiano forse per la prima volta sinceramente interessando a lei), Edith è adesso più che mai un personaggio che non vuole essere sottovalutato, deciso ad ogni costo a lottare per emergere e trovare il suo posto nel mondo.

Personaggio in cerca d’autore è invece Tom Branson, pronto forse a ritrovare la sensibilità socialista messa un tempo da parte per privilegiare il ruolo di marito e padre e speriamo destinato ad abbracciare una storyline di maggiore spessore, per appartenere di nuovo a qualcosa o a qualcuno; sempre più belle invece le interazioni fra Lady Violet e Mrs Crawley, la vera e autentica gemma di quest’ annata.

Downstairs, il quadrangolo formato da Alfred, Daisy, Jimmy e Ivy non riesce ancora a trovare una via d’uscita; la decisione di dare ad Alfred una chance lavorativa diversa sembrava uno spunto interessante per dare una scossa di riscatto e ambizione alle file dei giovani servitori, ma quello che ci domandiamo con maggiore insistenza è perchè Fellowes preferisca tenere Daisy in cucina privandola dell’opportunità di dirigere la fattoria del padre di William, com’era stato fatto intendere alla fine della scorsa stagione: abbiamo già avuto la soddisfazione di vedere Mary prendere le redini della tenuta, ma l’idea di una business woman di umili origini era decisamente più interessante.

A preoccuparci ancora di più sono Anna e Bates, le cui anime rese inquiete dal ricordo di Mr Green sembrano resistere alla pressione solo grazie alla vigile e  accorta presenza di Mrs Hughes: Downton Abbey approfitterà forse del finale di stagione per trasformarsi in Gosford Park? Sono aperte le scommesse.

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