Riempire il vuoto lasciato da Downton Abbey, la serie di Julian Fellowes che ha chiuso i battenti l'anno scorso con un finale gioioso privandoci dell'affetto della famiglia Crawley e di tutti i suoi domestici era un'impresa difficile per il pubblico tanto quanto per il canale britannico ITV, rimasto orfano di uno dei prodotti di maggior successo della sua storia.
Per recuperare una situazione d'emergenza straordinaria occorreva allora l'aiuto di una personalità straordinaria, capace di sposare la propria fragilità e umanità ai canoni del period drama per darci l'opportunità di sognare ad occhi aperti la domenica sera fra balli di corte, intrighi e crinoline: ecco allora arrivare a prendere possesso del suo trono Victoria, la regina che nell'arco di uno dei regni più longevi vantati dalla monarchia britannica (il suo record è stato recentemente battuto dall'attuale Elisabetta II) ha battezzato un'intera Epoca e accompagnato a piccoli passi la transizione del Regno Unito verso la Modernità.
Un periodo ricco di ambivalenze e contraddizioni, che all'autrice del Serial Daisy Goodwyn interessano però relativamente e solo in funzione dei cambiamenti esercitati sulle personalità dei suoi personaggi e più che mai sulla Regina stessa: al centro del racconto regna incontrata la giovanissima Victoria di Hannover, appena diciottenne quando lo Zio William IV muore lasciandole la corona dopo un Regno poco idilliaco e rapidamente archiviato.




