lunedì 3 settembre 2012

Lo spazio narrante

Ogni lettore degno di questo nome è un viaggiatore coraggioso: si addentra fra le pagine con circospezione come un esploratore in una terra sconosciuta, pronto a scoprire se l'autore sfidato saprà essere un amico prezioso o un fastidioso e insopportabile avversario: appartengono senza dubbio alla prima categoria le straordinarie icone della Letteratura con cui Ginevra Bompiani ha scelto di confrontarsi ne Lo Spazio Narrante, piccolo ma ambizioso saggio che scruta con pazienza il mondo in cui Jane Austen, Emily Brontë e Sylvia Plath hanno vissuto, lo stesso che fra luci e ombre ne ha arricchito l'opera e la poetica di amore, passione e dolore.

Nel costruire questo curioso quanto vincente sodalizio femminile, la Bompiani prende per mano le tre donne dall'infanzia all'età adulta ripercorrendone le inquietudini giovanili e le prime velleità letterarie, cercando lungo il percorso gli indizi necessari a definire le trame dello spazio fra l'autore e la sua realtà e i personaggi e il loro fittizio universo; il cerchio si chiude sulle delicate dinamiche che muovono la fruizione fra lettore e narratore, chiamate a reggere il peso di un' architettura complessa quanto stratificata.


Camminando nei non luoghi in cui vivono i personaggi e i miti creati dal genio di Jane, Emily e Sylvia, scopriremo che spesso niente è ciò che sembra e alcune certezze salde nel nostro immaginario sono in realtà un' illusione, demolite dalla pressione che il rapporto con la contemporaneità impone alla fantasia: riflesso del cosmo ordinato e composto che le regole salvano costantemente dal caos, lo spazio narrante nelle opere di Jane Austen è un percorso studiato ad arte per guidare le protagoniste delle sue storie al loro destino matrimoniale, benvenuto perché fondato anche( mai soltanto) sul sentimento ma comunque inevitabile.


Ecco allora le eroine austeniane perdersi una per una, in quel labirinto che dalla casa familiare porta dritto alla dimora maritale, verso un happy ending in cui tutti hanno quello che desiderano purché la confezione soddisfi il garbo che si conviene alla buona società: il presunto romanticismo crolla improvvisamente quando Elizabeth capisce di amare Mr Darcy solo dopo aver costatato di persona la grandezza della sua Dimora, mentre il duello fra Elinor e Marianne vede la prima vincitrice di virtù e la seconda sacrificata sull'altare della rettitudine per colpa della sua indole appassionata. Amare ed essere riamati è importante ma non sufficiente e chi non accetta questo compromesso è condannato a essere tagliato fuori: che da fine conoscitrice del suo tempo la stessa Austen abbia scelto di non sposarsi, non è certo una sorpresa.


Decisa ad abbandonare le ipocrisie della società al punto da abbracciare la totale alienazione era invece Emily Brontë, spirito libero che aveva fatto della Terra immaginaria di Gondal la sua casa e dell'inquieto vento della brughiera la sua guida. Nato da quelle passioni estreme che possono respirare solo nei sogni, il suo unico romanzo Wuthering Heights chiude i personaggi entro spazi circoscritti quanto perfettamente simmetrici, ma impregnati di sensazioni tanto forti che nulla al di fuori ha davvero importanza: due case( Wuthering Heights e Thrushcross Grange), chiamate a incarnare il passaggio dall'infanzia all'età adulta e due famiglie( gli Earnshaw e i Linton), i cui membri erano probabilmente destinati a sposarsi fra loro senza troppo clamore, vedono sconvolto ogni equilibrio quando Heathcliff, misterioso zingaro venuto da lontano, irrompe nel racconto.


Fuori dalla sua ristretta quotidianità domestica e familiare e sempre in stretta simbiosi con Gondal, che ha eletto essere la sua unica percezione del mondo esterno, Emily traccia una linea netta fra gli spazi del romanzo affidando ai suoi protagonisti, divisi  in estremi schieramenti, il compito di rivelare la verità al lettore: alla Grange e ai suoi abitanti sono consegnate le chiavi della realtà mentre agli evanescenti fantasmi di Heathcliff e Catherine non restano che le stanze vuote di Wuthering Heights, dimora della memoria eterna e indomabile come solo l'anima dell'infanzia sa essere; testimone inconsapevole del racconto è Mr Lockwood, inquilino della Grange chiamato a raccogliere l'eredità di questi tragici eventi e primo narratore, filtro necessario che impedisce al lettore di bruciarsi con una storia troppo intensa per essere raccontata in prima persona.



L'onore di chiudere questa intima e personalissima escursione letteraria tutta al femminile appartiene a Sylvia Plath, poetessa americana temporalmente lontana dalle due colleghe ma egualmente pronta a condividerne tormenti e incertezze.


