lunedì 14 marzo 2011

L'uomo fiammifero

Nel panorama desolante che ormai da tempo caratterizza il cinema italiano , un film come "l'uomo fiammifero" rappresenta quasi un piccolo miracolo ; l'opera prima del regista teramano Marco Chiarini , realizzata con pochissimi mezzi solo grazie alla tenacia e alla volontà del suo creatore , ha inevitabilmente sofferto di carente distribuzione nonostante i numerosi riconoscimenti seguendo il destino di gran parte del cinema indipendente nostrano , ma questo non ha per fortuna impedito grazie a un notevole passaparola di consensi , che la sua poesia e bellezza venissero dimenticate .
Nell'affrontare il tema difficile quanto inflazionato dell'elaborazione del lutto la pellicola filtra con dolcezza il dolore attraverso gli occhi di chi era bambino nel 1982 , quando la creatività non era ancora frenata dalle tecnologie e la babysitter preferita dai genitori non era la playstation : per impedire che la luce sul volto della madre morta anni prima svanisca nel buio , l'undicenne Simone attende fiducioso l'arrivo dell'uomo fiammifero di cui lei gli aveva sempre raccontato , il mago che accende le stelle e che può tenere viva la fiamma del ricordo .

Le noiose giornate estive nella campagna abruzzese si trasformano così in una avventurosa caccia al tesoro , dove amici e conoscenti sono dotati di straordinari poteri : Dina Lampa , la bambina che per l'emozione scompare a intermittenza , Ocram , che parla al contrario e sa far apparire un cono alla fragola dalla bocca , Giulio Buio , che per paura di farsi fotografare vive sempre nell'ombra e ovviamente il perfido Rubino , figlio del proprietario del terreno confinante , " dominatore di tutte le terre emerse " ; malinconici e bellissimi sono anche lo Zio Disco , nuovo Mastro Geppetto che parla con una voce sempre diversa attraverso il mangiadischi in una bottega dove i giocattoli si animano , l'uomo che rende fino il sale per farti rivivere un momento felice della vita solo con le sue grandi mani d'argento e infine Lorenza , la bella dagli occhi verdi cugina del nemico , che fa battere il cuore per la prima volta di sentimenti nuovi che non si riescono a rivelare .

Un mondo immaginario (che per certi versi ricorda le atmosfere dell'americano "un ponte per Terabithia " di Katherine Paterson ) ma che si espande in tutte le dimensioni sulla carta col tratto delicato di una matita , nei disegni di una mano infantile dalla creatività senza confini dove i maialini possono volare e le lucciole illuminare il cammino , finché il gallo che scaccia via la notte non si mette a cantare riportandoci a quella realtà da cui avevamo tanto pregato di fuggire .

L'incanto sembra svanito quando il ragazzino brucia i suoi giocattoli e dice addio al sogno irrealizzabile di vedere il suo eroe e tenere così stretta l'immagine della madre , finché alla finestra inaspettatamente ecco comparire la fiammella tanto attesa : eppure , lui sceglie di non vedere e continuare a dormire , forse perché a volte è sufficiente che il sogno resti tale , un rifugio dove poter correre quando tutto va in pezzi , fuori dalla logica e dalle realtà come le fantasie dei più piccoli .

Girato con attori non professionisti che trovano nella loro stessa spontaneità il cuore di personaggi comuni persi nel tempo , il film si fregia però della presenza di Francesco Pannofino che si dimostra sempre di più un attore capace oltre che un grande doppiatore , nel ruolo del padre vedovo e disorganizzato di Simone : duro e severo ma allo stesso tempo complice e dal cuore d'oro , alla fine è proprio a lui che si mostra il grande uomo fiammifero , restituendogli la fede e la speranza perduta dopo la morte della moglie e soprattutto , la fiducia in suo figlio .

Un film insolito , fresco e di grande semplicità , per chi non vuole o non vorrebbe mai crescere , per chi ha cercato e cerca ancora in segreto , tracce nell'uomo fiammifero e dei personaggi più incredibili che abitano l’infanzia , per chi è cresciuto anche troppo e si è smarrito nella quotidianità di un mondo frenetico e avrebbe solo bisogno di fermarsi un momento , a guardare fuori dalla finestra , per ricordarsi del bambino che dentro di noi , anche se a volte pensiamo di non riuscire più a sentirlo , dorme e fa ancora sogni meravigliosi .

leggi su  Cinefilos  : L'uomo fiammifero

8 commenti:

  1. Pare quasi impossibile sia uscito da mani e menti italiane...

    RispondiElimina
  2. se ricorda un ponte per teribithia, uno dei film che -lo confesso- più mi hanno commosso in tutta la mia vita, potrei recuperarmelo..
    pannofino senza barba è irriconoscibile come homer senza barba :D

    RispondiElimina
  3. Un Ponte per Terabithia è un film davvero commovente!!! Bellissimo Marco!

    RispondiElimina
  4. splendido; sper od ivederlo presto con le mie figlie....

    RispondiElimina
  5. sembra davvero un film imperdibile. Proverò a recuperarlo :D

    RispondiElimina
  6. è davvero un piccolo miracolo....un progetto di dimensioni ridotte che però ha molta più forza e carattere di tante altre cose distibuite al massimo (molte delle quali sono robaccia)....

    RispondiElimina
  7. Ehi, mi hai fatto venire voglia di vederlo!!!

    RispondiElimina
  8. Devi vederlo Adriano!dobbiamo dare fiducia al cinema indipendente soprattutto con questi risultati , mille volte più meritevole di altri prodotti senza spessore che monopolizzano le sale .
    Ti ringrazio tantissimo di essere passato e avere commentato!a presto!

    RispondiElimina