mercoledì 16 gennaio 2013

Brother Bear



Poco prima che iniziasse l'era di John Lasseter, la Disney di Michael Eissner si reggeva pericolosamente in piedi e giocava le sue ultime carte nella speranza di poter salvare sé stessa e la propria integrità: uno dei più apprezzabili tentativi, percorso sulla via dell'animazione tradizionale che tanta gloria aveva dato in passato alla Casa di Topolino è avvenuto nel 2003 con Koda, fratello orso, ultima fatica degli Studios della Florida che avevano realizzato Mulan e Lilo e Stitch( e che chiusero proprio dopo questo film).

Immerso negli splendidi paesaggi del Nord America, il film di Aaron Blaise e Robert Walker racconta la storia di Kenai, giovane impaziente di diventare adulto e di prendere il posto che gli spetta nella tribù a cui appartiene proprio come i due fratelli : deluso dal fatto di aver ricevuto come totem guida dalla saggia del villaggio il poco interessante "orso dell'amore", Kenai si lascia prendere dalla rabbia e dall'incoscienza finendo per perdere il fratello maggiore Sitka e per uccidere il suo stesso animale guida, suscitando il disappunto degli spiriti; trasformato proprio in orso per volere dello spirito di Sitka e inseguito dalla vendetta dell'altro fratello Denahi, convinto che Kenai sia morto proprio per mano dell'animale il giovane dovrà intraprendere un viaggio lungo e faticoso per espiare la sua colpa e riconciliarsi col passato, ma l'incontro lungo il cammino con un cucciolo d'orso di nome Koda cambierà per sempre la sua vita e la sua percezione delle cose.


Rispettoso dei canoni del genere senza particolari guizzi, Koda fratello Orso è un lavoro onesto che trova il suo principale punto di forza nel comparto tecnico grazie a una grande cura negli scenari, dipinti con attenzione pittorica per i dettagli e illuminati da colori brillanti, ma che arranca al momento di costruire un percorso che sia davvero in grado di catturare lo spettatore; è davvero un peccato che non sia riusciti a sfondare la barriera della carineria e ad andare oltre perchè le premesse si erano subito dimostrate interessanti e coraggiose a cominciare dalla suggestiva ambientazione nella tribù inuit, un mondo popolato da magiche leggende e e guidato da spiriti indomabili, ma soprattutto dalla morte voluta del fratello maggiore Sitka, che sceglie consapevolmente il suicidio( forse l'unico caso nella storia dell'animazione Disney) per salvare la sua famiglia e diventarne l'aquila guida.

Dopo aver lasciato il mondo degli umani e familiarizzato con quello degli orsi, dopo una trasformazione che omaggia fedelmente quella del viziato principe della Bella e la Bestia l'azione perde purtroppo tutto il suo mordente, dinanzi a una realtà animale parallela ben più spensierata e distesa di quella vissuta dall'uomo ma anche meno affascinante: Koda è un cucciolo vispo e adorabile, ma la nostalgia di casa inizia a farsi sentire non appena incontriamo una serie di spalle comiche poco ispirate( l'alce Rocco e il fratello Fiocco, i due arieti)e siamo in fine invitati al raduno del salmone, dove ogni orso condivide simpaticamente la sua storia come se fossimo ad una lieta gita in montagna e il misticismo degli spiriti sembra lontano anni luce; non aiutano particolarmente le canzoni di Phil Collins, che ritornato dopo Tarzan a cantare i temi portanti del film anche in italiano non riesce comunque a replicare melodie incisive come quelle usate nel '99.

Una volta ascoltata la voce del nostro spirito guida, possiamo dire con certezza che Koda, fratello orso è una favola edificante dalle deliziose sorprese visive che si accende in alcuni intensi momenti, ma che non riesce a mantenere tutte le sue promesse fino in fondo e a diventare qualcosa di più di un dolce diversivo per accompagnare la colazione di una fredda mattina natalizia.

ps: fra le voci originali, ovviamente perdute nella versione italiana, c'erano anche un giovane Joaquin Phoenix ( Kenai), Rick Moranis( Fiocco) e Michael Clarke Duncan(Tug).

Nessun commento:

Posta un commento