Afflitta sin dall'adolescenza da una grave forma di depressione, Sylvia abbracciò la fame per la poesia nutrendo la sua poetica delle visioni viscerali e mitologiche generate dai suoi tristi ricordi d'infanzia e dalle ombre della sua follia, devastata nell’animo da un mostro nutrito dall'amore( rappresentato dal tempestoso rapporto col marito e poeta Ted Hughes) e dalla stessa poesia: la morte è l'unico modo per completarsi e una volta raggiunta la perfezione poetica Sylvia lascia che il vuoto che la circonda la divori senza esitazione, percorrendo fino in fondo la via del suicidio che già tante volte aveva tentato senza successo.


Se avete scelto queste tre autrici come compagne di viaggio e temete di perdere la strada, Lo spazio narrante di Ginevra Bompiani è la mappa che vi occorre: perché trascorrere il pomeriggio facendo due chiacchiere fra amiche con Jane Austen davanti a una tazza di tè sarebbe l'ideale, perché vorreste correre nella brughiera con Emily Brontë contro il vento freddo dello Yorkshire o perché avreste soltanto voluto essere a Londra, quella maledetta sera d'inverno, per fermare Sylvia Plath e dirle che non era sola.






ps: Con questo splendido libello inauguriamo qui a casa lo spazio dedicato alle recensioni dei libri; probabilmente non potrà essere aggiornato con la stessa frequenza di cui godono film e serial, ma come in tutte le cose non ci tireremo indietro. Enjoy!

11 commenti:

  1. Grazie, Alessia , di aver condiviso una lettura così interessante . Questo è un libro che devo assolutamente avere!

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  2. Totally O.T. : ho visto l'ultima puntata di Parade's End e devo ammettere candidamente che non ho capito quasi nulla di quello che è successo ... e tu ?

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    1. devo fare il rewatch coi sottotitoli, ma credo che chrissie sia stato spedito in trincea, in alternativa alla corte marziale, per aver aggredito l'ufficiale che era entrato nella stanza dove stava con Sylvia(che era andata a raggiungerlo al fronte non curante di tutti i guai che gli avrebbe causato)...per l'ennesima volta, è tutta colpa di SYLVIA.

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    2. Si, quello che hai detto l'avevo capito, anche se non sono molto d'accordo sul condannare lui perchè ha aggredito un uomo che stava per andare a letto con sua moglie ... insomma per una volta che Chrissie si comporta "manly" viene punito da un destino decisamente beffardo ... un po' come quando nella scorsa puntata ha provato a passare una serata (finalmente!!!) con la Wallop ... secondo me una passatina a Lourdes non farebbe male a Chrissie :D:D:D


      Comunque me lo devo riguardare, perchè quel che non ho capito sono state tutte le questioni con le gerarchie militari, gli approvVigionamenti e via dicendo ...

      Ovviamente DOPO aver visto la prima di Downton Abbey, che attende nella mia chiavetta USB da ieri sera ...

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    3. ah beh per quella parte anch'io mi sono un po' persa, oltretutto stavo anche studiando quindi non ho potuto ascoltare al 1000 per 1000...Downton is back in SPLENDOUR, you'll see :)
      ps: Si, Chris ha decisamente bisogno di un intervento divino di supporto, troppe avversità per quest'uomo!:D

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    4. Epperò anche tu scusa, mi studi con il Cumberbatch sul video, come FAI a concentrarti, dico io ?!?!?

      ps: so di rigirare il coltello nella piaga, martedi abbiamo RIvisto al cinema Frankenstein - CreatureBatch ...
      Nessuna fortuna nel portarlo dalle tue parti ?

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    5. credimi è stato un grande dolore...INDESCRIVIBILE. Volevo per l'appunto chiedere di spostare la sessione a dopo la messa in onda di tutto PE, ma purtroppo non è stato possibile XD

      Frankenstein, Frankenstein, perchè sei tu Frankenstein...No, niente da fare, qui in Africa( oltre lo stretto) non facciamo testo, nè noi nè la Sardegna.
      Ho più volte scritto alla Nexo sollecitandoli perché si attivassero( ormai mi odieranno)ma nada, nihil, nisba.
      Almeno, mi resta la consolazione di averlo visto( You Know) pur con tutte le difficoltà del contesto...;)...I want to go away from this dreadful place!

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    6. If by "this dreadful place" U mean Italy, I couldn't agree more.
      But you are young ( a lot younger than me, anyway) , you know the language, I suppose you're not married and you don't have children ... give it a thought.
      I know that it's not THAT easy, but maybe could be worth it at least to try and go.

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    7. I think I could be happy in everyplace outside Sicily(I've never had a great affection for my birthplace),but off course, I've always dreamt to go away, even abroad to find my way. I think I could be very happy in a place closer to my aspirations, so if I had the chance to go, I'd take it, no doubt.

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    8. Well said, that's the spirit ...
      In the word of Isobel Crawley: Bravo !!!

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  3. Complimenti, mi piace un sacco questo blog!
    Anche nel mio si parla di cinema ed è nato da una sfida: voglio raccontare, ogni giorno, una pellicola in grado di trasemettere emozioni forti. Film d'amore ma non solo...
    Ti andrebbe di collaborare? Ho in mente un paio di idee per rendere la cosa interessante per entrambi.
    Se l'idea ti ispira, scrivimi su lascatoladelleemozioni@gmail.com
    A presto!

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